Ca’ di Capri: nessun vincitore, solo sconfitti

Trascorsi alcuni giorni, scemate le polemiche sulla questione Ca’ di Capri, riprendiamo per un attimo il discorso per una breve riflessione.
Il Consiglio Comunale, dopo una lunga e discussa seduta, si è espresso all’unanimità per il NO al progetto presentato dalla ditta Rotamfer, mentre la Commissione Regionale VIA ha dato parere favorevole a questo progetto, con il solo voto contrario del rappresentante del Comune di Sona.
La partita non era vinta dopo il voto in Consiglio Comunale ed ora, dopo il parere della Commissione Regionale Via, non è completamente persa. Si tratta in entrambi i casi di posizioni e pareri non vincolanti per la Giunta Regionale, che sarà l’organo preposto ad avere l’ultima parola sulla vicenda.
La partita è ancora aperta e si sta giocando, in questo momento, nelle stanze della Regione, dove alcuni esponenti del nostro partito, come ad esempio il consigliere regionale Franco Bonfante, e di altri partiti stanno cercando di insinuare nella maggioranza della giunta il tarlo del dubbio sulla bontà di questa operazione. Vedremo se questo lavoro di diplomazia riuscirà a sortire gli effetti sperati.

Ma, inutile nascondercelo, comunque vada, gli sconfitti in questa triste vicenda al momento sono e rimarranno due: i primi, senza ombra di dubbio i più importanti, i cittadini di Sona e dei comuni limitrofi, che dopo tutti questi anni si ritrovano con un problema ancora irrisolto e che rappresenta sempre più un rischio per la propria salute. I secondi sconfitti sono Sindaco, Assessori e Consiglieri dell’attuale maggioranza, che non hanno certamente brillato per trasparenza e partecipazione. Non si può dimenticare che solo a seguito delle critiche mosse dal Comitato Cittadini e dalle minoranze consiliari l’Amministrazione ha rivisto la propria iniziale posizione di astensione per confluire sulla contrarietà al progetto di ampliamento. Aldilà del dato sostanziale (astenersi in Conferenza di Servizi equivale a prestare il proprio assenso), ciò che stona è che, in campagna elettorale, la lista PerSona al Centro si era ersa a paladina della partecipazione della collettività sulle scelte importanti.

Ecco, viene dunque da chiedersi perchè sull’affaire Cà di Capri non vi fosse più l’urgenza di informare, di partecipare. Era proprio necessario aspettare che fosse, ancora una volta, il Comitato Cittadini Ca’ di Capri a richiedere un’assemblea pubblica? Era proprio necessario portare in Consiglio Comunale l’inaccettabile proposta di astenersi, ovvero far finta di “non scegliere”, per poi di fatto avvallare la richiesta di Rotamfer?

Pesa dunque sull’Amministrazione una sconfitta politica che, affiancata agli intoppi procedurali nei lavori consiliari, denota incertezza e debolezza nell’affrontare l’arduo compito di governare il Comune.

Le occasioni per recuperare credibilità non mancheranno. Ci auguriamo, dunque, che l’entusiasmo per governare non si traduca più nella difesa del “potere per il potere”, avvalendosi maggiormente di azioni comuni, condivise e partecipate per il bene comune.

Anche a Sona AUMENTANO le TASSE, a discapito dei PIU’ POVERI

Martedì sera si è tenuto il consiglio comunale, l’argomento principale era il bilancio di previsione e le manovre da adottare per farlo “quadrare”.

A grande sorpresa l’attuale amministrazione ha deciso di tagliare le esenzioni dell’addizionale comunale abbassandole dai 15.000 euro adottati dalla vecchia amministrazione ai 10.000 euro mettendo ancora più in difficoltà le persone meno abbienti. Per di più non è stata prevista alcuna progressività e l’imposta è stata mantenuta al livello massimo consentito dello 0,8%.

Riportiamo di seguito il discorso fatto in consiglio ieri sera dal consigliere Enrico Cordioli, rappresentante del gruppo consiliare Nuove Prospettive – Partito Democratico riguardo a questa decisione.

