Povertà, gestire l’emergenza non è più sufficiente

Povertà a Verona: gestire l’emergenza non è più sufficiente
Lavoro, welfare e sostegno al volontariato le vie d’uscita
I nuovi dati sulla povertà a Verona mostrano una volta di più la gravità della crisi economica in corso, capace di aggredire anche le fasce sociali più insospettabili. Tema inspiegabilmente assente dalla campagna elettorale, che pare più attenta al benessere dei candidati piuttosto che a quello dei cittadini. Fortuna che esistono le associazioni e gli enti caritatevoli. Mi sembra evidente che non si può più pensare soltanto a gestire l’emergenza ma che serva un piano comunale di lotta alla povertà che cerchi di trovare anche delle vie di uscita. Un piano basato innanzitutto su progetto chiaro di città, capace di individuare i settori economici su cui puntare al fine di creare nuove opportunità di lavoro, unica vera via d’uscita dalla povertà. E che contemporaneamente faccia leva sulle forze del volontariato, cattolico e laico già impegnate sul campo, come protagonisti del sistema di welfare locale. Voglio portare alla discussione la costituzione di un fondo di solidarietà su base volontaria per le famiglie in difficoltà, sul modello di quello stanno facendo a Milano, di cui il Comune dovrebbe farsi promotore ma la cui gestione dovrebbe essere lasciata ad un gruppo di personalità di specchiata fama e moralità individuate nella società civile. Credo che su questi presupposti i veronesi che stanno meglio non farebbero mancare la loro generosità nemmeno in queste difficili circostanze.
Michele Bertucco, candidato Sindaco


Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2012 – relazione di minoranza

Riportiamo il testo della relazione di minoranza su Finanziaria e Bilancio Regionale 2012 presentata in aula nella seduta di Consiglio di giovedì 8 marzo dal Vicepresidente della Commissione Bilancio Piero Ruzzante.

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Signor Presidente, colleghi Consiglieri,

l’iter di approvazione del bilancio di previsione e della legge finanziaria regionale per il 2012 resterà contrassegnato dal ricorso all’istituto dell’esercizio provvisorio. Nella storia della Regione Veneto ciò rappresenta un evento eccezionale, verificatosi la volta precedente nell’ormai lontano 1978. L’esercizio provvisorio è stato il necessario e temporaneo rimedio all’inefficienza politico-amministrativa della Giunta regionale, incapace di predisporre le proposte di legge finanziaria e di bilancio nei tempi previsti. L’esercizio provvisorio è il riconoscimento di un fallimento politico, la certificazione dell’incapacità della maggioranza Lega Nord-PDL, che ha cercato di nascondere questo dato di fatto attribuendolo in ogni occasione all’incertezza del quadro economico finanziario nazionale. Ma il medesimo quadro, per quanto problematico, non ha impedito alle altre  Regioni di rispettare i tempi. Alla data del 28 dicembre 2011 la Giunta regionale del Veneto non aveva ancora approvato le proposte di legge finanziaria e di bilancio per il 2012, mentre i Consigli regionali di Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Lazio, Liguria, Marche, Basilicata e Calabria avevano già provveduto da giorni all’approvazione definitiva. E tra il 28 e il 29 dicembre 2011 è iniziata la discussione su bilancio e finanziaria anche nelle aule consiliari delle regioni Abruzzo, Campania, Puglia e Piemonte. A far compagnia al Veneto negli ultimi giorni del  2011 restava la Regione Molise, che non aveva ancora adottato i provvedimenti in sede di Giunta. Ma anche il Molise ci ha lasciati soli, avendo approvato a gennaio 2012  finanziaria e bilancio in Consiglio regionale. Sono questi, purtroppo, i primati del Veneto guidato dal Presidente Zaia!

