Verona si stringa attorno alla sua fiera

Verona si svegli. Dopo l’aeroporto, la Fiera è in pericolo se non ci saranno gli investimenti necessari. Le politiche sbagliate di Tosi, fatte di propaganda e vendite, stanno venendo al pettine. Sulla Fiera avevamo visto giusto ancora un anno fa: la crisi economica e la trasformazione che le mutate condizioni economiche delle imprese impongono all’intero sistema fieristico sposta, di fatto, l’interesse dalla sola messa a disposizione di aree espositive alla fornitura di servizi e all’accompagnamento delle imprese e, soprattutto, per reggere nel mercato sempre più globale e agguerrito, occorrono investimenti sull’attività internazionale e per consolidare i prodotti simbolo nel mondo, come Vinitaly.

In questo ultimo anno la risposta alle nostre proposte è ben nota a tutti: un parcheggio e la vendita delle quote del Comune che, come era ed è evidente, non hanno aiutato la ricapitalizzazione della Fiera, ma solo le casse esangue del Comune.

E’ una visione minoritaria che Tosi ha ben applicato in giro: dissanguare le casse altrui per riempire le proprie ha immediati benefici per lui, ma il sistema Verona ne perde in prospettiva. Il prossimo bottino sarà la cessione di AMIA ad AGSM…stesso percorso culturale, medesimo danno alle casse di una società pubblica.

Adesso servono 15 milioni. Non potevano essere ricavati dalla vendita delle medesime quote a soci privati? No, Tosi ha pensato solo a se stesso e il resto può andare a remengo.

La fiera ha bisogno di un partner internazionale del settore che ne favorisca lo sviluppo e porti capitali freschi. La semplice redistribuzione delle quote all’interno dell’attuale compagine sociale e le caratteristiche esclusivamente finanziarie dei nuovi soci (Cattolica e Popolare di Vicenza) non hanno favorito né la ricapitalizzazione né la spinta necessaria per affrontare le difficoltà.

Se la Fiera non riuscirà ad attuare il proprio piano industriale nel quale sono previsti nuovi ingressi, un nuovo padiglione e più rassegne in contemporanea, questa grossa opportunità per Verona, si fermerà lì e regredirà in un mercato di squali.

Quali prospettive strategiche ha Tosi per la nostra fiera? Possiamo permetterci di perderla?

All’indomani della decisione scellerata di vendere le quote solo per far soldi e senza un progetto, Tosi pubblicamente si impegnò per la ricapitalizzazione dell’Ente. Bene, è venuto il momento. Caro Tosi, con quali soldi?

Il danno è grosso e penso che dopo la scoppola dell’Aeroporto, Verona debba svegliarsi da torpore e dal timore di contraddire il principe. Ci sta portando giù.

E’ il momento che le forze sane di questa città capiscano che solo gli Stati Generali dell’economia e della politica, che chiediamo da anni, possono portare beneficio perché è l’unico modo per metterci tutti insieme e dalla stessa parte in un fase in cui le poche risorse in giro e l’elevata concorrenza sono nemici comuni. Infatti, non si tratta solo di una questione economica, qui bisogna creare una lobby positiva a tutela dello sviluppo di Verona.

Bene, quindi, l’appello della Fiera che rende centrale il tema. Credo che solo Tosi non l’abbia capito.

Rimandarlo ancora negherebbe a Verona un’occasione di crescita.

 

Vincenzo D’Arienzo – segretario provinciale del Partito Democratico


Come stiamo migliorando il decreto liberalizzazioni

di Anna Finocchiaro – 23 febbraio 2012

Certamente la via per rendere il nostro Paese più moderno attraverso le liberalizzazioni e’ accidentata e difficile ma non e’ vero che in Parlamento, come si legge in giro, si stia facendo retromarcia e ci stia arrendendo alle lobby.
Sicuramente si potrebbero fare meglio tante cose, ed e’ vero che le pressioni di contrasto sono fortissime, ma il PD rivendica di aver contribuito a migliorare il provvedimento.
Soprattutto in materia di banche e assicurazioni possiamo dire, senza paura di essere smentiti, di aver ottenuto molto di quello che chiedevamo dall’inizio attraverso i nostri emendamenti.
Sono state accettate le nostre proposte su questioni davvero importanti per tanti cittadini come le stipule di mutuo e la vendita di contratti assicurativi.
Le banche non potranno più vincolare l’erogazione di un mutuo alla stipula di una assicurazione sulla vita presso lo stesso istituto e non potranno più condizionare l’erogazione di un mutuo all’apertura di un conto corrente.
E lo stesso vale per la riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti e per la gratuità dei conti correnti di base destinati esclusivamente all’accredito delle pensioni fino a 1500 euro.
Sul versante delle assicurazioni, ad esempio, su nostra proposta si elimina la norma che prevede la riduzione del 30% del risarcimento dei danni per la riparazione del veicolo danneggiato, penalizzante per l’assicurato che si rivolge alla propria autocarrozzeria di fiducia.
Ho citato solo alcune questioni che riguardano però una ampia platea di cittadini e credo sia giusto che il Pd rivendichi il merito di aver reso piu’ incisivo il provvedimento.


Liberalizzazioni, al Senato passano alcune proposte del PD

Dalle agenzie di stampa. Dichiarazione di Antonio Lirosi responsabile consumatori del  Pd.

