«Padova capoluogo, idea referendum»
da www.pdverona.it
Dal Moro rilancia: «Padova capoluogo, idea referendum»
Il deputato Pd: «Tosi ha ragione»
Cosa ti aspetti da un deputato del Pd che commenta l’intervista rilasciata al Corriere di Verona dal sindaco e leader regionale leghista Flavio Tosi nella quale attacca Venezia e la definisce «sprecona»? Forse, per il fatto che milita nello stesso partito del primo cittadino di Venezia, Giorgio Orsoni, era lecito presupporre un’accorata difesa della città lagunare. Invece no. Gian Pietro Dal Moro non solo sta con Tosi, ma rincara la dose e arriva a ipotizzare un referendum veneto per spostare a Padova il capoluogo di regione, spingendo nel contempo Verona a chiedere lo status di città metropolitana per diventare centro nodale di un sistema interregionale che abbracci Veneto, Trentino e parte della Lombardia.
Onorevole Dal Moro, il sindaco Tosi parla di una Venezia privilegiata e sprecona come Roma. Cosa ne pensa?
«Più che sprecona Venezia mi sembra, ad oggi, privilegiata. Su questo concordo con Tosi. Tuttavia, al sindaco dico che una maggiore centralità della nostra città la si conquista non lanciando strali contro Venezia – che, pur tra mille contraddizioni, resta una realtà unica al mondo, patrimonio indiscutibile di tutti – ma lavorando meglio per aumentare il peso di Verona e riqualificarne immagine e ruolo».
Cosa vuol dire?
«Che Verona oggi potrebbe contare di più. Indiscutibilmente. Da sempre il Veneto è dipendente dal triangolo Padova-Venezia-Treviso. In un simile scenario Verona, da sola, potrà solo continuare a protestare. Però così non cambierà mai nulla. Diciamolo chiaramente».
E come cambiare, allora?
«La ricetta che da diversi anni propongo è che Verona faccia sistema col quadrilatero Verona-Vicenza-Brescia-Trento, agganciando le province di Mantova e Rovigo. Sarebbe la prima città metropolitana interregionale. Un progetto ambiziosissimo».
Tosi parla dei benefici che Venezia ha ottenuto usufruendo dei fondi della legge speciale e che nonostante questi benefici continua a penalizzare il Veneto…
«La specialità di Venezia è fuori discussione: la sua unicità e il valore aggiunto che essa comporta sono un vantaggio competitivo per tutto il Veneto. Inoltre, com’è noto, nei prossimi anni Venezia godrà dei benefici di città metropolitana, status riconosciutole con l’approvazione della spending review. Per questo da anni insisto, soprattutto su queste colonne, sulla necessità che tutto il sistema politico della città s’impegni senza distinzioni per ottenere il riconoscimento di Verona città metropolitana. Quando ne parlavo qualche anno fa sembrava una battaglia culturale nostalgica, da municipalismo vintage. Invece oggi sappiamo che nei prossimi anni le città metropolitane avranno norme e finanziamenti dedicati. Avranno, in parole semplici, la possibilità di avere una marcia in più. Vogliamo sul serio rinunciarvi?».
Nonostante tutto, Venezia resta comunque il punto di riferimento regionale del Veneto…
«Lascierei a Venezia il primato intangibile storico, culturale e artistico, ma ridiscuterei la sua superiorità regionale in termine di governance».
Che vuol dire onorevole Dal Moro?
«Penso che oggi si possa discutere senza tabù dell’opportunità di mantenere ancora a Venezia la sede della Regione Veneto e al contempo chiedersi se invece, per ragioni di efficienza e di centralità, non sia preferibile spostarla a Padova, più centrale nel Veneto e più baricentrica rispetto agli insediamenti economici dei nostri distretti industriali. Venezia potrebbe rimanere sede di rappresentanza della Regione».
E’ una provocazione in aiuto a Tosi: Venezia ci penalizza e noi mettiamo in discussione la sede regionale?
«Ma no. Non la metterei in questi termini. Solo che è indubbio che Venezia come capoluogo di Regione sia un’anomalia rispetto alle altre regioni italiane».
Perché?
«Perché il nostro capoluogo di Regione è come sbilanciato rispetto agli equilibri del Veneto. Pensi a Milano rispetto alla Lombardia, a Torino rispetto al Piemonte, a Genova rispetto alla Liguria… Le uniche eccezioni riguardano la Sardegna, la Sicilia e la Calabria, ma lì le ragioni, com’è noto, sono altre».
Quindi la sua proposta?
«Credo che dovremmo chiedere ai veneti cosa pensano».
Un referendum sul capoluogo di Regione?
«É prematuro parlarne ora, ma con la nuova geografia istituzionale, e la cancellazione o il ridimensionamento delle Province, la scelta di Venezia come città metropolitana non si può escludere una rinegoziazione del capoluogo di Regione».
Non negherà che si tratta di una bella provocazione nei confronti dei veneziani?
«Nessuna provocazione nei confronti di Venezia, ho molta stima del sindaco Orsoni, per il lavoro importante che sta facendo, ma Verona non può continuare a essere penalizzata. Così come penalizzato è l’interesse del Veneto nel suo complesso».
A.S.
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