Agsm-Amia: “Giova ai cittadini o alla politica?”

da www.pdverona.it

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“La presidenza di Miglioranzi vale il rischio per 500 dipendenti e la perdita di una società ancora oggi in utile?”

E’ la questione posta dalla consigliera comunale Pd Elisa La Paglia, che interviene sulle recenti dichiarazioni del neo-riconfermato assessore alle Partecipate Enrico Toffali, chiamato dal Sindaco a realizzare la “fusione a freddo” tra Agsm e Amia.

“Una fusione fatta soltanto per indebitare Agsm di ulteriori 30 milioni da riversare nel bilancio del Comune – continua La Paglia – il che equivale a nascondere la polvere sotto al tappeto. Infatti non si spostano soldi, si muovono soltanto debiti!

La domanda a cui l’amministrazione deve rispondere è: l’operazione produrrà nuove sinergie? Consentirà di ridurre i costi e di tagliare i doppi incarichi dirigenziali? Di sicuro aprirà un nuovo fronte di problemi: dove verranno collocati i dipendenti delle aree doppione che inevitabilmente si creeranno? Verranno mantenuti, espulsi o ricollocati?”.

“Amia in questo momento deve concentrarsi sull’evitare di diventare preda del mercato privato ai sensi della legge 133/2008, potrebbe farlo grazie a una nuova modifica del Codice Ambiente (dlgs 152/2006) approvata al Senato e che ora deve tornare alla Camera, ma allo stesso tempo, l’affidamento diretto di Amia rappresenterebbe un tallone d’Achille per Agsm, la quale, incorporando una azienda che riceve un affidamento diretto, verrebbe automaticamente esclusa da alcune gare che si svolgono sul libero mercato. Che cosa ha intenzione di fare in questo caso il Sindaco, mandare a gara Amia? In breve – conclude La Paglia – questa operazione solleva molti più problemi di quanti non ne risolva e mi domando se essa non sia piuttosto rivolta a trovare una sistemazione per il coordinatore della lista del Sindaco”.


Finanziamento ai partiti

Da subito dimezzamento e controlli rigorosi: 160 milioni di risparmio ai terremotati

 

E’ stato approvato a larga maggioranza il provvedimento per dimezzare immediatamente i finanziamenti pubblici ai partiti politici e mettere in campo rigorosi controlli sulle gestioni e sulle spese sostenute. Le nuove disposizioni introducono un sistema misto di finanziamento per cui alle forze politiche andranno, d’ora in poi, 91 milioni di euro all’anno: il 70 per cento dei quali (pari a 63.700.000 euro) come rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l’attività politica; il restante 30 per cento (pari, al massimo, a 27.300.000) a titolo di cofinanziamento. I partiti riceveranno cioè 50 centesimi per ogni euro ricevuto da parte delle persone fisiche o enti. Chi vorrà finanziare la politica potrà inoltre godere di agevolazioni fiscali sull’importo donato per un massimo di 10 mila euro. E le campagne elettorali non potranno sforare precisi tetti di spesa. E’ stato inoltre previsto l’obbligo di sottoporre i bilanci ad un doppio sistema di controllo. Il primo, quello interno, prevede che i bilanci siano certificati da società di revisione iscritte all’albo della Consob. Il secondo, quello esterno, affida il controllo di tutte le spese sostenute ad una Commissione ad hoc composta da 5 magistrati designati dai vertici delle massime magistrature (uno dalla Cassazione, uno dal Consiglio di Stato, tre dalla Corte dei conti). Un meccanismo rigoroso, coerente al dettato costituzionale, non più di mero accertamento della regolarità formale e da cui consegue un articolato sistema di sanzioni che possono arrivare fino alla decurtazione dell’intero importo dei contributi. Nel corso dell’esame parlamentare, su nostra proposta è stata introdotta una importantissima norma di civiltà per cui i 160 milioni di euro che si risparmieranno con l’attuazione di queste nuove norme nei prossimi due anni saranno interamente destinati alle zone e alle popolazioni colpite dal terremoto.


Il Presidente Monti blocca un blitz del centrodestra contro il CSM

Il presidente del Consiglio Mario Monti ha bloccato l’ennesimo blitz della destra contro
la magistratura. Questa volta a tentarlo è stato il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio Catricalà, ex presidente dell’Antitrus, ma anche ex segretario generale della
presidenza del Consiglio durante i governi Berlusconi.
Da La Repubblica, articolo di Liana Milella:

Articolo de La Repubblica del 28-05-2012


Passi avanti sulla riforma del lavoro: evitati gli abusi, aumentate le tutele

di Tiziano Treu (24 maggio 2012)
La riforma del mercato del lavoro è arrivata questa settimana all’esame dell’aula del Senato e c’è da essere soddisfatti. Il lavoro della Commissione è stato molto costruttivo e ha perfezionato e migliorato il testo iniziale del governo. Inoltre il consenso tanto vasto in una materia così tradizionalmente conflittuale è un dato eccezionalmente positivo, soprattutto in un momento di grande tensione sociale come è l’attuale.
E’ una riforma equilibrata che tiene conto di posizioni diverse e che porta il mercato del lavoro italiano più vicino alle migliori pratiche europee. Sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori si è confermata la validità del buon compromesso raggiunto tra governo, partiti e parti sociali. È stata poi valorizzata la flessibilità ‘buona’, prevedendo strumenti che evitino gli abusi e misure per regolarla al meglio anche con il rinvio alle parti sociali. Si è attribuito un ruolo centrale all’apprendistato, nella convinzione che esso debba diventare la via principale per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, assorbendo molte delle eccessive forme precarizzanti.
La parte della riforma che riguarda gli ammortizzatori sociali, realizza un parziale progresso verso l’estensione delle tutele. Ma essa presenta ancora un limite, soprattutto per quel che riguarda le protezioni dei lavoratori precari. Purtroppo, a causa della carenza di risorse, in questa fase non è stato possibile estendere gli ammortizzatori come avremmo voluto. Ma, su questo punto, il Pd tornerà al più presto per ulteriori integrazioni. In Commissione sono state poi introdotte rilevanti innovazioni per promuovere forme di partecipazione dei lavoratori all’impresa e di democrazia economica, secondo le direttive europee.
Sono innovazioni che favoriranno relazioni di lavoro più partecipative e più produttive. Il che è necessario per rilanciare la nostra competitività e il valore del lavoro.


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