Bersani – Conferenza stampa dopo la Direzione del Pd

“Il Paese e’ prontissimo e il presidente Monti lo ha gia’ visto, ma per aiutare il Paese ed affrontare l’emergenza bisogna che ci sia un buon dialogo e non un distacco tra la sensibilita’ del Paese e l’azione del governo”. Lo dice Pierluigi Bersani in conferenza stampa dopo la Direzione del Pd. Bersani aggiunge di escludere “assolutamente una crisi di governo, noi abbiamo preso una posizione netta perche’ siamo informati dei fatti e quando si approfondira’ si vedra’ che il tema dell’articolo 18 non e’ ideologico ma pratico e sara’ riconosciuto anche dagli interlocutori” e si dice convinto che sulla riforma del lavoro ”si arrivera’ ad una soluzione”. ”A me preoccupa – sostiene Bersani – la situazione degli italiani e non le litigate in Parlamento”. “Abbiamo preso l’impegno di sostenere il governo Monti fino al 2013 e intendiamo mantenerlo. Perché il Pd ha una grande responsabilità verso gli italiani, non possiamo venire meno a questa responsabilita’: il Pd deve tenere insieme la connessione tra il sostegno convinto al governo che abbiamo voluto e il malumore, l’ansia di tanti cittadini spesso soli davanti alla crisi sociale che non ha dispiegato tutti i suoi effetti. I nostri elettori devono avere chiaro cio’ che stiamo facendo, non solo cio’ che faremo”. Cosi’ il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, in apertura dei lavori della direzione Pd. “Siamo – ha aggiunto – a un risveglio amaro dopo favole rosa”. “Gli aumenti Imu, Irpef e le altre tasse non vengono dal cielo, ma sono conseguenza del disastro Berlusconi-Tremonti-Bossi”, ha spiegato il segretario del Pd, che per quanto riguarda la riforma del mercato del lavoro ha sottolineato che il Pd “Vuole portare in porto la riforma ma discutere in parlamento e correggere le lacune che ci sono”. Mentre sulla legge elettorale, Bersani ha affermato che e’ “prioritaria e indifferibile”. “I cittadini devono scegliere i parlamentari e il nuovo indirizzo di governo”.


Risorse vadano alle imprese

E’ iniziata la discussione della mozione del deputati PD sulla Bce che ha avviato da qualche mese importanti operazioni di rifinanziamento delle nostre economie: chiediamo un monitoraggio da parte dei governi su questi interventi perché è fondamentale garantire che quei soldi vadano alle imprese e che non siano mai causa di concorrenza sleale. L’esame prosegue questa settimana.

Di seguito il testo

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Basta pubblicizzare il gioco d’azzardo

di Giampaolo Fogliardi (PD)

Il gioco d’azzardo può avere effetti devastanti.
Circa un milione di italiani (dei quali almeno cinquecentomila giovani) soffrono di Gap – gioco d’azzardo patologico, che costituisce una vera e propria patologia, una dipendenza che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, dovrebbe essere inserita nei Livelli essenziali di assistenza in modo tale da garantire un percorso di prevenzione, cura e riabilitazione per coloro i quali ne sono diventati dipendenti.

Parliamo di una emergenza sociale con conseguenze a volte disastrose che sottrae ai consumi ordinari o addirittura di prima necessità un enorme massa di denaro. Riteniamo che debba essere trattata al pari di altre dipendenze (ad esempio, la dipendenza da tabacco), per le quali infatti la legislazione prevede un esplicito divieto di propaganda pubblicitaria e la devoluzione dei proventi delle relative sanzioni amministrative ad un apposito capitolo di spesa del Ministero della salute finalizzato alla prevenzione di tali patologie.

Questa proposta di legge, a prima firma del collega Compagnon, introduce, dunque, un analogo divieto assoluto di ogni forma di spot e pubblicità di tutti i giochi, le scommesse e le lotterie autorizzati dall’autorità pubblica; pubblicità che é, per sua stessa natura, ingannevole, dal momento che, per la legge dei grandi numeri, più a lungo un giocatore gioca, più denaro, in media, perderà e che non esistono per molti giochi (le slot machines, il gratta e vinci, ecc.) strategie basate sulla matematica e nemmeno sul buon senso.

Di seguito il testo della proposta

CAMERA DEI DEPUTATI

PROPOSTA DI LEGGE
d’iniziativa del deputato
COMPAGNON

Divieto della propaganda pubblicitaria di giochi, scommesse e lotterie autorizzati dall’autorità pubblica.

