Sicurezza: la Lega ha fallito

La sicurezza è diritto di libertà. Tosi e la Lega hanno fallito.
A Verona sono aumentati i reati con una media che addirittura supera la città di Napoli.
Ecco i peggiori risultati delle politiche del Ministro Maroni sulla sicurezza.
I tagli per circa 4 miliardi di euro alle Polizie da parte del Governo Berlusconi si fanno sentire con tutta la loro drammaticità a Verona.
L’incremento dei reati è la chiara conseguenza del disastro maroniano al Ministero dell’Interno.
D’altronde cosa potevamo attenderci? Da anni nella nostra Questura le auto di servizio sono poche e vecchie, la carta e anche i giubbotti antiproiettili vengono offerti da privati.
Per non parlare degli organici. Non rappresentano il territorio e gli effettivi sono ancora
di meno di quanti ne sarebbero previsti. Tra gli operatori della sicurezza c’è demotivazione per i problemi che non vengono risolti da anni e che incidono prim’ancora sulla sicurezza personale dei ragazzi che ci tutelano.

Quale ruolo hanno il Presidente della Provincia e il Sindaco che siedono nel Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica?
Tosi, oltre alle telecamere e alle sue improbabili proposte di legge puntualmente cancellate e propagandate solo grazie alla presenza del ministro leghista e all’accondiscendenza locale, è stato in grado di migliorare la situazione? Vi ricordate la scemenza delle ronde padane?

Con Maroni al Ministero, Verona avrebbe dovuto godere di maggiori attenzioni. E invece?
I dati sulla criminalità sono la prova del fallimento di quei due leghisti.
A Verona manca la politica nelle dinamiche sulla sicurezza. Tutto è lasciato all’improvvisazione. Quello che fa comodo al Tosi di turno viene esposto come risolutivo.

E intanto, in città il poliziotto di quartiere è uno sconosciuto. Ne parliamo?
Tosi ponga al Prefetto i problemi veri: strutture, dotazioni, formazione, organici e lasci perdere la propaganda. Tanto, a distanza di tempo la verità viene sempre a galla.

Inoltre, va detto che il suppletivo ed emergenziale impiego dell’esercito nel pattugliamento urbano non solo non dà frutti, ma è risultato nei fatti controproducente: distoglie con costi elevatissimi molto personale di pubblica sicurezza – che potrebbe invece essere impiegato sul territorio – al seguito dei nostri militari.

Occorre favorire la capacità di analisi strategica e di cooperazione operativa, migliorare la formazione degli operatori della sicurezza, affrontare le carenze organiche.

Alla luce di quanto emerso sarebbe opportuno un confronto largo. Lasciare a Tosi la questione sicurezza porta a questi risultati che non possiamo certo accettare.

Quindi, va riesaminato e attualizzato il Patto per la Sicurezza in vigore, soprattutto su quello che Tosi non ha fatto: fruibilità degli spazi, riqualificazione degli spazi pubblici degradati – la ZAI è preda di prostitute, sbandati ed emarginati – illuminazione, disagio sociale.

La situazione causata dai tagli è aggravata poi dai compiti amministrativi che anziché essere svolti da personale civile, gravano direttamente sul personale di polizia, togliendo uomini dalla strada.

Non meravigliamoci dei risultati, sono le conseguenze della sola e vuota propaganda leghista.


La Lega contro l’Europa. Verona non può permetterselo

Maroni plaude al ritorno della lira e organizza incontri con gli euroscettici e un
referendum contro l’euro.
Il nuovo corso della dirigenza leghista a pochi mesi dal voto si manifesta per quella che è: populista, conservatore e antistorico. Questa scelta sbagliata e grave peserà
parecchio su Verona.

La presenza di Tosi nella segreteria nazionale e le sue responsabilità per essersi schierato contro l’Europa unita ci esporranno a ripercussioni sul futuro della città.

Verona ha un senso se apre il proprio territorio verso quell’orizzonte. L’area metropolitana, gli accordi con le nostre migliori aziende, gli interessi verso nuovi mercati e partner europei da parte del Consorzio ZAI, l’Aeroporto ed altri vanno accompagnate con strategie politiche di supporto nei confronti di tanti partner istituzionali.

Come sarà possibile per Tosi fare questo se contrasta l’euro? Non potrà mai essere credibile sullo scenario europeo e sarà considerato un piccolo reietto di provincia.