In sede di approvazione della legge sull’esercizio provvisorio avevamo preannunciato, con spirito costruttivo e senso di responsabilità,  un attento esame delle leggi finanziaria e di bilancio proposte dalla Giunta. Questo lavoro ha messo in luce numerose approssimazioni, inesattezze e contraddizioni che hanno inevitabilmente portato  alla soppressione, nelle competenti commissioni, di numerosi articoli dell’originario disegno di legge finanziaria. Tali soppressioni sono state in larga parte riconfermate dall’esame della Commissione Bilancio. In particolare sono stati stralciati tre articoli riguardanti l’Azienda regionale Veneto Agricoltura che, a fronte di una complessa riorganizzazione e ridefinizione delle competenze, producevono un irrisorio risparmio quantificato in  90.000 euro. L’obiettivo di un maggiore risparmio, precisato nelle proposte emendative della minoranza, è stato accolto in maniera  generica dalla maggioranza, che ha preferito sostituire una cifra definita con la locuzione “significativi risparmi”, all’interno di un articolo che demanda a un disegno di legge della Giunta regionale il riordino di Veneto Agricoltura.

È stato soppresso anche l’articolo riguardante i consorzi di bonifica, e più precisamente l’applicazione (ma di disapplicazione, in realtà, si trattava) dell’articolo 37, commi 2 e 3 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 “Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio”. La soppressione, decisa di fatto in Quarta Commissione per la mancanza di contenuto finanziario della norma, ha originato tre diverse proposte emendative, illustrate e successivamente ritirate in Prima Commissione. Tutte le proposte re-introducevano, in maniera più o meno surrettizia e addirittura retroattiva, la tassazione di soggetti esentati dal pagamento ai sensi della specifica normativa regionale vigente.

Il testo che approda alla discussione dell’Aula consiliare non contiene neppure l’articolo con cui la Giunta regionale voleva istituire il “Gruppo regionale di Volontariato di Protezione Civile”. Le conseguenti, furiose polemiche, anche all’interno della maggioranza,  hanno spinto l’assessore competente a ritirare, tanto opportunamente quanto tardivamente, una norma destinata a sicura bocciatura.

Sono stati infine stralciati dal testo originario gli articoli rubricati “Istituzione dell’Agenzia regionale Veneto Film Commission” e “Istituzione della Fondazione Centro di Restauro e valorizzazione della Regione del Veneto”. Non è stata, viceversa, approvata la proposta di sopprimere l’articolo avente ad oggetto il “Sostegno di progetti riconducibili ai Programmi Operativi”. L’articolo, se pur ispirato a finalità condivisibili, contiene elementi di eccessiva  discrezionalità e vaghezza, rintracciabili fin dall’aggettivazione usata nel titolo.

Riguardo agli articoli approvati e licenziati , si rileva quanto segue.

Le tabelle B e C di cui al comma 2 dell’articolo 2, contenenti le partite di fondo speciale per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nell’esercizio 2012, sono fortemente limitative dell’attività e della dignità  istituzionale del Consiglio regionale, per l’esiguità delle risorse accantonate e per il modestissimo raggio d’azione della nuova legislazione, che secondo la Giunta regionale dovrebbe ridursi ai soli settori dell’ambiente, della montagna e degli  enti locali.

L’articolo 3 “ Attribuzione alla Regione del gettito derivante dalla lotta all’evasione in materia di compartecipazione regionale all’IVA” non contiene l’opportuna previsione di un’informativa periodica alla competente commissione consiliare sull’entità dei proventi recuperati. Appare inoltre superflua e pleonastica, nel comma 1 dello stesso articolo, la prescrizione di riversare i proventi “direttamente in uno specifico conto corrente acceso presso la tesoreria regionale”.

L’articolo 7 “Modifiche all’articolo 33 della legge regionale 7 settembre 1982, n. 44 ‘Norme per la disciplina dell’attività di cava’ e successive modificazioni”  contiene un inasprimento delle sanzioni per le escavazioni non autorizzate o irrispettose delle prescrizioni; si ribalta inoltre il meccanismo di riversamento dalla Regione alle Province, in controtendenza con l’evoluzione normativa in atto. Rileviamo la necessità di ricondurre questi interventi in un ambito  organico, vale a dire la nuova legge e il relativo  piano cave previsto dalla legge regionale 44/1982 e, a distanza di 30 anni, mai approvato. A maggior ragione si rileva l’inopportunità di manovre emendative dell’ultimo minuto, già sventate in passato, tese a soddisfare interessi di lobby non necessariamente coincidenti con  l’interesse generale.

