Milano e Roma decidono per Verona
Lascia perplessi che, dopo cinque anni di governo, da parte del Sindaco più amato d’Italia non risulti nessuna idea forte di città. Ieri sera Tosi ha fatto il solito elenco delle opere ancora da realizzare: traforo, filobus, inceneritore, arsenale, sistemazione dei musei, salvo lamentarsi della solita burocrazia italiana, che immaginiamo sia la stessa che a Palazzo Barbieri, da lui amministrato, ha impiegato cinque anni per approvare il Piano degli Interventi sulla base di un Pat trovato praticamente già pronto, anche se poi pesantemente modificato. Come volevasi dimostrare, Verona è apparsa molto lontana dall’orizzonte della discussione, e magari lo è anche dai pensieri del Sindaco che, malgrado il suo ultimatum, a dire il vero poco convincente, per la sua candidatura deve continuare a bussare alle porte dei palazzi milanesi e romani. Sempre meglio del vicesindaco che per farsi ascoltare dal suo segretario è costretto a mandare un fax.
Michele Bertucco, candidato Sindaco di Verona per il centrosinistra
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