Bonfrisco (Pdl) promuove sale da poker

da www.pdverona.it – 27 dicembre 2012

Il Consiglio comunale blocca la diffusione dei video-poker nei circoli comunali,
ma la senatrice Bonfrisco a Roma promuove le sale da poker “dal vivo”.

Mentre l’amministrazione comunale dà attuazione all’ordine del giorno del Partito Democratico che pone il divieto all’installazione di nuove macchine per il gioco d’azzardo elettronico in tutte le strutture comunali date in concessione (vedi in allegato la comunicazione del Presidente del Consiglio comunale), a Roma la senatrice Bonfrisco in commissione bilancio promuove l’apertura di mille nuove sale da poker live (dal vivo, non virtuali) facendo irritare tutti, governo in primis, che è intervenuto per stopparla.

“Una manovra che ha davvero dell’incredibile – commenta Giacomo Marani, giovane del Pd che si è speso a fondo nella campagna contro il gioco d’azzardo – tra tutti i problemi che l’Italia deve affrontare e i tempi ristretti della legge di stabilità, la senatrice Bonfrisco non ha trovato niente di meglio che provare a dare nuova linfa al business del gioco d’azzardo, promuovendo, ancora una volta, l’immagine e il ruolo dello Stato biscazziere. Il problema dell’azzardo è davvero grave anche nella nostra realtà, basti ricordare le ultime cifre date dal Sole 24 Ore, che parlano di più di 1.000 euro pro capite spesi sul territorio provinciale di Verona per giocare d’azzardo”.

Secondo Orietta Salemi prima firmataria dell’ordine del giorno approvato in Consiglio comunale, “E’ triste constatare quanto poca sintonia ci sia tra le politiche territoriali e certi parlamentari. Tra l’altro l’ordine del giorno impegnava la giunta comunale a svolgere una serie di azioni di persuasione nei confronti del governo per limitare il fenomeno anche nel resto dei locali pubblici (bar, tabaccherie, sale scommesse). Ma ora, trovarci un alto rappresentante della politica veronese così smaccatamente a favore del gioco d’azzardo complica non poco le cose. Alla senatrice Bonfrisco chiediamo se sia al corrente che la ludopatia, come conclamato dai dati, è una vera e propria piaga sociale e se comprenda che norme preventive al gioco d’azzardo sono il miglior modo per contrastare i fenomeni di illegalità correlati. In sostanza l’emendamento Bonfrisco cui prodest?”


Il sistema leghista affonda

da www.pdverona.it – 20 dicembre 2012

 

Sugli appalti delle pulizie dei bus e sulle documentate soffiate del presidente della Quinta Circoscrizione il Pd era intervenuto per tempo chiedendo all’amministrazione di verificare, intervenire, correggere. Non siamo stati ascoltati e ancora una volta è dovuta intervenire la magistratura, come già accaduto per l’aeroporto, per la presunta parentopoli veronese e per i rimborsi gonfiati di Soardi.

Per una volta il sindaco Tosi si assuma le sue responsabilità politiche e dica qualcosa sull’operato degli uomini di fiducia che lui ha nominato.
Su ATV è necessario un chiarimento. Presunzione di innocenza per tutti, ma è bene che la politica assuma un ruolo. Il Direttore ATV sia convocato in Commissione per dire al socio pubblico e, quindi, ai veronesi, cosa sta succedendo in quell’azienda.
E’ bene capire come mai dal 2007 al 2010 i costi per gli appalti delle pulizie dei bus siano schizzati da 514 mila euro l’anno a 874 mila euro l’anno e poi, improvvisamente, col nuovo appalto dell’agosto 2012 (non più vinto dalla Nicolini, ma aggiudicato ad un’altra azienda) siano poi ritornati a 578 mila euro.
Le indagini della magistratura riguardano quegli appalti? Se così fosse chi risponderà dell’eventuale danno economico accertato?
Per i dipendenti non è bello scoprire tutto questo. Mentre a loro tagliano gli stipendi e modificano gli orari di lavoro, c’è chi nella dirigenza è stato condannato per truffa e chi è indagato per turbativa d’asta. Lunedì 17 Dicembre, serata aziendale di Atv, davanti a tutti i dipendenti, è bene che Zaninelli dica qualcosa su quanto riportano le cronache. I lavoratori ne hanno diritto.
Per Venturi non ci sono più scuse: indagato per fatti così negletti, inchiodato alle sue responsabilità da intercettazioni così schiaccianti, non può continuare a coprire gli incarichi che attualmente ricopre. Se ne deve andare.
Bene il Comune che si è costituito parte civile, ma adesso siano riviste le autorizzazioni concesse al bar Tiffany e “inquinate” dai fatti in questione. Il Sindaco chieda scusa a tutti i residenti della zona che da anni soffrono la presenza di quel bar per i quali scoprire perché le loro lamentele non andavano in porto è una beffa inaccettabile.
Il sistema leghista che Tosi vorrebbe esportare in Italia è questo. Il Sindaco ha il dovere di rispondere politicamente della sue scelte e dei suoi nominati.

 

Vincenzo D’Arienzo, segretario provinciale Pd Verona
Michele Bertucco, capogruppo Pd in Comune di Verona


Tosi, solite promesse di fine anno

da www.pdverona.it – 13 dicembre 2012

 

Da sei anni, ogni fine anno, Verona si sente ripetere sempre la stessa filastrocca: traforo, filobus, parcheggi, Arsenale, Verona Sud, ma i risultati sono ancora di là da venire. Una delle poche cose che si muovono sotto questa amministrazione sono le poltrone, quelle dei fedelissimi del Sindaco: Miglioranzi, Sardelli, Bissoli, Di Dio… e il fiume di denaro che l’amministrazione drena dalle aziende partecipate che forniscono i servizi ai cittadini per tappare le falle di bilancio: Agec indebitata con le farmacie, Agsm impaludata nella fittizia fusione con Amia, Aeroporto al collasso e una Fiera che ha urgente bisogno di strategie di rilancio. Mano a mano che il tempo passa i bluff vengono allo scoperto: della sicurezza e del decoro, cavalli di battaglia dei primi anni di mandato, il sindaco non parla più, eppure la città è sempre più disordinata, soprattutto sotto l’aspetto viabilistico a cui la giunta non si decide a metter mano, per non parlare delle sparatorie in pieno giorno degli ultimi mesi che assieme ai continui furti e rapine diffondono un generale senso di insicurezza. Non si parla più di grandi opere-spot come il nuovo stadio; l’iter del traforo è concluso ma scopriamo ora che senza l’aiuto pubblico i soldi per realizzarlo non ci sono. L’inceneritore è rimasto politicamente orfano. Quello che vediamo è un sindaco che ha venduto tanto fumo e che ora è distratto dalle sue ambizioni nazionali. Ma vuole esportare lo stesso modello anche nel resto del Paese?
Vincenzo D’Arienzo, segretario provinciale Pd
Michele Bertucco, capogruppo Pd in Comune



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