L’articolo 9 prevede opportunamente un sostegno alla digitalizzazione delle sale cinematografiche del Veneto, ma destina risorse ampiamente insufficienti, che reputiamo necessario incrementare, anche mediante strumenti di finanziamento diversi dal contributo a fondo perduto.

L’articolo 10 “Competenza sanzionatoria per le false autocertificazioni reddituali rese al fine di ottenere l’esenzione dalla partecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria” era accompagnato, nel testo proposto dalla Giunta regionale, da una relazione in cui si leggeva che “L’Azienda sanitaria locale comunica all’assistito l’elenco delle prestazioni fruite indebitamente in regime di esenzione per reddito e il corrispondente ammontare della quota di partecipazione alla spesa a carico del cittadino da versare al Servizio sanitario nazionale. L’Azienda sanitaria locale comunica altresì all’assistito che (…) gli sarà inibito l’accesso a nuove prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale fino all’atto della regolazione del debito pregresso”.  In realtà il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze dell’11 dicembre 2009,  preso a modello ma non citato,  fa riferimento a “prestazioni di specialistica ambulatoriale” e non a “nuove prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale”. A scanso di equivoci e di erronee applicazioni, sarà bene ricordare l’errore anche in fase di approvazione della norma in Aula.

L’articolo 11 sostituisce, ai fini dell’esenzione dal pagamento del ticket sui farmaci, il reddito ISEE con il reddito IRPEF. La modifica comporterebbe un aumento di gettito stimato nella relazione accompagnatoria in circa 10 milioni di euro, con riferimento al 2008. La Tabella indicante le nuove soglie di reddito, introdotta dal comma 2, potrà essere successivamente modificata con semplice delibera di Giunta. È auspicabile a tale proposito un ripensamento.

In materia di interventi sul disagio abitativo grave, giudichiamo positivamente l’introduzione del nuovo articolo 14, che seppur sottofinanziato, contempla la possibilità che i Comuni riservino una quota di alloggi a soggetti interessati da progetti socio-assistenziali, a cui sia prestato un servizio aggiuntivo di accompagnamento sociale.

Riguardo ai fondi di rotazione disseminati, a vario titolo, in numerosi articoli della presente  proposta di legge finanziaria, si esprime la preoccupazione di carattere generale che questi strumenti di sostegno finanziario siano tempestivamente messi a disposizione dei soggetti a cui sono destinati, cosa che in passato non sempre è avvenuta, pur in presenza di una gravissima crisi economica.

Riguardo all’articolo 21 “Meeting del coordinamento dei giovani veneti e dei giovani oriundi veneti residenti all’estero” restano, nonostante le modifiche introdotte al comma 2, le ambiguità sulla riproposizione dell’iniziativa successivamente al 2012. Non si coglie, nella presente congiuntura, la necessità di finanziare tale spesa e di conseguenza si suggerisce all’Aula la soppressione dell’articolo.

Tra le norme  introdotte durante il percorso  nelle commissioni suscita perplessità sul piano della tutela ambientale il comma 4 dell’articolo 24 – “Istituzione di un fondo regionale assicurato per la garanzia del ripristino dei luoghi e modifiche alla legge regionale  21 novembre 2008, n. 21 “Disciplina degli impianti a fune adibiti a servizio pubblico di trasporto, delle piste e dei sistemi di innevamento programmato e della sicurezza nella pratica degli sport sulla neve”.  Il citato comma dispone la sostituzione del comma 6 dell’articolo 18 della legge regionale 21 novembre 2008, n. 21, sostituendo l’obbligo di “ripristino dei luoghi” con il più limitato ”ripristino dei luoghi dalle opere edili”.    A sua volta l’articolo 25 interviene sulla medesima legge regionale n. 21/2008, concedendo contributi per l’adeguamento a una norma apparentemente più permissiva in materia di requisiti tecnici relativi alle piste da sci di collegamento.
Il nuovo articolo 26, seppur con una diversa formulazione, recepisce l’esigenza espressa in un emendamento dell’opposizione, di prevedere un aumento dell’originario contributo  a favore dei comuni per il ristoro del disagio indotto nel territorio dalla presenza dell’impianto di smaltimento dei rifiuti, destinando tale incremento alla Regione per interventi di bonifica e ripristino di siti inquinati.

