Non si oltraggia la Liberazione.

L’episodio della bandiera della repubblica di Salò issata allo stadio nel giorno delle celebrazioni del 25 aprile lascia sbigottiti, ma non più di tanto, purtroppo. Verona, città che ha dato un importante contributo alla liberazione dal nazifascismo, torna sulle cronache nazionali per l’ennesima provocazione di squallidi personaggi che si sentono appoggiati anche da figure con ruoli pubblici locali, che dimenticano troppo spesso di rappresentare le istituzioni democratiche e repubblicane nate dalla resistenza.
Lo temevamo e lo avevamo scritto il giorno prima al Prefetto di Verona:
“Mai come quest’anno la sua celebrazione amplifica il messaggio di Speranza e Ricostruzione insito nella Liberazione… Lascia dunque sbigottiti vedere abbattersi sulle celebrazioni di questa festività interventi sguaiati da parte di alcuni rappresentanti delle istituzioni locali che dovrebbero rappresentare e interpretare l’unità della città sui valori fondanti della Repubblica. Interventi volti a gettare discredito sulla ricorrenza, a marcare distinguo sui suoi “reali” significati, a strumentalizzare le morti e ad esacerbare gli animi. E’ duro accettare che dopo 75 anni dal 25 aprile 1945 il livello del confronto sia caduto tanto in basso.” Lo temevamo ed è accaduto, il nostro appello è caduto nel vuoto ed abbiamo dovuto registrare l’episodio della bandiera e le dichiarazioni del sindaco di Verona, che non perde occasione per lanciare segnali di vicinanza all’estrema destra. Verona merita di meglio. Non basta la condanna. Senza dimenticare mai i sacrifici compiuti per consentirci di vivere in democrazia e guardare avanti, dobbiamo tutti impegnarci per dare al nostro paese e a Verona una forte prospettiva di cambiamento.
A quanti dicono che il fascismo è morto ricordo che è vero, ma che può risorgere in modi differenti, come nei governi nazionalisti, egoisti, razzisti ed autoritari, che non accettano il dissenso e l’informazione libera, che coltivano e diffondono sentimenti di odio e di intolleranza. Anche nelle amministrazioni locali che ad essi si richiamano. E’ ora di dire basta, i responsabili dell’ignobile gesto vanno individuati e puniti e i gruppi che si ispirano al fascismo vanno sciolti.
Serve una rinnovata stagione che ci veda impegnati, tutti, alla cura dell’interesse generale. Il PD di Verona non si tirerà mai indietro.

Maurizio Facincani, segretario provinciale



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