Onorevoli Colleghi!
La presente proposta di legge nasce dalla necessità di arginare i rischi di un ricorso compulsivo ai giochi d’azzardo, alle scommesse e alle lotterie nazionali e dalla volontà di farsi carico di coloro i quali ne sono diventati dipendenti, nel tentativo di cercare la fortuna, specie in tempi di crisi come l’attuale.
Con circa un milione di italiani (dei quali almeno cinquecento mila giovani) e con un altro milione di persone che si trovano in uno stadio “problematico”, la ludopatia, ovvero il Gap – gioco d’azzardo patologico, costituisce una vera e propria patologia, una dipendenza che, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, dovrebbe essere inserita nei Livelli essenziali di assistenza in modo tale da garantire un percorso di prevenzione, cura e riabilitazione per coloro i quali ne sono diventati dipendenti.
Partendo dalla consapevolezza che la ludopatia nel nostro Paese è diventata ormai una emergenza sociale con conseguenze a volte disastrose che, peraltro, sottrae ai consumi ordinari o addirittura di prima necessità un enorme massa di denaro, riteniamo che essa debba essere trattata al pari di altre dipendenze (ad esempio, la dipendenza da tabacco), ove la legislazione prevede un esplicito divieto di propaganda pubblicitaria e la devoluzione dei proventi delle relative sanzioni amministrative ad un apposito capitolo di spesa del Ministero della salute finalizzato alla prevenzione di tali patologie.
La presente iniziativa legislativa introduce, dunque, un analogo divieto assoluto di ogni forma di spot e pubblicità di tutti i giochi, le scommesse e le lotterie autorizzati dall’autorità pubblica; pubblicità che é, per sua stessa natura, ingannevole, dal momento che, per la legge dei grandi numeri, più a lungo un giocatore gioca, più denaro, in media, perderà e che non esistono per molti giochi (le slot machines, il gratta e vinci, ecc.) strategie basate sulla matematica e nemmeno sul buon senso.

PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1
«1. La propaganda pubblicitaria di qualsiasi gioco, scommessa e lotteria autorizzati dall’autorità pubblica, è vietata.
2. Chi trasgredisce al divieto previsto dal precedente comma è soggetto alla sanzione amministrativa da euro 2.500 a euro 25.000.
3. I proventi delle sanzioni amministrative, compresi quelli derivanti dal pagamento in misura ridotta previsto dall’articolo 16 della legge 24 novembre 1981, n. 689, sono devoluti ad un apposito capitolo dello stato di previsione della spesa del Ministero della salute per essere destinati all’informazione ed all’educazione sanitaria, nonché a studi e ricerche finalizzati alla prevenzione della ludopatia.
4. Il Ministro dell’economia e finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».


Il Governo ha sbagliato a non ricercare l’accordo

Nell’incontro a palazzo Chigi con i segretari dei partiti che sostengono il governo di emergenza il presidente del Consiglio Mario Monti aveva preso l’impegno a ricercare l’intesa con le parti sociali, nella consapevolezza che la coesione sociale gioca un ruolo decisivo per il superamento delle difficoltà e che la crisi sta producendo effetti molto pesanti nella società.
La soluzione adottata nel confronto con le parti sociali non ha seguito questo schema, anche a fronte della proposta dei sindacati di adottare per l’articolo 18 il sistema tedesco (proposta messa sul tavolo dalla Cisl e dalla stessa Cgil).
Il Pd aveva annunciato chiaramente che avrebbe accettato qualsiasi soluzione fosse venuta da un accordo complessivo con le parti sociali proprio in considerazione dell’importanza che il Partito democratico assegna al tema della coesione sociale e della condivisione degli obiettivi.
I fatti sono andati in modo diverso. Ieri sera il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è stato chiaro nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta.
Primo: “Non ci può essere un prendere o un lasciare”.
Secondo: l’idea che la forzatura nei confronti dei sindacati sia come una bandiera da esibire sui mercati finanziari è sbagliata.
Terzo: la concertazione ci ha già tirato fuori dai guai in momenti drammatici.
Quarto: nella riforma vi sono alcuni elementi positivi che ricalcano anche proposte del Pd e che vanno rafforzati e migliorati.
Quinto: “Sull’articolo 18 si doveva adottare un meccanismo più adeguato a un paese manifatturiero ed europeo continentale, come è l’Italia, e non un meccanismo più tipico dei paesi anglosassoni. Dovevano scegliere il sistema tedesco e si è imposto invece il sistema americano”.
Sesto: in Parlamento questo errore verrà corretto, introducendo il ricorso al giudice per tutti i tipi di licenziamento, perché così come il sistema è stato pensato dal governo tutto si riverserebbe sul licenziamento economico, lasciando al lavoratore la scelta di prendere pochi soldi “maledetti e subito” o fare una lunga causa alla fine della quale, se tutto andasse per il meglio, prenderebbe solo un indennizzo economico.


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