Il nuovo articolo 27 allarga anche a soggetti privati  l’accesso al fondo di rotazione per l’attuazione del piano regionale di tutela e  risanamento dell’atmosfera.

La Prima Commissione Bilancio ha infine approvato, su proposta dell’opposizione, l’introduzione dell’articolo 29, che promuove una specifica campagna d’informazione allo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla sindrome di Alzheimer e di mitigare l’impatto sulle loro famiglie.

Per quanto riguarda più specificamente il bilancio di previsione per il 2012, è incontestabile che le tre manovre approvate in rapida successione nel corso del 2011,  imputabili esclusivamente al Governo Berlusconi, hanno obbligato Regioni ed Enti Locali ad operare fortissime riduzioni di spesa, in conseguenza della sconsiderata “politica dei tagli lineari”. È la pesantissima eredità di un  Governo che non ha saputo fronteggiare la crisi economica e ne ha addiritura negato a lungo l’esistenza. La medesima irresponsabilità è riscontrabile nella proposta di bilancio approvata dalla Giunta regionale. Pur in un quadro di risorse limitate, e anzi a maggior ragione, si dovevano scegliere con la massima ponderazione le priorità, i settori e i soggetti destinatari di sostegno. Prendiamo atto invece di un allarmante arretramento in settori considerati (ma solo a parole!) strategici, come il turismo e la cultura, dove i tagli nel biennio 2010-2012 sono rispettivamente del 77%  e del 60%. Un imbarazzante biglietto da visita per una Regione che dovrebbe sostenere la candidatura di Venezia e del Veneto a capitale mondiale della cultura nel 2019, con buona pace di chi, anche dai banchi della maggioranza, sostiene che turismo e industria culturale hanno una funzione anticiclica nei tempi di crisi, e proprio per questo potrebbero generare importanti ritorni in termini di  reddito e occupazione.

Va ancora peggio sul fronte della tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico: la riduzione, nel biennio 2010-2012 del 97,4% delle risorse regionali lascia soli gli Enti Locali e le Forze dell’Ordine nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità diffusa.

In sofferenza anche il trasporto pubblico locale, che a fronte di maggiori costi determinati soprattutto dal forte rincaro dei carburanti e delle assicurazioni, dispone nel 2012 di 35 milioni di euro in meno rispetto al 2010. Eppure si tratta di un settore che in tempi di crisi dovrebbe essere maggiormente sostenuto per non far gravare i costi sui cittadini utenti.

            Smantellato il fondo sociale: a scomparire sono i sostegni alle persone che versano in condizioni di povertà estrema, ai senza fissa dimora, alle vittime della tratta, al contrasto delle dipendenze da sostanze, alla disabilità. Nel biennio 2010-2012 colpita duramente anche la famiglia: per i servizi ad essa destinati le risorse sono diminuite dell’11,5%, mentre gli interventi strutturali per lo sviluppo sociale della famiglia hanno patito una decurtazione dei finanziamenti pari al 63,7%. Il Terzo settore  vede azzerati completamente i fondi.

            Per quanto riguarda istruzione e formazione, sono letteralmente scomparsi i finanziamenti destinati agli interventi infrastrutturali per l’istruzione, nonostante l’impellente necessità di manutenzione e messa in sicurezza delle nostre scuole. Azzerati anche i fondi per l’impiantistica sportiva.

            Vengono intaccati i diritti alle pari opportunità, con un taglio del 91%: il Veneto compie in questo modo un grande balzo all’indietro che l’opposizione intende contrastare, proponendo il ripristino delle risorse e l’accantonamento di ulteriori finanziamenti nei fondi speciali destinati all’approvazione di nuove leggi.

            Per quanto riguarda lo sviluppo del sistema produttivo delle piccole e medie imprese, rispetto al 2010 le risorse sono state ridotte del 43,4%. Nel settore primario la Giunta regionale affossa le attività ittiche e della pesca, che perdono in due anni il 58, 5% delle risorse. È sufficiente scorrere i capitoli del bilancio 2012 per comprendere che è in atto  un attacco di stampo ideologico al sistema della cooperazione, che pure vale in Veneto il 9% del PIL.