 

La giunta alle prese con la ricerca di risparmi ha applicato una sforbiciata alle esenzioni piuttosto che ricercare altre economie al proprio interno. 

Nel dettaglio i 225 mila euro di maggior introito che ha previsto l’amministrazione per l’abbassamento della soglia di esenzione dell’addizionale comunale come sono stati determinati??? Che metodologia per la profilazione delle famiglie colpite dalla riduzione dell’esenzione addizionale Irpef è stata utilizzata??? E’ importante capirlo in particolar modo in questo momento di crisi diffusa.

Caro assessore Bianco e caro Sindaco questa scelta che adesso vi vede amministrare il Comune non me la sarei aspettata visto che entrambi, specie tu Gianmichele quando eravate in minoranza avevate criticato l’aumento dell’addizionale dallo 0,4% allo 0,8%.  E poi non si può dire caro assessore Forante che ci siamo uniformati ad altri comuni del nostro circondario Valeggio sul Mincio e Castel d’Azzano prendendo come esempio quelli che ci fanno più comodo perché ci sono altri Comuni a noi vicini che comunque questa scelta non l’hanno fatta.

Mi rivolgo poi, al vicesindaco Caltagirone con delega al bilancio che è anche assessore al sociale e quindi mi riferisco a questa dicotomia, partendo dal presupposto sul quale tutti converrete cari consiglieri che una persona che guadagna 10 mila euro può considerarsi alle soglie della povertà, da una parte andiamo a colpire abbassando l’esenzione i soggetti più deboli (anziani, disabili, non autosufficienti) scelta quindi fatta da chi elabora il bilancio (si parla di politiche di bilancio infatti) e dall’altra saranno gli stessi soggetti che busseranno alla porta dell’assessore al sociale per chiedere aiuto e sostegno. 

Tra gli obiettivi che dovrebbe avere una giunta e in particolare l’assessore al sociale  vi è quello di “favorire i soggetti autenticamente bisognosi” ma lo so diventa difficile questo ruolo quando si devono anche tener sotto controllo i costi e quindi il bilancio.

Ecco dopo tutta questa relazione ribadisco che secondo me questa è una scelta sbagliata e che quindi avrà il mio voto contrario.

In Italia e anche nel nostro Comune alcune importanti trasformazioni sociali ed economiche hanno iniziato a generare nuovi rischi e bisogni che hanno contribuito a rendere più manifesti, i limiti e le criticità del nostro sistema di welfare. In generale, fenomeni quali la de-industrializzazione, la terziarizzazione dell’occupazione e la diffusione del lavoro atipico hanno reso più dannosa l’assenza di uno schema di reddito minimo garantito contro la povertà, volto ad assicurare un minimo di risorse alle famiglie.

Allo stesso modo, la diminuzione delle dimensioni medie dei nuclei familiari, la crescita della partecipazione femminile al mercato del lavoro e l’invecchiamento della popolazione hanno minato l’adeguatezza della famiglia nel ruolo ad essa attribuito all’interno del sistema di protezione sociale italiano di agenzia primaria di welfare e al contempo reso più urgente un intervento di riconfigurazione del sistema di protezione sociale. Infatti, se nei decenni precedenti l’impostazione tradizionale e la solidità delle reti familiari e di comunità avevano permesso di ovviare alla mancanza di diritti di fondamentali per i cittadini, l’indebolirsi delle reti primarie insieme all’acuirsi dei bisogni rendono – oggi e in futuro – particolarmente grave sia la mancanza di politiche inclusive di assistenza economica sia la scarsa disponibilità di servizi di cura. Va notato poi che l’assenza di risposte ai bisogni emergenti non ha effetti negativi solo per chi si trova in condizioni di difficoltà ma anche per l’intero comune. Il mancato adattamento al nuovo scenario ha infatti portato le famiglie a mettere in atto strategie informali di risposta alla configurazione di vincoli e opportunità con cui si confrontano, principalmente attraverso una bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, un ritardo nella costituzione di nuovi nuclei familiari, una modificazione delle scelte procreative. Tali soluzioni a livello micro concorrono così a generare sul piano economico e sociale alcune conseguenze  negative a livello macro, tra cui in particolare una crescita economica più contenuta, una maggiore diffusione del rischio povertà, un rapido invecchiamento demografico, una scarsa mobilità sociale ed un’ampia ereditarietà dello svantaggio. Tali dinamiche meriterebbero di essere considerate in modo più attento nel dibattito sui costi e i benefici della modifica che intendete fare di esenzione. Le avete considerate?????”