“Guardiamo con particolare soddisfazione ai primi risultati ottenuti dalla commissione industria del Senato e per il sostanziale accoglimento nei testi degli emendamenti riformulati dai relatori di alcune delle proposte prioritarie presentate dal Pd. Le modifiche finora concordate, anche se alcune devono ancora essere votate dalla Commissione, vanno tutte nella direzione di rafforzare l’impianto delle liberalizzazioni, con misure che da subito porteranno benefici tangibili ai consumatori”. “In particolare: a) per le polizze vita a garanzia dei mutui viene aggiunto il principio che il cliente è libero di scegliere sul mercato quella più conveniente; b) la gratuità dei conti correnti di base destinati all’accredito della pensione fino a 1.500 euro e delle transazioni di moneta elettronica per acquisto di carburanti fino 100 euro. c) le banche non potranno più condizionare l’erogazione di un mutuo bancario all’apertura di un conto corrente presso la medesima banca, pena l’applicazione di una sanzione come pratica commerciale scorretta; d) l’eliminazione del taglia 30% del risarcimento dei danni per la riparazione del veicolo danneggiato, penalizzante per l’assicurato che si rivolge alla propria autocarrozzeria di fiducia”.”E’ auspicabile che anche la riformulazione del testo sulla class-action venga approvata al fine di semplificare le procedure di adesione al gruppo da parte dei singoli consumatori e alla possibilità di pervenire ad un accordo sulla liquidazione del danno,  sotto la vigilanza del giudice; un significativo apprezzamento va espresso per il proficuo lavoro svolto dai due relatori e per la disponibilità offerta dai rappresentanti del governo, che è di buon auspicio per affrontare i nodi che rimangono ancora da risolvere sulle altre materie trattate dal decreto-legge”.


Il Pd: «Scuola materna mai costruita»

da L’Arena di mercoledì 15 febbraio 2012

 

«Dov´è finita la scuola materna di Lugagnano?»: se lo chiede provocatoriamente il Pd di Sona, in alcuni volantini diffusi in questi giorni in tutto il territorio comunale. Nel programma elettorale dell´attuale maggioranza, fra gli altri punti, c´era anche la costruzione di una nuova scuola dell´infanzia nella frazione di Lugagnano. Stando alle intenzioni dichiarate dagli amministratori, sembrava che l´avvio dei lavori dovesse essere abbastanza immediato. Ad oggi, però, trascorsi ormai quasi quattro anni dall´insediamento dell´amministrazione guidata da Gualtiero Mazzi, non è ancora stato posato nemmeno il primo mattone.
Nei volantini del Pd, vengono riportate alcune parole proferite dall´assessore ai lavori pubblici Vittorio Caliari nel maggio del 2009, durante un´assemblea organizzata proprio a Lugagnano: «Come Comune», aveva detto allora l´assessore, «abbiamo rispettato il patto di stabilità: adesso non abbiamo più scuse e il 2010 sarà l´anno della verità in quanto per la fine del corrente anno (il 2009, ndr) sarà stato messo a gara il progetto visionato dalla preside della scuola dell´infanzia e dal consiglio di istituto. Se per l´estate non ci saranno le ruspe qui, allora potremmo andare tutti a casa».
Quest´ultima affermazione non è sfuggita ai membri del Pd, che concludono i loro volantini rilevando: «Ad oggi non si sono viste né ruspe, né dimissioni». La nuova scuola dell´infanzia dovrebbe sorgere dietro le scuole medie «Anna Frank» e dovrebbe ospitare 120 bambini. A ritardare l´inizio dei lavori è stato un iter burocratico piuttosto travagliato. Il progetto preliminare, che prevedeva una spesa di 2 milioni e 680 mila euro, era stato approvato dalla giunta già nel giugno del 2008. Nel novembre del 2010, una nuova delibera aveva rideterminato il quadro economico dell´opera, con una previsione di spesa di oltre 3 milioni e 116 mila euro.
Nel febbraio del 2011, era stato pubblicato il bando di gara per l´affidamento dei lavori, poi annullato attraverso un provvedimento «in autotutela», a seguito delle osservazioni dell´Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Verona, secondo la quale alcuni requisiti economico-finanziari richiesti per la partecipazione alla procedura erano eccessivamente restrittivi rispetto all´entità dell´appalto.
È stato dunque presentato un nuovo bando, ed i tempi di realizzazione dell´opera sono ulteriormente slittati.
Il 23 gennaio scorso, finalmente, sono arrivati in Comune i progetti definitivi presentati dalle ditte in gara.
«Finita la fase di valutazione», spiega Caliari, «ci sarà quella di aggiudicazione e, teoricamente, entro l´estate si dovrebbero vedere le ruspe in azione, sempre che non ci siano segnalazioni o ricorsi».
«La nuova scuola dell´infanzia», aggiunge l´assessore, «andrà ad integrarsi a quella parrocchiale, che c´è già e funziona bene. Riusciremo inoltre a liberare due aule alla primaria Silvio Pellico, dove è attualmente ubicata la scuola dell´infanzia statale, che ospita 50 bambini».
«Per quanto riguarda l´investimento economico», conclude Caliari, «pagheremo la prima rata del leasing solo quando la struttura sarà finita ed agibile. Prima non tireremo fuori neanche un euro».


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