            In materia di tutela del territorio, nonostante lo stanziamento di 49 milioni e 500.00 euro per il “Piano straordinario degli interventi a seguito dell’emergenza alluvionale del novembre 2010”, le risorse calano complessivamente di quasi 45 milioni di  euro rispetto al 2010, con una riduzione pari al 21%. Altri 42.787.000 euro vengono sottratti, nei medesimi esercizi finanziari, ai capitoli della Protezione civile.

            In merito alla capacità d’indebitamento della Regione, pressochè esaurita, ricordiamo le responsabilità della precedente Giunta, guidata dal Presidente Galan, che rinunciando all’applicazione dell’addizionale irpef anche sui redditi elevati,             ha sottratto al bilancio decine di milioni di euro disponibili per la spesa corrente e centinaia di milioni di euro per gli investimenti. Tale scelta è stata riconfermata dalla Giunta Zaia, che pertanto condivide le medesime responsabilità. A dire il vero, non è stato l’unico errore, se nel bilancio 2012 si riscontra un’impennata vertiginosa delle spese di difesa legale: un aumento di 15.620.000 euro rispetto al 2010 e addirittura di 16 milioni e 400.000 euro rispetto al 2011. Analogo discorso per l’ingente esborso previsto nel 2012 (quasi 11 milioni di euro ) destinato a pagare le penali connesse alla ricontrattazione dei mutui e i flussi differenziali conseguenti alla stipulazione di strumenti finanziari derivati. Complessivamente, dal 2009 al 2011, questi azzardi sono già costati più di 31 milioni di euro.

            A questi errori si assomma uno sforzo insufficiente di razionalizzazione e riduzione dei costi di apparati considerati per lo più carrozzoni atti a soddisfare appetiti clientelari. È doveroso fare un’operazione di trasparenza sulle assunzioni negli enti strumentali e nelle società partecipate, sulle consulenze e i compensi dell’alta  dirigenza.

In  conclusione, alcune considerazioni sugli aspetti procedurali.

 Innazitutto censuriamo la  disdicevole e ricorrente  pratica di inserire nel corpo della legge finanziaria modifiche di natura puramente ordinamentale, coperte dalla foglia di fico di commi posticci con risibile contenuto economico.

 In secondo luogo, ricordiamo che quest’anno approviamo per la prima volta la legge finanziaria e di bilancio con il nuovo regolamento dei lavori consiliari. La discussione nelle commissioni è tornata ad essere nel merito e approfondita. In molti casi, però, la maggioranza, mortificata da perentori ordini di riallineamento alla Giunta, ha bocciato in Prima Commissione ciò che aveva approvato nelle commissioni competenti: è accaduto per emendamenti importanti come il rifinanziamento dell’Arpav, del ripascimento degli arenili,  delle Fondazioni Arena e La Fenice. Ciò ha ovviamente svilito il lavoro svolto nelle diverse commissioni, contraddicendo lo spirito del nuovo regolamento. Crediamo sia opportuno riflettere su modifiche regolamentari che, fatti salvi gli equilibri complessivi di bilancio di pertinenza della Prima Commissione, garantiscano il rispetto delle  prerogative di tutte le commissioni consiliari.

Infine sottolineiamo che il nuovo Statuto regionale ci detta per l’immediato futuro tempi chiarissimi: presentazione del bilancio in Consiglio entro il 31 ottobre; approvazione entro il 31 dicembre. Entro il 31 marzo di ogni anno il Presidente della Giunta deve presentare il rendiconto generale dell’anno finanziario precedente; il Consiglio lo esamina e lo approva non oltre il 30 aprile. Poi l’eventuale assestamento di bilancio, che è normale discutere a giugno-luglio, non a novembre-dicembre! Ci auguriamo che queste norme, volte a garantire efficienza al sistema Veneto, non vengano disattese già nei prossimi mesi.

