Importanti passi avanti nel segno dell’equità sociale
I 449 voti alla Camera con cui è stato approvato il decreto ‘milleproroghe’ confermano l’ampia maggioranza parlamentare di cui gode il governo Monti. Il Pd ha dimostrato con il voto e con il lavoro in commissione la sua lealtà al governo e il suo impegno volto a raggiungere obiettivi di equità e di sviluppo. In questa direzione sono andate le modifiche sul tema delle pensioni, in particolare gli interventi sui lavoratori precoci e i cosiddetti esodati. Per i precoci, ossia per coloro che hanno raggiunto i 42 anni di contributi ma non i 62 anni di età, non saranno applicate le penali e nel conteggio dell’anzianità contributiva saranno validi anche i periodi di assenza dal lavoro per gravidanza e servizio militare, per malattia, infortunio e cassa integrazione. Mentre gli ‘esodati’, cioè coloro che ha accettato incentivi economici per lasciare il lavoro, potranno andare in pensione con le vecchie regole se il rapporto di lavoro si è concluso entro il 31 dicembre. Si tratta di passi avanti significativi anche se non rappresentano la risoluzione di tutti i problemi della riforma delle pensioni del ministro Fornero. Il nostro sforzo prosegue adesso in Senato.
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Comunicato stampa di Cesare Damiano (PD)
“Sulle pensioni, con le correzioni apportate al Milleproroghe, si sono fatti positivi passi avanti che però non bastano a risolvere tutte le criticità ancora esistenti: insomma, ancora non ci siamo”.
Lo afferma il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, il quale aggiunge: “La nostra battaglia deve continuare per impedire che ci siano lavoratori che rimangono senza lavoro e senza pensione a causa della riforma. Al Senato proseguirà la nostra azione di miglioramento mentre apprezziamo che sul tavolo di confronto tra governo e parti sociali i sindacati, nel loro documento unitario, abbiano proposto significative correzioni al sistema previdenziale. Noi insistiamo affinché il governo promuova da subito un approfondito monitoraggio della situazione, per capire quanti siano realmente i lavoratori che non potranno utilizzare le regole previdenziali ante-riforma. Ci sono accordi di mobilità, accordi collettivi per l’esodo e lavoratori che si sono licenziati individualmente che potrebbero non beneficiare dei miglioramenti definiti dal Milleproroghe. Il governo sarà costretto nei prossimi mesi a prendere atto di queste situazioni e ha l’obbligo, come ha ricordato il presidente del Consiglio nel suo discorso di fine anno, di rimuovere le criticità e le situazioni socialmente inique che dovessero verificarsi, anche attraverso una ulteriore revisione delle leggi esistenti”.
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