Che fine ha fatto il quid di Alfano?

Finita la commedia del quid, fatte le sparate necessarie a lisciare il pelo degli elettori della destra, il presidente del Consiglio Mario Monti ha telefonato ieri ad Alfano annunciandogli la convocazione di un incontro per giovedì sera anche con Casini e Bersani per parlare di tutto, lavoro, crescita, ma anche corruzione e Rai. Tutti temi sui quali da giorni i fucilieri del Pdl si sono esercitati contro Bersani per dire che queste cose non rientrerebbero negli obiettivi del governo Monti. E invece l’ha avuta vinta il Pd, perché il ddl anticorruzione (secondo la Corte dei conti l’Italia perde 60 miliardi l’anno di soldi pubblici per questa ragione) deve essere rafforzato e perché la Rai è un’azienda pubblica e sta andando in malora. Ieri è stato respinto il ricorso di Augusto Minzolini contro l’allontanamento dal TG1 e il Pd ha confermato: senza una riforma della governance il Pd non parteciperà alle nomine, il che significa che l’intera responsabilità di quel che verrà deciso ricadrà sul governo.
E’ possibile che nell’incontro di giovedì sera si parli anche di frequenze: scongiurata l’assegnazione gratuita che il governo Berlusconi aveva cucito addosso a Mediaset, il Pd lavora per scongiurare un’asta al ribasso. Secondo Mediobanca, quelle frequenze varrebbero ben più di un miliardo di euro.



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