Presidente Zaia dovremo cambiare musica, ma forse sarebbe necessario cambiare anche i suonatori. Abbiamo visto a livello nazionale cosa ha significato dal punto di vista dell’impatto economico cambiare i suonatori. Voi avevate avuto l’occasione di governare il paese e l’avete sprecata –  mi riferisco  in questo caso alla Lega Nord. 

Io dico “per fortuna Monti c’è”: significa 300 punti in meno di spread, di cui beneficiano sicuramente tutte le imprese venete; per le famiglie si calcola un risparmio  fino a 300 euro l’anno per mutui di 100 mila euro di durata ventennale; 530 milioni sbloccati per i fondi FAS; 140 milioni in più per la sanità,  a onor del vero anche per effetto degli accordi raggiunti anche con il precedente Governo.

Caro Presidente Zaia, il Veneto non è all’opposizione del Governo Monti, lo sarà la Lega, ma non il Veneto. Non è nella storia, nella tradizione del Veneto essere all’opposizione, non è interesse delle imprese e dei cittadini del Veneto. La smetta di indossare la camicia verde e svolga fino in fondo il suo ruolo istituzionale: di Presidente di tutti i veneti, anche di quelli che non l’hanno votato. C’è un rischio di isolamento.

La Luna di miele, caro Presidente, è finita, la ricreazione è finita, basta con le cortine fumogene comunicative: ieri l’Inno di Mameli, ieri l’altro “Monti non gradito al nord”, i 150 anni dell’Unità d’Italia, potremo fare un libro delle sue dichiarazioni che non c’entrano nulla con l’azione di governo della Regione.

Ma chi vi autorizza a rappresentare l’intero nord? Vi ricordo che a Milano alle recenti elezioni comunali la Lega ha preso il 10% dei voti e il Partito Democratico il 30%. Non è più tempo di chiacchiere, slogan e vuoti proclami, siamo a rischio paralisi nella nostra Regione, in taluni casi anche a rischio di default e sappiamo di cosa stiamo parlando (Sanità, Veneto Strade, Arpav…)

Vi domando: qual è il progetto più significativo e qualificante di questi due anni della Giunta Zaia? Non sapreste cosa rispondere. Forse il via libera che avete dato in quest’Aula, e che ha dato Lei Presidente Zaia, a Veneto City. Una follia, l’ennesima città artificiale, già nel Veneto c’è il doppio della superficie adibita alla grande distribuzione; questo progetto è quello che il poeta Andrea Zanzotto definirebbe “il modello del progresso scorsoio” contro l’ambiente e contro il commercio diffuso dei nostri antichi borghi.

Non vi faremo sconti.  Non vi faremo il regalo, come forze di minoranza – e credo di parlare anche su questo a nome di tutta la minoranza, – di un’opposizione arroccata, chiusa, settaria. No, faremo più governo al posto vostro, come abbiamo fatto in occasione dell’approvazione di Statuto, Regolamento e Legge elettorale. Siamo forza di Governo: a Venezia con Orsoni, a Padova, con Zanonato, a Vicenza con Variati, a Chioggia con Casson. Il Veneto ha bisogno di idee nuove, ha bisogno di un modello di sviluppo diverso e alternativo da quello da voi stancamente e ripetitivamente proposto.

L’Italia sta cambiando. Dopo questa crisi anche il mondo cambierà e nulla sarà più come prima, quando capirete che il Veneto non può restare fermo al palo della conservazione sarà sempre troppo tardi.


Trasporti, fallimento Lega e PDL.

Trasporto pubblico locale, fallimento totale di Lega e PDL. La soluzione proposta?
Studenti a casa al sabato e aumenti tariffari del 15% sulla Peschiera-Verona

Nell’incapacità di garantire i servizi minimi al trasporto pubblico locale, il centrodestra al governo tanto in Provincia quanto in Regione evidenzia il totale fallimento delle sue politiche dei trasporti e non solo.
Si parte dalla fantasiosa idea dell’Assessore provinciale Mazzi di cambiare il calendario scolastico lasciando gli studenti a casa da scuola il sabato, non tanto per migliorare l’offerta scolastica ma perché sono finiti i soldi e la Regione non riesce a pagare il servizio di trasporto. Grave inoltre il rischio per i lavoratori ATV, che con i tagli dei servizi rischiano di subire impatti negativi sull’occupazione.

