La famiglia del sindaco

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Verona, la politica degli affetti

– Un dossier presentato dal segretario provinciale del Sel di Verona, Giorgio Gabanizza, denuncia una serie di clientele a favore di esponenti leghisti della zona: “La sorella del sindaco di Sona e assessore provinciale Gualtiero Mazzi, ha trovato lavoro in una controllata di Amia, la Serit, mentre la moglie è in Amia; in Amt la sorella dell’assessore regionale Luca Coletto; la figlia del segretario organizzativo della Lega nord, Giannino Castagna, si è sistemata in Amia; il fratello del vicesindaco di San Giovanni Lupatoto e consigliere provinciale, Giuseppe Stoppato, è in una controllata di Amia, la Transeco; il compagno del già sottosegretario Francesca Martini in Acque Veronesi; il nipote di Giampaolo Sardos Albertini, esponente della Lista Tosi, assunto in Amia e infine la moglie di Flavio Tosi promossa da impiegata a dirigente in Regione». Bertucco sottolinea: “È la politica degli affetti. In alcuni casi non si tratta di reati ma di mancanza di decenza morale”.



Fondo ODI: Brancher non è l’uomo giusto

Fondo ODI: Brancher non è l’uomo giusto, le istituzioni riprendano il controllo della situazione.

Tra pochi giorni scadono i termini del nuovo bando per la distribuzione dei fondi ODI ai comuni di confine (a cui accedono anche i confinanti dei confinanti), ma ancora non è dato sapere quali progetti siano stati ammessi al primo bando, risalente a due anni fa. Ritardi e inefficienze che evidenziamo come Aldo Brancher non sia l’uomo giusto per sovrintendere a queste funzioni.

Ad una gestione del fondo che avrebbe bisogno di maggiore dinamicità e trasparenza, ora si aggiunge anche il sospetto di malversazioni e di manovre sospette di denaro sempre nell’ambito di attività rivolte alla promozione del territorio.

La montagna veronese ha bisogno di efficienza, rapidità e trasparenza per il suo rilancio. Per questo è necessario che Brancher si faccia da parte e che le istituzioni a partire dai Comuni interessati e dalla Provincia di Verona riprendano in mano la situazione avviando un serio confronto con la Regione Veneto attraverso il quale ridefinire ruolo e modalità dei finanziamenti del Fondo ODI, così come degli altri organismi che saranno sempre più centrali nelle politiche montane, ovvero il BIMA ed il GAL Baldo-Lessinia.
Diego Zardini, capogruppo Pd in Provincia di Verona


Se sarò sindaco farò così

di Michele Bertucco

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BASTA TEATRINO DELLA POLITICA. SE SARO’ SINDACO, FARO’ COSI’

Se sarò sindaco, farò tornare la Gran Guardia sede dedicata ad ospitare congressi, magari in collaborazione con la Fiera, non più sede di mostre mai realizzate o dallo scarso appeal di pubblico.

Se sarò sindaco, i 700 mila euro destinati all’Hellas e le altre risorse utilizzate per sponsorizzare società professionistiche saranno dati a società sportive dilettantistiche, scelte in modo trasparente a partire da quelle di quartiere.

Se sarò sindaco, metterò persone competenti a presiedere le aziende pubbliche, non più segretari di partito come adesso.

Basta col teatrino della vecchia politica che abbiamo visto fin qui in questa campagna elettorale. Tosi continua ad intrattenerci con una politica altalenante e opportunista, fatta di ospitate e comparsate televisive piuttosto che di proposte concrete: un giorno prende le distanze da Bossi e dalla Lega Nord per poi riavvicinarsi, il giorno appresso, non appena sente odore di potere grazie al suo referente Maroni.

Non credo che sulle notizie del malaffare leghista i veronesi cadranno nel tranello di dividersi tra colpevolisti e innocentisti o peggio, tra bossiani e maroniani. In un sistema rappresentativo i cittadini sono infatti chiamati a giudicare per quello che la politica concretamente offre loro e non sui complotti infiniti.

Il quadro che emerge dalla gestione della Lega Nord, con le accuse di denaro pubblico usato per soddisfare gli eccessi di una sola famiglia (quella del capo con auto di lusso, viaggi e perfino l’acquisto di titoli di studio) è effettivamente desolante. Ma lo stesso sindaco di Verona, indicato come uno dei maggiorenti del partito della Lega, ha avuto le sue belle disavventure con le nomine nelle aziende partecipate, come è successo in Atv, e ha provveduto anche lui a fare nomine più sulla base della fedeltà che della competenza.

Gli altri, quelli del centrodestra, non sono da meno. Sembrano marziani appena sbarcati dalla luna come se non portassero interamente la responsabilità dell’attuale appannamento della città e dello spazio eccessivo che hanno lasciato al sindaco quando erano in amministrazione insieme.
Io continuo ostinatamente a discutere di proposte concrete perché è questo che i cittadini chiedono e su cui sono chiamati a discutere e a scegliere.


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