Milano e Roma decidono per Verona

Lascia perplessi che, dopo cinque anni di governo, da parte del Sindaco più amato d’Italia non risulti nessuna idea forte di città. Ieri sera Tosi ha fatto il solito elenco delle opere ancora da realizzare: traforo, filobus, inceneritore, arsenale, sistemazione dei musei, salvo lamentarsi della solita burocrazia italiana, che immaginiamo sia la stessa che a Palazzo Barbieri, da lui amministrato, ha impiegato cinque anni per approvare il Piano degli Interventi sulla base di un Pat trovato praticamente già pronto, anche se poi pesantemente modificato. Come volevasi dimostrare, Verona è apparsa molto lontana dall’orizzonte della discussione, e magari lo è anche dai pensieri del Sindaco che, malgrado il suo ultimatum, a dire il vero poco convincente, per la sua candidatura deve continuare a bussare alle porte dei palazzi milanesi e romani. Sempre meglio del vicesindaco che per farsi ascoltare dal suo segretario è costretto a mandare un fax.

Michele Bertucco, candidato Sindaco di Verona per il centrosinistra


Per non dimenticare. Verona e le deportazioni.

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

Per non dimenticare. Verona e le deportazioni.
Mercoledì 25 gennaio ore 20,30
Sala da Lisca. Via Interrato dell’Acquamorta, 54. Verona. (vicino Piazza Isolo).

Introduzione di Vincenzo D’Arienzo – Segretario Provinciale PD Verona
Roberto Bonente – Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’età Contemporanea
Carlo Rimini – Presidente della Comunità Ebraica di Verona – Vicenza e testimone diretto
Gino Spiazzi – Presidente della sezione veronese dell’Associazione Nazionale ex Deportati
Musiche di Andrea Testa, violinista


D’Arienzo: brutto clima a ridosso delle elezioni

Prima l’addestramento alla lotta e alla resistenza fatto nella nostra città a Porto S. Pancrazio, adesso lo show contro Equitalia. Forza Nuova rimanifesta la propria natura insofferente al confronto democratico.

D’Arienzo: “non mi piace il clima che stanno creando a Verona a ridosso delle prossime elezioni comunali. E non mi piace il silenzio delle Istituzioni. Sull’addestramento nella fattoria didattica del Giarol Grande, nel parco dell’Adige sud, non s’è levato un grido, anzi, qualcuno da Palazzo Barbieri li ha anche “legittimati”. Spero non si ripeta anche stavolta.

Verona è al centro della loro attenzione. Il 14 gennaio è previsto un concerto “nazirock”. Una sospetta concentrazione di eventi nella nostra città. Questa escalation non mi sembra casuale.

Il pericolo sembrava lontano, ma adesso coinvolge anche Verona. Nessuno può accettare cose del genere. In Italia abbiamo già conosciuto pallottole e impiccati. La politica veronese dica prima no a questa deriva locale, che sarà anche per mettersi in mostra, ma che crea inutili aspettative e danneggia l’immagine di Verona.

Auspico parole nette da parte di tanti, continua D’Arienzo. Quei voti sono serviti per l’elezione di Tosi, che li ha ringraziati passeggiando con loro nei cortei, ma in democrazia non possono far gola: chi non rinnega la violenza, verbale e politica, deve restare fuori dalla porta.

Il problema di Equitalia esiste, ma non posso condividere queste messinscene perché c’è il rischio che da questi atteggiamenti venga fuori una giustificazione di massa a chi intende usare la violenza, anche e soprattutto perché andiamo incontro a mesi delicati di campagna elettorale.

Equitalia – creata dal Governo Berlusconi e diretta da Tremonti – va migliorata. E’ comunque un modo per recuperare l’evasione, ma vanno evitati casi estremi. E per farlo, occorre tenere presente la situazione economica che in qualche occasione sta determinando vere difficoltà nel pagamento dei contributi previdenziali ed erariali, e costringe in alcuni casi gli imprenditori a fare ricorso alle forme più disparate di finanziamento, spero sempre ufficiali, conclude D’Arienzo.