Si passa alla delega data alla Regione per bandire la gara per il trasporto pubblico locale, dopo che questa non non riesce a garantire i finanziamenti dei servizi minimi, come già denunciato dal Pd in Consiglio Provinciale.

Oltre a tutto questo si aggiunge un fortissimo rincaro sulla tratta Peschiera-Verona, dove il servizio dell’Atv viene integrato dall’azienda dei trasporti bresciana, la Saia. La giunta provinciale di Verona ha deliberato un nuovo insostenibile aumento della tariffe extraurbana per i cittadini di Peschiera che dal 1°marzo si vedranno rincarare l’abbonamento mensile sulla linea Peschiera-Verona di quasi il 15%. Si tratta di una decisione discriminatoria, perché per il servizio integrato Atv/Saia i cittadini di Peschiera pagano già una tariffa maggiorata del 15% circa. E vessatoria, perché è ormai chiaro che l’amministrazione trova qualsiasi pretesto per far cassa sulla pelle dei cittadini. Lega e Pdl stanno raschiando il fondo del barile nel disperato tentativo di salvare la loro fallimentare gestione amministrativa della Provincia. Lo dimostra anche la farneticante proposta avanzata recentemente dall’assessore Mazzi secondo il quale le scuole dovrebbero adottare la settimana corta, dal lunedì al venerdì, per consentire ad Atv di risparmiare sul servizio di trasporto pubblico.

Il Partito Democratico pretende che l’amministrazione venga a riferire dettagliatamente in Commissione sulla condizione del trasporto pubblico locale e che presenti proposte serie e organiche per far fronte alla crisi.
Basta false promesse che la Regione distribuirà meglio le risorse favorendo Verona, il fallimento delle Lega è sotto gli occhi di tutti e non si può pensare di continuare a taglieggiare i cittadini per i propri errori.

Diego Zardini
Capogruppo PD
Provincia di Verona


Mozione anti-mafia, Provincia sottovaluta

Bocciata mozione anti-mafia, la Provincia sottovaluta il pericolo di infiltrazioni nelle opere pubbliche

Lega e PDL in Provincia di Verona si confermano ancora una volta distanti mille miglia dalle reali problematiche del territorio. Lo dimostra, di nuovo, il voto contrario di ieri sera sulla mozione anti-mafia e contro il pericolo di infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche presentata dal Partito Democratico.

Una mancanza di ragionevolezza inspiegabile dal momento che l’allarme è stato lanciato e ribadito dallo stesso Procuratore Nazionale antimafia Piero Grasso durante un recente incontro pubblico a San Bonifacio. Secondo Grasso l’intrecciarsi di alcuni fattori, tra cui la crisi economica e la scarsa disponibilità di liquidità delle imprese locali rappresentano terreno fertile per le organizzazioni criminali, che al Nord e in particolare nel Veneto cercano di ripulire i soldi derivanti dalle attività illecite.

Ragion per cui il Pd ha chiesto di non limitare l’attività del Gruppo Interforze istituito presso la Prefettura di Verona alle sole opere comprese nella Legge Obbiettivo (esempio il Traforo delle Torricelle e la Tav) ma di allargare il monitoraggio anche ad altre importanti opere pubbliche, come il Motorcity, il Centro Agroalimentare di Trevenzuolo, il Centro Logistico di Isola della Scala, la Nogara-Mare e altre opere.

Risibile la giustificazione data dall’assessore alla Sicurezza della Lega Codognola secondo il quale una richiesta in tal senso potrebbe suonare come un segnale di sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. L’obiettivo della mozione è anzi quello di dare a Polizia e Carabinieri strumenti ulteriori, in analogia a quanto già accade per le opere rientranti nella Legge Obiettivo che devono venire obbligatoriamente monitorate. La richiesta va dunque nella direzione di tutelare la legalità, le imprese oneste e il corretto funzionamento dell’economia. Ma questo sembra che a qualcuno sfugga.

 

Diego Zardini, capogruppo Pd in Provincia


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