Sollecitiamo pagamento dei crediti IVA alle latterie venete

di Giampaolo Fogliardi (deputato PD)

 

Ho sottoscritto una interrogazione nella quale chiediamo che il Governo assuma iniziative urgenti per assicurare che Equitalia provveda senza ulteriore ritardo a pagare i rimborsi Iva, oltre 14 milioni di euro, dovuti alla Latteria Soligo, alle Latterie Vicentine e alla Centrale del Latte di Vicenza.  La richiesta indirizzata al Ministro dell’Economia e delle Finanze è stata depositata stamane alla Camera dall’on. Simonetta Rubinato e sottoscritta in modo bipartisan anche dagli onorevoli Antonio De Poli e Fabio Gava, oltre che dai colleghi democratici Daniela Sbrollini, Delia Murer e Gian Pietro Dal Moro.

“Il Ministro spieghi quali siano le ragioni della mancata liquidazione ad oggi da parte di Equitalia di crediti iva che risalgono anche al terzo trimestre del 2010 e perché invece in altre province i pagamenti siano già avvenuti regolarmente, ma soprattutto si impegni a garantire che in futuro non abbia a ripetersi tale grave ritardo che pregiudica l’equilibrio economico-finanziario delle aziende già messe a dura prova dalla situazione di crisi economica e di carenza di liquidità dovuta alla stretta creditizia. E’ in gioco il futuro di oltre 650 aziende agricole e di quasi 400 lavoratori”.

“Non è ammissibile che lo Stato pretenda il versamento dell’Iva entro una data precisa, pena sanzioni e interessi, e poi sia il primo a non rispettare i termini per i rimborsi. Per questo chiediamo al Governo di assumere anche un’iniziativa in sede legislativa per fissare analogamente un termine certo entro il quale Equitalia deve provvedere al rimborso dei crediti fiscali. Le aziende hanno bisogno di certezze per la loro pianificazione finanziaria”.


Aeroporto: ripartire sì, ma con “la rotta” giusta

Aeroporto: ripartire sì, ma con “la rotta” giusta
Giusto affrettarsi per prendere le occasioni al volo, la situazione dell’aeroporto è davvero grave. Comprensibile anche la riservatezza che non può mai mancare in circostanze del genere. Ma per evitare di ripetere gli errori della precedente gestione, è doveroso accertarsi che l’attuale presidente dell’aeroporto si stia muovendo con i soci al fianco e non da solo. Di converso, la città ha anche il diritto di sapere quali sono le indicazioni che i principali soci, Camera di Commercio, Comune e Provincia di Verona abbiano dato in proposito, perché anche dall’aeroporto dipende in buona parte la crescita e l’occupazione del territorio.

In altre parole è necessario sapere se la compagine politica e amministrativa che governa lo scalo abbia un’idea del futuro dell’aeroporto. Fino ad oggi, infatti, si è guardato tanto ad Est (Venezia) quanto ad Ovest (Milano) più in funzione delle convenienze e delle cordate politiche piuttosto che sulla base di una precise valutazioni costi-benefici. Fatte le quali potrebbe magari emergere che la vocazione del territorio va in tutt’altra direzione, ad esempio a Nord, verso la Germania. Allo stesso modo, l’ingresso dei privati nella gestione dello scalo può certamente rappresentare una risorsa decisiva per risollevarne le sorti ma questo passaggio va valutato sulla base di un piano industriale che ancora manca e sul quale i soci, a partire dal Comune di Verona, devono necessariamente avere il coraggio di esprimersi.

Per quanto mi riguarda, penso che sono da preferire partner industriali e specializzati piuttosto che investitori principalmente finanziari. L’importante è sì ripartire, ma è fondamentale farlo con la “rotta” giusta.
Michele Bertucco, candidato sindaco


Se succedesse a mio figlio?