Va tenuto conto anche che le banche non concedono molti prestiti.

Insomma, Equitalia deve modificare la procedura di rateizzazione delle somme iscritte a ruolo da 72 a 120 mensilità, eliminare la mora nella parte di debito relativo alle sanzioni, proporzionare le sanzioni al livello del debito da riscuotere, compensare i debiti/crediti che i contribuenti interessati hanno con la Pubblica Amministrazione.

Il confronto è questo, senza minacce.

Saranno in tanti ad aderire ad una pacata discussione senza minacce, pallottole e cappi?”

Dal sito www.pdverona.it


Albaredo, malapolitica leghista

Il sindaco Paolo Menegazzi ha pensato per sé, per il suo vice e per gli assessori con un esagerato aumento di stipendio (il massimo consentito dalla legge) in pieno disprezzo per la situazione attuale, nella quale vengono chiesti sacrifici enormi a tutti in cittadini per coprire i buchi lasciati proprio dal governo della Lega e del Pdl.

Al Sindaco vanno 2.788,86 euro mensili con un aumento del 125 %

Al Vice Sindaco vanno 1.115,54 euro mensili con un aumento dell’ 80 %

Agli Assessori vanno  780,88 euro mensili con un aumemto del 40 %

Hanno rovinato l’Italia distruggendo i conti pubblici, aumentando le tasse, difendendo sprechi e privilegi e aumentando la disoccupazione. Ora rovinano anche Albaredo D’Adige, lasciando in eredità solo disastri e nuovi debiti.

La Lega, anche ad Albaredo D’Adige, dimostra quello che sa fare meglio: accettare qualsiasi compromesso e qualsiasi legge “ad personam”, pur di ricavarne qualche tornaconto. Lavora sempre e soltanto per sé stessa, mai per i cittadini. Si muove senza sensibilità e incurante della vera solidarietà.
In Parlamento, tra una caciara e l’altra, la Lega si traveste pure da operaia per far dimenticare che fino a ieri colpiva i salari e il welfare.
Non dimentichiamo che per anni al governo ha partecipato al taglio dei servizi sociali, degli enti locali e dei trasporti fino alla vergogna della cancellazione della norma che vietava ai datori di lavoro di far firmare dimissioni in bianco, principalmente rivolta contro le donne che diventavano facilmente scaricabili in caso di maternità.
Non dimentichiamo che al governo ha avvallato l’eliminazione degli anni dell’università e del servizio militare dal calcolo delle pensioni: provvedimenti poi eliminati solo dalle sollevazioni popolari.
Non dimentichiamo ancora che, nell’ultima manovra di Bossi e Berlusconi, nelle deleghe su fisco e assistenza ha previsto, in caso di mancato reperimento di una ventina di miliardi, il taglio drastico al settore assistenziale (comprese le pensioni di reversibilità), alle detrazioni per i mutui casa, alle spese sanitarie e alle detrazioni sui figli a carico.

La Lega locale non poteva che agire con la stessa logica della Lega nazionale.

Ad Albaredo D’Adige ha tagliato i contributi alle scuole materne, gli aiuti alle associazioni, il sostegno alle famiglie e alle persone bisognose. Ha anche ridimensionato oltre l’inverosimile la biblioteca, bloccato per anni l’apertura del nuovo teatro che poteva e può essere punto di riferimento per tutte le attività culturali dei gruppi di volontariato e delle associazioni (ora l’utilizzo è solo parziale e strumentale).
Ha creato da subito disagi con i pazienti e forti contrasti con il personale della Casa di Riposo, proponendo progetti megalomani che, se realizzati senza rigidi criteri di prevenzione e di controllo sulla spesa in fase contrattuale, penalizzeranno irrimediabilmente nei prossimi anni i bilanci comunali.
Ha sguinzagliato scagnozzi per tutti i locali Albaretani a predicare che l’amministrazione è bloccata perché mancano i soldi per via del patto di stabilità che li priva di risorse.
Hanno tagliato, bloccato tutto e tolto ai cittadini di Albaredo D’Adige qualcosa come 100.000 euro all’anno.


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