Sulla giustizia c’è aria nuova

Verrebbe da dire che il cielo si è finalmente rasserenato. Sul tema della giustizia siamo di fronte a tratti di novità, di realismo e di responsabilità, rispetto agli ultimi anni, che ci fanno ritenere che sia stata intrapresa una nuova strada.
Nelle parole del ministro Severino non ci sono nè trionfalismi, nè promesse di riforme epocali, palesemente foriere di contrasti e comunque irrealizzabili.
C’é invece una apprezzabile consapevolezza del grave stato di dissesto in cui versa, in cui continua a versare, l’amministrazione della giustizia in Italia.
E c’è soprattutto la consapevolezza di doversi muovere in ambiti temporali ristretti, certamente insufficienti rispetto a qualsiasi pur necessaria riforma in profondità.
E’ giunta l’ora di affrontare con proposte concrete l’enorme mole di arretrato (sia civile che penale), la lentezza inaccettabile dei processi, la vergogna di una situazione carceraria non da Paese civile.
Invece di parlare di processo breve o di processo lungo, bisognerà ora discutere di informatizzazione e digitalizzazione del sistema giudiziario, di lotta alla criminalità, di misure alternative alla detenzione, degli ospedali psichiatrici giudiziari, del garante per i detenuti, del la tutela delle vittime dei reati, della sicurezza sui luoghi di lavoro e i delitti ambientali, della depenalizzazione dei fatti socialmente irrilevanti, della rivisitazione delle norme sulla prescrizione, della situazione dei tossico-dipendenti, oltre alle norme in materia di corruzione e di reati contro il bene pubblico e la pubblica amministrazione.
Le strade per rimediare alle patologie e alle disfunzioni ormai croniche del sistema-giustizia esistono, sono chiare, anche se non semplici da percorrere. Il governo dimostri di avere la volontà e la capacità politica di percorrerla questa strada.

Sen. Felice Casson (PD)



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