di Emanuele Fiano
E se invece che a Tolosa fosse successo a Milano, alla scuola ebraica dove io porto mio figlio? E se invece che 3 i bambini morti fossero 10? E se il ragazzo marocchino arrestato a Brescia fosse arrivato fino in fondo al suo lavoro e si fosse magari fatto esplodere di fronte alla sinagoga di Milano?
E se invece che speranza, fiducia nel dialogo, desiderio di convivenza, i nostri cuori di uomini e donne democratiche, e di ebrei italiani educati dalla Resistenza al culto della libertà e della democrazia si facessero prendere dallo sconforto, dalla frustrazione e dalla rabbia, e scegliessimo la via della chiusura e dell’odio contro odio, o della fuga dai luoghi meno sicuri dell’occidente?
Allora, solo allora, i kamikaze, i neonazisti, i terroristi che studiano le dislocazioni delle comunità ebraiche, i nemici degli ebrei e della pace, allora sì, avrebbero vinto, e ci avrebbero spinto a ritroso nella storia quando ci si nascondeva e si aveva paura. Ma nessuna vittoria può essere concessa a tavolino ai violenti e ai fondamentalisti. Noi non dobbiamo fermare la passione e la speranza per una società migliore.
Nessuno di noi sa ancora con certezza se il terrorista di Tolosa si sia mosso da solo, animato da follia antisemita, o se fosse il terminale di un’organizzazione neonazista e xenofoba, ma certezze ce ne sono già. Per noi genitori ebrei del mondo, questa mattina non sarà la stessa mattina. Saranno ancora di più le camionette della polizia, dei carabinieri o dell’esercito intorno alle scuole dove portiamo i nostri figli ebrei, saranno di più i controlli e di più la nostra paura, più guardinghi e più di fretta i nostri saluti.
Insomma, paura, incertezza, rabbia, impotenza, sono i sentimenti che si affastellano mentre proviamo a ragionare su cosa fare, su come si reagisce. E un sentimento di sfiducia riaffiora, nella testa di chi come me pensa che un mondo migliore possa sempre sorgere. C’è un destino di morte per il mondo? Ce ne è uno di paura e di fuga perenne che attraversa i secoli per gli ebrei? Ci sono strade per combattere l’odio? Non sono questi i momenti per darsi risposte convincenti, questo è il momento della solidarietà, come fu a suo tempo per la famiglia Tachè a Roma nel 1982, e non dobbiamo avere paura, anche se è umano, la paura deve dare il suo posto al ragionamento.
Il nostro posto nel mondo, per noi ebrei, sarà sempre scomodo, noi che testardamente coltiviamo le radici lontane contro l’ingiuria del tempo, noi che vogliamo essere sentinelle dell’ingiustizia e della discriminazione; ma io non mi piego ad occuparmi solo del nemico mortale, che esiste, è forte e vuole ucciderci. Io voglio vivere il mio ebraismo con passione e con amore per il mio popolo e per la nostra storia, voglio vivere il mo essere orgogliosamente italiano con serenità, voglio essere all’altezza dei valori di convivenza, di apertura e di lungimiranza che l’ebraismo nei secoli ha dimostrato, ebraismo che è sopravvissuto perchè ha saputo essere se stesso, il popolo della Torà prima e anche l’ebraismo laico poi, senza mai perdersi, convivendo con tutti.
Ecco, io ho paura dei nemici sì, ma ho anche paura che ci si chiuda in noi stessi, tradendo la forza della nostra storia. Come disse Izhak Rabin parlando delle trattative di pace in Medio Oriente bisogna continuare il dialogo come se i terroristi non esistessero e bisogna continuare a combattere i terroristi come se il dialogo non esistesse. Sia benedetto il ricordo di coloro che sono stati uccisi ieri a Tolosa perché ebrei, ma non permetteremo ai terroristi di averla vinta sulla nostra storia.

Auto blu. Ed il taglio degli Enti Regionali?

BONFANTE (PD): “DOPO UN ANNO NON E’ STATO PRESENTATO ALCUN PIANO DI RIDUZIONE. GIUNTA INADEMPIENTE”.

“Sono ormai trascorsi circa 15 mesi dall’approvazione della legge e circa un anno dal termine entro il quale gli enti, le agenzie e le società regionali, dovevano fornire il piano di riduzione: malgrado ciò in commissione bilancio non è pervenuto alcun dato né alcuna proposta di criteri omogenei di utilizzo delle auto blu”.

La denuncia è del vice presidente del Consiglio regionale ed esponente del PD, Franco Bonfante, che sulla questione ha depositato oggi un’interpellanza, sottoscritta anche dai consiglieri Puppato, Tiozzo, Ruzzante, Fasoli e Pigozzo.

“La legge regionale (la n.1 del 7 gennaio 2011) prevede che ‘gli enti, agenzie, aziende e società regionali o con quota maggioritaria della Regione del Veneto che ricevono contributi in via ordinaria o periodica dalla Regione, sono tenuti a presentare alla Giunta regionale, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, l’elenco delle auto di servizio, le attuali modalità di utilizzo e l’eventuale piano di riduzione; la Giunta regionale, sulla base dei dati ricevuti, previo parere della competente commissione consiliare, definisce criteri omogenei di utilizzo; il mancato invio nei termini stabiliti della documentazione inerente le auto di servizio e il mancato recepimento dei criteri di utilizzo delle auto di servizio, comporta la sospensione di ogni erogazione regionale a favore dei soggetti inadempienti”.

“Dunque – sottolinea Bonfante – la Giunta è inadempiente perché non esistendo ancora alcun elenco delle auto blu o piano di ridimensionamento, doveva scattare immediatamente la sanzione. Il fatto di non applicare la legge potrebbe costituire un danno economico per la Regione e quindi per i veneti. A cosa è dovuto questo mancato rispetto della legge? Come intende – si chiude così l’interpellanza – procedere a questo punto la Giunta?”


1 95 96 97 98 99 153