Bersani: Grande coalizione nel 2013? Ipotesi cervellotica e innaturale

Sintesi per punti dell’intervista al segretario del PD a Rapporto Carelli su Sky Tg24

mercoledì, 7 marzo 2012

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Annullamento del vertice con Monti. “Non c’è nessun problema tra i partiti”. Ad assicurarlo è stato Pier Luigi Bersani intervistato su Sky Tg24 a Rapporto Carelli commentando l’annullamento del vertice di questa sera con il premier Mario Monti e Pier Ferdinando Casini per la defezione di Angelino Alfano.

“Noi siamo pronti a discutere di tutto se qualcuno non è pronto a farlo si dica”, ha aggiunto il segretario del Pd. “Il gesto di Alfano e’ stato totalmente inopinato e inaspettato”, ha sottolineato. Il Paese sta attraversando una crisi e si devono “abbandonare un po’ di interessi di bottega”. Detto questo, ha aggiunto Bersani, “bisognerà comporre il dissidio”.

“E non è affatto vero che il Presidente del Consiglio ci ha invitati per discutere di Rai e giustizia ma per fare il punto programmatico del governo. Il problema di Alfano non è che ci siano in agenda solo Rai e giustizia, ma che ci sia anche Rai e giustizia, e in particolare giustizia”.

Rai. “C’è un’azienda che sta andando contro un muro ed bisogna intervenire – ha sottolineato il segretario del Pd – se si va avanti con questa governance, noi non partecipiamo alla nomina del nuovo Cda”. “Ognuno deve essere responsabile – ha continuato Bersani – compreso il Tesoro, che è azionista al 90%. Ma non è che salta il Governo su questa cosa, ma ci sara’ consentito non partecipare a questa distruzione…”, ha affermato. Se poi, ha aggiunto, “il Pdl vuole mettersi di traverso, va benissimo ma il Governo non salterà per questo”.

Alleanze politiche. Pier Luigi Bersani ha definito “cervellotica” l’ipotesi di una grande coalizione Pd-Pdl-terzo polo nel 2013. Per il segretario del Pd si può lavorare ad un “bipolarismo mite” ma sottolineando che “tutte le democrazie respirano con due polmoni”. Insomma, servono due proposte alternative. Bersani ha ribadito che nei vari incontri di questi mesi con Alfano e il Pdl “sui temi sociali, della democrazia e della giustizia, io non mi trovo quasi mai d’accordo con loro e loro quasi mai con me. E’ naturale perché bisogna dire agli italiani che Paese si vuole. A meno che noi non decidiamo di sospendere le elezioni e la democrazia”.

La foto di Vasto. Durante la registrazione di “Rapporto Carelli” a Pier Luigi Bersani è stata data una copia della foto di Vasto che lo ritrae con Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Se la sente di strapparla? Viene chiesto al segretario del Pd che risponde: “Non la strappo ma chiedo a tutti quelli che hanno una radio o una tv di far sentire il sonoro di quello che ho detto a Vasto e non di far vedere solo questa foto”.

A Vasto “ho detto che non può più andare in onda il vecchio film del centrosinistra e che se stavolta ci sara’ un’alleanza di centrosinistra deve avere nuove regole per la governabilità e deve essere aperta ad un lavoro comune con le forze moderate e di centro. Io -scandisce Bersani- sono fedelissimo a quel sonoro”.

Bersani ha portato anche un esempio sulle possibili nuove regole di alleanza. “Ad esempio sulla Tav si deciderebbe a maggioranza nell’assemblea dei gruppi”. Su questo, ha chiesto, “ci si sta? Se non e’ cosi’, noi non siamo disposti”.

Legge elettorale. “Il Pd ha le sue proposte ma siamo disposti a dei compromessi. La bozza va discussa e affinata ma il punto aperto è come conciliare la flessibilità per evitare maggioranze abborracciate e non senza arrivare al punto che non si sa qual è la maggioranza, quale il premier, quale la proposta di governo”. Penso che “la soglia del 5% e’ ragionevole”.

Riforma del lavoro. La riforma del lavoro deve essere condivisa dalle parti sociali, altrimenti il governo si mette in crisi con l’Italia. “Se la cosa va bene – ha detto Bersani – il paese prende una spinta importante sul piano della fiducia. Se va male, non va male per i rapporti tra Pd e governo, ma perchè ciascuno si metterà in libertà. Non sarò io a mettere in crisi il governo ma è il governo che si mette in crisi con l’Italia, non con il Pd”.