COLPO DI SCENA.. IL CONSIGLIO ALL’UNANIMITÀ VOTA NO ALLA DISCARICA!!!!

In data 18 ottobre 2013 è stato convocato il Consiglio Comunale di Sona per  discutere un argomento importantissimo, che tocca da vicino tutti noi cittadini di Sona, in particolare le persone di Lugagnano; la riapertura della cava/discarica di Ca’di Capri.

Brevemente, per chi fosse da poco parte della comunità, si tratta di una zona adibita negli anni ’70 a cava di ghiaia e convertita in seguito a discarica di materiale non pericoloso, in poche parole di materiale derivante da macerie edilizie. Negli anni novanta è stata presa in gestione da una ditta privata, la Rotamfer che l’ha utilizzata anche per lo smaltimento di rifiuti quali il car-fluff ovvero un materiale che deriva dallo smaltimento degli interni delle auto. La giacenza,  lo smaltimento e la combustione di questi materiali, al limite del dannoso, hanno procurato inquinamento dell’aria e del suolo. Anche per questo nel 2007 le autorità hanno disposto il sequestro e la chiusura dell’impianto. Ora la Rotamfer ha chiesto di poter riaprire e riutilizzare questo bacino malsano con le aggravanti di un aumento di volume di materiali pericolosi da stoccare e un aumento anche della pericolosità stessa di tali materiali. Noi, come la maggioranza dei cittadini, siamo decisamente preoccupati per la salute nostra e dei nostri figli e siamo fermamente convinti che questa ditta non debba più avere la possibilità di operare nuovamente sul nostro territorio.

La discussione in Consiglio Comunale verteva sulla proposta di delibera presentata dalla maggioranza con il seguente titolo:

Proposta di delibera del CONSIGLIO COMUNALE n. 61 del 15-10-13 ad oggetto:

Ditta “Rotamfer S.p.a.”. Discarica per rifiuti speciali non pericolosi in Loc. C di Capri

– Variante sostanziale al progetto di ampliamento del 3′ lotto approvato con D.G.R.V. n.

662/2006 finalizzato alla messa in sicurezza generale della discarica. Istanza di revisione

prescrizioni n. 1 e 13 del parere n. 315 della Commissione Regionale V.I.A. del 21.09.2010

Le argomentazioni portate in discussione dalla maggioranza elencavano tutta una serie di pericolosità e dannosità derivanti dalla discarica stessa oltre che alla preoccupazione per la salute cittadina. Argomentazioni condivise dalle minoranze consigliari presenti e con una conclusione auspicabile quanto logica, di una delibera con parere negativo alla riapertura dell’impianto, ma, colpo di scena , la maggioranza aveva predisposto una proposta di delibera sopracitata con voto di ASTENSIONE, per noi inaccettabile !!!!!

Riporto a testimonianza del vero un passo di tale proposta :

(………)

Ritenuto che l’argomento in oggetto, per le vicende storiche e la complessità e delicatezza

sotto gli aspetti tecnico-gestionali ed ambientali, può rappresentare per la collettività e per

l’ambiente un serio problema e che l’Amministrazione Comunale da poco insediata si trova nella

condizione e nella necessità di dover pronunciare un parere, nella consapevolezza che la vicenda, per i trascorsi travagliati, debba avere finalmente conclusione nel progetto di messa in sicurezza; Per i motivi innanzi esposti;

DELIBERA

1. di esprimere voto di ASTENSIONE all’istanza della ditta “Rotamfer S.r.l.” presentata alla

