La perdita di memoria volontaria dei grandi commentatori…

Nella foga di voler dimostrare che la politica va buttata al macero per far posto a qualche nuovo demiurgo proveniente dall’industria, dalla finanza, comunque dai salotti del potere, alcuni quotidiani hanno cancellato la storia d’Italia in questi ultimi giorni, inneggiando alle liberalizzazioni del governo come alla prima iniziativa di questo genere nel paese…
Da L’Unità. Articolo di Bianca Di Giovanni. “Non sappiamo se si tratti di innocenti amnesie, o di una studiata «damnatio memoriae». Sta di fatto che da quando il decreto liberalizzazioni è stato varato venerdì scorso, sui mass media si ripete lo stesso ritornello: finalmente l`Italia ha fatto cose mai viste prima. Qualche ministro (sottaciamo il nome) si attribuisce anche altisonanti primati: queste misure aspettavano da 20 anni. Tutto bene, per carità. Meglio agire che restare fermi come Berlusconi. Male però che si racconti una storia «addomesticata». Dalle cosiddette lenzuolate del governo Prodi non è passato molto tempo: difficile che tutti le abbiano dimenticate. E altrettanto poco credibili appaiono questi inni, dopo un triennio di silenzio assordante su tutti i tentativi, spesso riusciti, di ammorbidire quelle norme. Vale la pena abbozzare un confronto sull`impatto delle misure di allora, rispetto a quelle che ora affronteranno l`esame parlamentare. Tutti ricorderanno i costi di ricarica che i grandi gruppi telefonici imponevano ai clienti. Sono scomparsi con un tratto di penna, consentendo immediatamente un risparmio complessivo valutato in due miliardi di curo. Nessun rinvio a prossimi decreti. Tra le nuove norme si fa fatica a rintracciare una misura tanto vantaggiosa per i bilanci familiari. Da notare che durante la discussione sempre gli stessi giornali erano pieni di fosche previsioni (che non si sono avverate) sul conseguente taglio di posti di lavoro da parte delle compagnie telefoniche.
Sui farmaci non c`è partita: l`apertura di nuovi punti vendita per quelli da banco ha ottenuto il calo dei prezzi di circa il 18%. Prima di allora nel Lazio avevano invitato le farmacie a fare sconti, con risultati molto deludenti. E oggi sui farmaci di fascia C si fa retromarcia, e si rafforza il potere dei farmacisti. Mentre il centrodestra accusava Bersani di prendersela con i poveri parrucchieri, le banche subivano un colpo durissimo: niente spese di chiusura conto, niente penali per la rinegoziazione dei mutui, niente ricorso al notaio per estinguere l`ipoteca. Nel solo 2008, con la crisi che fece schizzare le rate a livelli mai visti prima, sono stati 408mila i cittadini che hanno rimborsato il prestito evitando spese per la cancellazione dell`ipoteca. Sulla mobilità dei correntisti si è fatto un balzo in avanti che ha portato l`Italia ai primi posti in Europa, con il 13,1% che nel 2009 ha cambiato banca (dati Ue). In media sono 2 milioni i clienti che decidono di cambiare istituto, senza versare l`obolo di chiusura conto. Tutto questo è entrato in vigore immediatamente, portando vantaggi economici sostanziosi per le famiglie. Oggi le banche sono assenti dagli
interventi. Che dire? Non si affronta neanche il tema delle commissioni per il pagamento via bancomat. Interessante il confronto sulle assicurazioni. Quella è stata forse la partita più complicata (dopo quella – persa – sui taxi che sembrano vincere anche stavolta), ma ricca di proposte innovative.
Come quella dell`agente plurimandatario. L`Ania ha lavorato di fino per lasciare la norma inattuata, tanto che oggi ci si presenta un`ipotesi più debole: cioè che sull`Rc auto si presentino almeno tre ipotesi di diverse compagnie. Peccato che la legge, per l`appunto, già c`era. Come già esiste la possibilità di sconti in caso di istallazione della scatola nera. Dei risarcimenti diretti, arrivati a circa 5 milioni, non si è saputo più nulla, a parte il fatto che Berlusconi ha accontentato le compagnie nel ridimensionarli. Sempre durante il governo Prodi entrò in vigore anche la possibilità per i titolari di vecchie e onerose polizze di cambiare compagnia. E infine, quella di comparare le offerte on-line. Tutto questo è stato sostanzialmente «oscurato». Oggi invece si spaccia come risultato rivoluzionario quello sulle polizze legate ai mutui: la banca dovrà presentare almeno due ipotesi. Ebbene, finora la sottoscrizione della polizza non era obbligatoria: con quella disposizione la si legalizza. Tanto per far spendere di più i cittadini”.


Per non dimenticare. Verona e le deportazioni.

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

Per non dimenticare. Verona e le deportazioni.
Mercoledì 25 gennaio ore 20,30
Sala da Lisca. Via Interrato dell’Acquamorta, 54. Verona. (vicino Piazza Isolo).

Introduzione di Vincenzo D’Arienzo – Segretario Provinciale PD Verona
Roberto Bonente – Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’età Contemporanea
Carlo Rimini – Presidente della Comunità Ebraica di Verona – Vicenza e testimone diretto
Gino Spiazzi – Presidente della sezione veronese dell’Associazione Nazionale ex Deportati
Musiche di Andrea Testa, violinista


Sulla giustizia c’è aria nuova

Verrebbe da dire che il cielo si è finalmente rasserenato. Sul tema della giustizia siamo di fronte a tratti di novità, di realismo e di responsabilità, rispetto agli ultimi anni, che ci fanno ritenere che sia stata intrapresa una nuova strada.
Nelle parole del ministro Severino non ci sono nè trionfalismi, nè promesse di riforme epocali, palesemente foriere di contrasti e comunque irrealizzabili.
C’é invece una apprezzabile consapevolezza del grave stato di dissesto in cui versa, in cui continua a versare, l’amministrazione della giustizia in Italia.
E c’è soprattutto la consapevolezza di doversi muovere in ambiti temporali ristretti, certamente insufficienti rispetto a qualsiasi pur necessaria riforma in profondità.
E’ giunta l’ora di affrontare con proposte concrete l’enorme mole di arretrato (sia civile che penale), la lentezza inaccettabile dei processi, la vergogna di una situazione carceraria non da Paese civile.
Invece di parlare di processo breve o di processo lungo, bisognerà ora discutere di informatizzazione e digitalizzazione del sistema giudiziario, di lotta alla criminalità, di misure alternative alla detenzione, degli ospedali psichiatrici giudiziari, del garante per i detenuti, del la tutela delle vittime dei reati, della sicurezza sui luoghi di lavoro e i delitti ambientali, della depenalizzazione dei fatti socialmente irrilevanti, della rivisitazione delle norme sulla prescrizione, della situazione dei tossico-dipendenti, oltre alle norme in materia di corruzione e di reati contro il bene pubblico e la pubblica amministrazione.
Le strade per rimediare alle patologie e alle disfunzioni ormai croniche del sistema-giustizia esistono, sono chiare, anche se non semplici da percorrere. Il governo dimostri di avere la volontà e la capacità politica di percorrerla questa strada.

Sen. Felice Casson (PD)



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