“Quando ho parlato con Monti e Fornero ho sempre fatto presente una cosa: ma noi che messaggio vogliamo dare al mondo? Vogliamo lo scalpo di una cosa che non è il punto vero” delle difficoltà del mercato del lavoro, ovvero l’articolo 18. “Oppure dare al mondo l’idea che ci siamo messi in un cammino di riforme condivise”.

“Con un paio di miliardi” si puo’ fare la riforma degli ammortizzatori sociali ha aggiunto il segretario del Pd. I soldi “si possono trovare perché ne stiamo risparmiando molti. Così si va verso un nuovo sistema più universalistico di ammortizzatori. Non ci vogliono risorse clamorose”.

Candidarsi nel 2013. Pier Luigi Bersani si è detto disponibile a candidarsi a premier nel 2013, a patto che la scelta non avvenga nelle segrete stanze dei partiti. “A me interessa l’Italia, se si ritiene che il candidato possa essere io, bene. Ma certamente non lo decidiamo in 4 o 5 con una norma statutaria”.

Bersani ha spiegato che verrà “prima la coalizione, poi il perimetro programmatico, cioè lo spartito, quindi si candidano i possibili suonatori. Questo avverrà qualche mese prima delle elezioni”. Infine a chi gli fa notare che il 37 per cento degli elettori lo vorrebbe premier, Bersani risponde: “Se fossi sicuro che prendo dieci punti in più del Pd, mi candidano proprio alla grande”.


La destra prigioniera degli interessi di Berlusconi

La destra prigioniera degli interessi di Berlusconi fa saltare tutti i tavoli. Cerca lo scontro per confondere le acque e tenere sotto pressione Monti su frequenze, TV, ddl anticorruzione.
La sequenza della giornata di ieri mostra plasticamente che cosa sta accadendo.
a) Nella prima mattina Fedele Confalonieri dice in un’audizione parlamentare che Mediaset sta subendo un drammatico calo della raccolta pubblicitaria (tra crisi dell’economia e assenza di Berlusconi da Palazzo Chigi gli imprenditori hanno smesso di pompare soldi): Se continuerà così, Mediaset andrà in rosso e dovrà licenziare in modo anche drastico una fetta non irrilevante delle proprie maestranze.
b) Subito dopo, Fedele Confalonieri viene ricevuto dal presidente del consiglio Mario Monti e chiede che venga sbloccato il beauty contest, cioè il regalo delle frequenze digitali ai grandi operatori, a cominciare da Mediaset. Monti nell’incontro non gli garantisce nulla, anzi non gli offre nemmeno la speranza di un ripensamento sul blocco del beauty contest.
c) Silvio Berlusconi annuncia che non andrà a Porta a Porta da Vespa per non spiazzare Alfano che è il segretario del Pdl.
d) Però subito dopo Angelino Alfano, fedele alla consegna che secondo tutti i giornali è arrivata via telefono da Berlusconi mentre era in volo verso la Russia dell’amico Putin, avverte Monti che non potrà andare all’incontro previsto per la sera con Bersani e Casini, perché non intende parlare di Rai e di giustizia.
e) Il Pd protesta: l’ordine del giorno è generale, c’è tutto, naturalmente compresa Rai (sta scadendo il Consiglio di amministrazione) e la giustizia (c’è da approvare con le opportune modifiche il ddl anticorruzione, la cui urgenza è testimoniata dalle cronache di tutti i giorni).
f) Dal Pdl parte una scarica di dichiarazioni ovviamente ben studiate (tutte uguali) per dire che il governo è nato per affrontare la crisi economica, Rai e corruzione non c’entrano nulla.
g) Mentre tutto questo accade, nella discussione parlamentare sul provvedimento sulle semplificazioni alla Camera, le posizioni di alcuni rappresentanti del governo imposti dalla destra, come il sottosegretario Gianfranco Polillo, provocano quasi uno scontro durissimo su temi quali la scuola, la sanità.
In conclusione, come scrive Stefano Folli su Il Sole 24 Ore “È come se Berlusconi si fosse all`improvviso seccato, vedendo che il suo reiterato sostegno al presidente del Consiglio non produce risultati apprezzabili in merito alle frequenze televisive, al destino di Mediaset e alla gestione della Rai. Tre questioni prioritarie per l`ex premier. Poi ci sono anche considerazioni più generali, legate al prossimo voto amministrativo. I sondaggi continuano a essere pessimi per il Pdl e suggeriscono una linea più ruvida rispetto al governo tecnico. Quanto alle convulsioni di cui è preda la Lega a Milano, sono un altro elemento di inquietudine per Berlusconi. La procura parla di un «sistema Pdl-Lega» nelle malversazioni e in ogni caso le difficoltà dell`antico alleato dimostrano quanto sia pericolosa la fine del vecchio assetto di potere. Per Monti la vicenda non è solo «un problema fra i partiti». Non toccherà la stabilità dell`esecutivo, ma rivela che qualcuno è più logorato di altri”.
Altri quotidiani parlano di “scontro tra i partiti”, come se Monti non c’entrasse nulla e il problema riguardasse non l’inattendibilità della destra, ma la rissosità della politica. Niente di preoccupante: è solo la solita lente ideologica della politica che fa schifo e della tecnica che è meglio di tutto. E’ la linea che si può leggere oggi in alcuni articoli de Il Corriere della Sera e de La Repubblica.