Regione Veneto il 28.05.2riferimento alla prescrizione 1 con la quale la Regione Veneto prevede il riempimento dei lotti disponibili mediante rifiuti inerti, terre e rocce da scavo, pietrisco per massicciate

ferroviarie, minerali, rifiuti da attività di costruzione e demolizione, minerali corrispondenti

a codici CER di origine e provenienza diversi rispetto al “car-fluff” di cui la ditta ha previsto

l’utilizzo nel progetto di messa in sicurezza della discarica012 relativa alla revisione delle prescrizioni n. 1 e 13 del parere n. 315 emesso dalla Commissione Regionale V.I.A. nella seduta del 21.09.2010 …

(……..)

 

Allo sgomento dei cittadini presenti in sala sono seguiti gli interventi della maggioranza e della minoranza consigliare. Grazie ad argomentazioni più che convincenti, come quella del nostro Capogruppo Enrico Cordioli e grazie agli emendamenti presentati da tutti i capigruppo il consiglio all’unanimità ha raggiunto la più logica e accettabile posizione di un FERMO NO alla rimessa in funzione di questa piaga .

Riporto sempre per onor del vero un passo del discorso del nostro Capogruppo Enrico Cordioli che è di fondamentale importanza per capire il motivo per il quale NON è ammissibile che un’amministrazione si astenga dal prendere posizioni in merito a decisioni che graverebbero sulle nostre spalle:

(………)

La proposta di delibera della maggioranza, che propone di astenersi in sede di conferenza di servizi, non è dunque accettabile nel merito, ma nemmeno nel metodo. L’incertezza della difficile scelta, infatti, non può tradursi in una posizione intermedia: dal punto di vista amministrativo, l’art. 14 ter, comma 7 della legge 241/1990 dice infatti chiaro che l’astensione in Conferenza di Servizi equivale ad un parere favorevole.

Se non bastasse, si sappia che un parere favorevole o l’astensione impedirebbe al Comune di impugnare innanzi al TAR l’eventuale autorizzazione di riapertura della discarica.   (…..)

 

Quindi avremmo subito oltre il danno, anche la beffa. Avremmo avuto di nuovo un mostro inquinante in casa che ci sbeffeggia nonostante i nostri dissensi e la nostra contrarietà e NON avremmo avuto ( GRAVISSIMO !!!! ) neanche la possibilità di dire una sola parola contro, di provare di nuovo a liberarcene, di alzare un dito (giuridico!!! Si intende !!!!) per fermare un ulteriore fonte di inquinamento purtroppo legalizzata.

Saggia decisione.

Adesso tutto dovrà passare in Commissione VIA, dove decideranno le sorti della discarica. Siamo comunque soddisfatti della decisione presa all’unanimità dal consiglio, sia da un punto di vista etico-morale che politico.

 

per Nuove Prospettive – Partito Democratico

Vania Prati.


Consiglio Comunale del 22 ottobre 2013

E’ stato convocato il Consiglio Comunale di Sona per le ore 19,00 del giorno 22/10/2013 con il seguente ordine del giorno:

1. Comunicazioni del sindaco inerenti alla valorizzazione delle eccellenze scolastiche, partecipazione Prof. Stefano Quaglia dirigente U.S.R. Veneto;
2. Addizionale sul reddito delle persone fisiche:variazione regolamento e determinazione dell’imposta per il 2013;
3. Approvazione regolamento TARES;
4. Piano finanziario relativo al servizio di gestione dei rifiuti urbani anno 2013;
5. Approvazione delle tariffe per l’applicazione della TARES e per le rate di scadenza;
6. Verifica delle quantità e qualità delle aree da destinare a residenza, che potranno essere cedute in proprietà e in diritto di superficie e determinazione dei prezzi di cessione;
7. Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il bilancio 2013-2015;
8. piano delle opere pubbliche per il triennio 2013-2015 ed elenco annuale 2015;
9. ripartizione della quota dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria per gli interventi concernenti le chiese e gli altri edifici di culto anno 2013;
10. approvazione bilancio di previsione 2013, bilancio pluriennale 2013-2015, relazione previsionale e programmatica ed allegati.

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