Un danno enorme per Verona la cui propensione culturale ed economica è certamente europeista.
Le aziende veronesi, la finanza locale e lo sviluppo del territorio possono permettersi un
sindaco anti euro? Certamente no!

E’ il momento che gli attori importanti del territorio, quelli che conoscono e bene l’importanza e la valenza dello scenario europeo dicano la propria. Basta silenzi, ne
va del futuro di tutti.

Non è possibile che Verona indietreggi al servizio delle campagne populiste e demagogiche della Lega. A meno che il sindaco non smentisca il suo capo.

Una domanda la pongo anche alla componente non leghista della maggioranza che governa Verona: siete sicuri di poter continuare a stare insieme con un sindaco che da domani sparerà a zero contro le istituzioni europee isolando Verona anche in
Europa? Non vi basta essere contro la Provincia, la Regione e il Governo Monti?
Soli contro tutti è il peggior modo di governare.

Ci divide un solco profondissimo. Il PD guarda all’Europa come casa propria e invece di discutere come impiegare questa forza dobbiamo attardarci a ragionare con chi vuole ritornare alla lira.
Noi siamo in linea con la Verona che pensa e non segue questa demagogia spicciola.

In Consiglio Comunale e nella città porremo il dibattito affinché gli osservatori tutti possano capire che Verona non vuole isolarsi e che solo una minoranza rifiuta l’Europa.

 

Vincenzo D’Arienzo – Segretario provinciale PD


Agsm-Amia, senza una strategia

Agsm-Amia alla conquista del mondo. Ma partono in ritardo, senza una strategia e con tanta zavorra.
A parte la propaganda e le chiacchiere estive di questo e quell’assessore, gli unici obbiettivi scritti e dichiarati dell’aggregazione Agsm-Amia parlano della possibilità, per Agsm, di espandersi all’interno del mercato provinciale sfruttando la più capillare presenza di Amia sul territorio.

Oggi però veniamo a sapere che l’amministrazione e il presidente leghista di Agsm Paternoster sono pronti a partire alla conquista del mondo con un aggregazione che più che una corazzata assomiglia ad un carrozzone: tre consigli di amministrazione (se confermata l’ipotesi di farne un altro per la holding), due direttori generali, doppio sistema di fatturazione, doppioni in tutti gli uffici e i servizi, rappresentano infatti una rilevantissima zavorra.

Il vero colpo l’hanno già fatto padovani e triestini di Acegas e Aps che aggregandosi con Hera (186 comuni azionisti tra cui Bologna e Modena) hanno dato vita al secondo gruppo nazionale dopo A2Am, con un valore della produzione di 4,5 miliardi, Ebitda di 750 milioni (contro i 100, a regime, di Agsm-Amia) e utile netto di 140 milioni. Sicuramente in grado di dire la sua sui mercati europei.

L’attenzione di Verona per il territorio metropolitano e alle sinergie con i territori limitrofi arriva invece con notevole e colpevole ritardo. Dell’amministrazione Tosi è la responsabilità di avere sospeso per anni ogni ipotesi sulle alleanze tra multiutility nordestine e chiuso dentro a un cassetto il progetto di fare di Verona un vasto e influente territorio metropolitano in grado di interagire con Vicenza, Mantova e Trento per quanto riguarda logistica, turismo, trasporti e valorizzazione delle produzioni locali. Ora la si ritira fuori in modo strumentale, più per cercare di nascondere le mancanze che per convinzione. Intanto abbiamo perso altro tempo prezioso in un periodo di forte crisi.

 

Michele Bertucco


Carta degli intenti

In data 31 luglio 2012 il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, ha presentato a Roma la Carta d’Intenti del Pd. Nel testo sono illustrati la visione, i valori, le scelte di fondo sulla base dei quali il Pd intende aprire, a livello nazionale e a livello locale, il confronto con le forze politiche e sociali, le persone e le personalità che intendono impegnarsi nel campo dei progressisti. L’obiettivo è di arrivare a un Patto dei democratici e progressisti, che si propongono al Paese come forza di governo e che lanciano ai moderati una proposta per la ricostruzione democratica, economica e civile dell’Italia nella prossima legislatura.

Di seguito il link per poter scaricare la versione pdf.

 

carta intenti pd


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