La Segreteria Nazionale del PD discute di occupazione e democrazia nei luoghi di lavoro

Martedì mattina (6 marzo) la segreteria nazionale del Partito Democratico ha discusso di crisi economica, occupazione, democrazia nei luoghi di lavoro, della trattativa sul mercato del lavoro e anche della prossima manifestazione nazionale della Fiom-Cgil.

La relazione di apertura l’ha svolta Stefano Fassina, responsabile economico del partito. “La riflessione sull’occupazione e sulle condizioni della democrazia nei luoghi di lavoro è stata al centro della riunione della segreteria di oggi” ha spiegato al termine della riunione Fassina. “Nella relazione introduttiva ho rimarcato il carattere generale dei problemi emersi negli ultimi mesi: i limiti alla rappresentanza sindacale presenti nelle aziende del gruppo Fiat; il mancato reintegro di tre lavoratori alla Sata di Melfi, nonostante la sentenza della Corte di Appello di Potenza; i rischi di discriminazione sindacale a Pomigliano; la violazione della libertà di informazione alla Magneti Marelli di Bologna. Abbiamo sottolineato come il Pd sia impegnato per risolvere tali problemi. In particolare, con proposte di legge in Parlamento per correggere l’art 8 del Decreto di Ferragosto e l’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori. Nella discussione, grande preoccupazione è stata anche espressa per il futuro degli stabilimenti di Fiat auto, in particolare dopo recenti dichiarazioni dell’a.d. del gruppo. Alcune domande sono centrali: quali sono le prospettive del progetto “Fabbrica Italia”? Qual è il piano industriale sul quale investire i 20 miliardi di euro previsti nel 2010? Quale iniziative il governo può assumere sul terreno della politica industriale per sostenere una parte così rilevante della nostra manifattura? Le preoccupazioni per la democrazia nei luoghi di lavoro e l’impegno a rimuovere gli ostacoli al suo pieno ripristino mi avevano portato, insieme ad altri dirigenti del Pd, ad indicare la partecipazione alla manifestazione nazionale organizzata a Roma il 9 Marzo prossimo nella giornata dello sciopero generale indetto dalla Fiom per la democrazia, per il contratto nazionale per la difesa dell’art 18 dello Statuto dei Lavoratori. La posizione in merito alla partecipazione alla manifestazione del 9 Marzo però è cambiata, in quanto la manifestazione si è caricata anche di altri contenuti, in particolare la Tav, oggi al centro dell’agenda politica e causa di inaccettabili episodi di violenza. Data la posizione del Pd sulla Tav e considerata la possibile presenza dei movimenti NoTav alla manifestazione del 9 Marzo, ho ritenuto incoerente la partecipazione, nonostante la condivisione di alcuni dei problemi indicati dalla piattaforma dello sciopero generale. Infine – ha detto Fassina – nella discussione sulle condizioni e sulle prospettive del lavoro in Italia, abbiamo ribadito l’impegno del Pd perché si raggiunga un accordo: una soluzione innovativa e condivisa al tavolo aperto tra governo e parti sociali sul mercato del lavoro. Il Pd continua a ritenere decisivo l’accordo, il consenso delle parti sociali sulle riforme del mercato del lavoro, in una fase di sempre più acute sofferenze sociali, segnata dall’aggravamento della disoccupazione e della precarietà del lavoro, soprattutto per le generazioni più giovani”.



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