Manovra troppo poco equa

Questa manovra serve per evitare il fallimento dell’Italia. Ieri il presidente del Consiglio, Mario Monti, lo ha detto chiaro e tondo in Parlamento.
Il pericolo di cadere nel baratro (con il rischio di finire come l’Argentina) giustifica la durezza della manovra. Ma l’equità dell’intervento, promessa da Monti, è piena zeppa di buchi.
Il Partito Democratico, attraverso l’intervento dei suoi dirigenti, il segretario Pier Luigi Bersani, e i presidenti dei gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, hanno detto chiaramente che il Pd, per responsabilità verso il Paese, farà la sua parte, ma chiede modifiche importanti alla manovra per difendere i più deboli e propone dove e come trovare le risorse per riequilibrare l’intervento.
Questa linea è stata presentata in Parlamento e poi, in serata, discussa e approvata dal coordinamento del partito.
Primo: se siamo a questo punto lo dobbiamo alle scellerate decisioni prese dal governo di Silvio Berlusconi, che ha cancellato molte delle buone norme previste dal governo Prodi, che ha lasciato campo libero e premiato gli evasori, che ha speso a favore dei più ricchi le poche risorse che erano disponibili per sostenere l’economia, soprattutto che ha negato la crisi e alla fine non è stato in grado di affrontarla. Mai dimenticare chi ci ha portato qui.
Secondo: la caduta di Berlusconi e il cambiamento di governo, conquistato dal Pd con la propria politica, non significa che sia cambiata la composizione del Parlamento o che questo governo sia il governo del Pd. Il governo Monti è un governo di transizione per affrontare l’emergenza.
Terzo: il fallimento dell’Italia va evitato. Ma ci vuole più equità.
Dalle agenzie di stampa alcune delle dichiarazioni di ieri del segretario Bersani, di Franceschini e di Finocchiaro.
Bersani. “Confermiamo che siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità ma la manovra va assolutamente migliorata alleggerendo alcuni punti perché non poteva che essere dura ma non è ancora abbastanza equa”. Pier Luigi Bersani chiede al governo di correggere la manovra “alleggerendo alcuni punti”. “La manovra va assolutamente migliorata – spiega Bersani – alleggerendo alcuni punti: l’indicizzazione delle pensioni due volte il minimo è troppo poco, ci vuole un accostamento più graduato alla riforma delle pensioni per lavoratori precoci e pensionandi a reddito più basso”. Il segretario del Pd chiede poi “un incremento dell’esenzione dell’Ici per la prima casa”. “Sappiamo dove prendere le risorse – spiega Bersani – è importante che sia passato il principio di colpire i capitali scudati, un punto su cui insistevamo da tempo ma il limite dell’1,5% è un buffetto e inoltre ci possono essere entrate dalle dismissioni e dall’asta delle frequenze tv. Il Pd, aggiunge Bersani, “non è convinto dell’impostazione contro l’evasione fiscale perché va messa a regime la fedeltà fiscale e non inseguire il singolo evasore”. Quindi, conclude il segretario Pd, “lavoreremo con le possibilità che abbiamo per migliorare la manovra: io condivido alla lettera le parole di Monti sulla serietà del momento con il piccolo particolare, che lui non poteva dire, che da tre anni hanno continuato a dirci che andava tutto bene e non si è fatto niente”.
Franceschini. “Sappiamo che è stato difficile fare un decreto facendo sintesi tra esigenze diverse e vi ringraziamo. Noi avremmo fatto una manovra diversa, puntando più sull’equità: con piú gradualità sulle pensioni, una franchigia maggiore per la prima casa e un maggior carico su patrimoni e rendite finanziarie”. Così il capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini spiega in Aula le priorità del Pd. “Le cose che noi abbiamo in mente – afferma Franceschini – non sono dettate da problemi di consenso ma dal rispetto dei principi di giustizia sociale. Noi continueremo a lavorare perché la guerra all’evasione fiscale sia rafforzata, abbassando la soglia dei mille euro per i contanti e insistendo su un maggior prelievo sullo scudo fiscale. Certo nella manovra c’è un primo segnale ma se invece di chiedere l’1,5 per cento sui capitali scudati si chiedesse il 2 si potrebbe aumentare la fascia per le indicizzazione delle pensioni”. Il Pd quindi insisterà “perché su queste cose una sintesi si può trovare”. Il capogruppo Pd invita poi il premier Mario Monti “a usare la forza che i partiti le danno, anche a costo di incomprensioni con l’elettorato e i cittadini, per far sentire la voce dell’Italia sul tavolo dell’Europa”. “Monti usi i sacrifici dolorosi di ogni italiano per difendere l’Europa, per difendere il welfare come ragione fondativa dell’Ue, per chiedere una tassa europea sulle transazioni finanziarie”, per sancire il principio della cessione della sovranità nazionale evitando gli accordi intergovernativi. Questo è il nostro compito: non solo salvare l’Italia ma salvare e costruire l’Europa”.
Finocchiaro. “Noi non avremmo fatto la stessa manovra, ma non abbiamo dubbi sulla sua urgenza e necessità. Avremmo voluto, e ancora vogliamo, una manovra più equa”. Lo dice Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd nell’aula di palazzo Madama. “Noi- prosegue- vorremo più coraggio” ad esempio “sui grandi patrimoni” in modo da “alleggerire” l’intervento sulle pensioni “per i lavoratori precoci e incrementare l’esenzione dell’ici sulla prima casa”.



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