La Lega contro l’Europa. Verona non può permetterselo

Maroni plaude al ritorno della lira e organizza incontri con gli euroscettici e un
referendum contro l’euro.
Il nuovo corso della dirigenza leghista a pochi mesi dal voto si manifesta per quella che è: populista, conservatore e antistorico. Questa scelta sbagliata e grave peserà
parecchio su Verona.

La presenza di Tosi nella segreteria nazionale e le sue responsabilità per essersi schierato contro l’Europa unita ci esporranno a ripercussioni sul futuro della città.

Verona ha un senso se apre il proprio territorio verso quell’orizzonte. L’area metropolitana, gli accordi con le nostre migliori aziende, gli interessi verso nuovi mercati e partner europei da parte del Consorzio ZAI, l’Aeroporto ed altri vanno accompagnate con strategie politiche di supporto nei confronti di tanti partner istituzionali.

Come sarà possibile per Tosi fare questo se contrasta l’euro? Non potrà mai essere credibile sullo scenario europeo e sarà considerato un piccolo reietto di provincia.

Un danno enorme per Verona la cui propensione culturale ed economica è certamente europeista.
Le aziende veronesi, la finanza locale e lo sviluppo del territorio possono permettersi un
sindaco anti euro? Certamente no!

E’ il momento che gli attori importanti del territorio, quelli che conoscono e bene l’importanza e la valenza dello scenario europeo dicano la propria. Basta silenzi, ne
va del futuro di tutti.

Non è possibile che Verona indietreggi al servizio delle campagne populiste e demagogiche della Lega. A meno che il sindaco non smentisca il suo capo.

Una domanda la pongo anche alla componente non leghista della maggioranza che governa Verona: siete sicuri di poter continuare a stare insieme con un sindaco che da domani sparerà a zero contro le istituzioni europee isolando Verona anche in
Europa? Non vi basta essere contro la Provincia, la Regione e il Governo Monti?
Soli contro tutti è il peggior modo di governare.

Ci divide un solco profondissimo. Il PD guarda all’Europa come casa propria e invece di discutere come impiegare questa forza dobbiamo attardarci a ragionare con chi vuole ritornare alla lira.
Noi siamo in linea con la Verona che pensa e non segue questa demagogia spicciola.

In Consiglio Comunale e nella città porremo il dibattito affinché gli osservatori tutti possano capire che Verona non vuole isolarsi e che solo una minoranza rifiuta l’Europa.

 

Vincenzo D’Arienzo – Segretario provinciale PD



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