Il governo, il PD, l’UDC, l’IDV per un irrobbustimento delle norme anticorruzione. Il Pdl si oppone.

La magistratura ha messo sotto indagine il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il leghista Davide Boni, con l’accusa di aver preso tangenti da girare al partito. Questo intervento della magistratura, oltre a aggravare la posizione della Lega dopo lo scivolone del pesantissimo e violento discorso di Umberto Bossi su Monti, ha fatto riaccendere i riflettori sulle norme anticorruzione e sulle diverse posizioni che destra e sinistra hanno su questo tema, pur sostenendo il Pdl, l’Udc e il Pd il governo Monti.

 

LINK all’articolo di Giovanni Bianconi su Il Corriere della Sera.


Bersani: Grande coalizione nel 2013? Ipotesi cervellotica e innaturale

Sintesi per punti dell’intervista al segretario del PD a Rapporto Carelli su Sky Tg24

mercoledì, 7 marzo 2012

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Annullamento del vertice con Monti. “Non c’è nessun problema tra i partiti”. Ad assicurarlo è stato Pier Luigi Bersani intervistato su Sky Tg24 a Rapporto Carelli commentando l’annullamento del vertice di questa sera con il premier Mario Monti e Pier Ferdinando Casini per la defezione di Angelino Alfano.

“Noi siamo pronti a discutere di tutto se qualcuno non è pronto a farlo si dica”, ha aggiunto il segretario del Pd. “Il gesto di Alfano e’ stato totalmente inopinato e inaspettato”, ha sottolineato. Il Paese sta attraversando una crisi e si devono “abbandonare un po’ di interessi di bottega”. Detto questo, ha aggiunto Bersani, “bisognerà comporre il dissidio”.

“E non è affatto vero che il Presidente del Consiglio ci ha invitati per discutere di Rai e giustizia ma per fare il punto programmatico del governo. Il problema di Alfano non è che ci siano in agenda solo Rai e giustizia, ma che ci sia anche Rai e giustizia, e in particolare giustizia”.

Rai. “C’è un’azienda che sta andando contro un muro ed bisogna intervenire – ha sottolineato il segretario del Pd – se si va avanti con questa governance, noi non partecipiamo alla nomina del nuovo Cda”. “Ognuno deve essere responsabile – ha continuato Bersani – compreso il Tesoro, che è azionista al 90%. Ma non è che salta il Governo su questa cosa, ma ci sara’ consentito non partecipare a questa distruzione…”, ha affermato. Se poi, ha aggiunto, “il Pdl vuole mettersi di traverso, va benissimo ma il Governo non salterà per questo”.

Alleanze politiche. Pier Luigi Bersani ha definito “cervellotica” l’ipotesi di una grande coalizione Pd-Pdl-terzo polo nel 2013. Per il segretario del Pd si può lavorare ad un “bipolarismo mite” ma sottolineando che “tutte le democrazie respirano con due polmoni”. Insomma, servono due proposte alternative. Bersani ha ribadito che nei vari incontri di questi mesi con Alfano e il Pdl “sui temi sociali, della democrazia e della giustizia, io non mi trovo quasi mai d’accordo con loro e loro quasi mai con me. E’ naturale perché bisogna dire agli italiani che Paese si vuole. A meno che noi non decidiamo di sospendere le elezioni e la democrazia”.

La foto di Vasto. Durante la registrazione di “Rapporto Carelli” a Pier Luigi Bersani è stata data una copia della foto di Vasto che lo ritrae con Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Se la sente di strapparla? Viene chiesto al segretario del Pd che risponde: “Non la strappo ma chiedo a tutti quelli che hanno una radio o una tv di far sentire il sonoro di quello che ho detto a Vasto e non di far vedere solo questa foto”.

A Vasto “ho detto che non può più andare in onda il vecchio film del centrosinistra e che se stavolta ci sara’ un’alleanza di centrosinistra deve avere nuove regole per la governabilità e deve essere aperta ad un lavoro comune con le forze moderate e di centro. Io -scandisce Bersani- sono fedelissimo a quel sonoro”.

Bersani ha portato anche un esempio sulle possibili nuove regole di alleanza. “Ad esempio sulla Tav si deciderebbe a maggioranza nell’assemblea dei gruppi”. Su questo, ha chiesto, “ci si sta? Se non e’ cosi’, noi non siamo disposti”.

Legge elettorale. “Il Pd ha le sue proposte ma siamo disposti a dei compromessi. La bozza va discussa e affinata ma il punto aperto è come conciliare la flessibilità per evitare maggioranze abborracciate e non senza arrivare al punto che non si sa qual è la maggioranza, quale il premier, quale la proposta di governo”. Penso che “la soglia del 5% e’ ragionevole”.

Riforma del lavoro. La riforma del lavoro deve essere condivisa dalle parti sociali, altrimenti il governo si mette in crisi con l’Italia. “Se la cosa va bene – ha detto Bersani – il paese prende una spinta importante sul piano della fiducia. Se va male, non va male per i rapporti tra Pd e governo, ma perchè ciascuno si metterà in libertà. Non sarò io a mettere in crisi il governo ma è il governo che si mette in crisi con l’Italia, non con il Pd”.

“Quando ho parlato con Monti e Fornero ho sempre fatto presente una cosa: ma noi che messaggio vogliamo dare al mondo? Vogliamo lo scalpo di una cosa che non è il punto vero” delle difficoltà del mercato del lavoro, ovvero l’articolo 18. “Oppure dare al mondo l’idea che ci siamo messi in un cammino di riforme condivise”.

“Con un paio di miliardi” si puo’ fare la riforma degli ammortizzatori sociali ha aggiunto il segretario del Pd. I soldi “si possono trovare perché ne stiamo risparmiando molti. Così si va verso un nuovo sistema più universalistico di ammortizzatori. Non ci vogliono risorse clamorose”.

Candidarsi nel 2013. Pier Luigi Bersani si è detto disponibile a candidarsi a premier nel 2013, a patto che la scelta non avvenga nelle segrete stanze dei partiti. “A me interessa l’Italia, se si ritiene che il candidato possa essere io, bene. Ma certamente non lo decidiamo in 4 o 5 con una norma statutaria”.

Bersani ha spiegato che verrà “prima la coalizione, poi il perimetro programmatico, cioè lo spartito, quindi si candidano i possibili suonatori. Questo avverrà qualche mese prima delle elezioni”. Infine a chi gli fa notare che il 37 per cento degli elettori lo vorrebbe premier, Bersani risponde: “Se fossi sicuro che prendo dieci punti in più del Pd, mi candidano proprio alla grande”.



Otto Marzo, Bersani: “Ruolo delle donne decisivo per sviluppo e crescita”

Un anno fa le donne del Pd consegnarono al Palazzo Chigi le firme per le dimissioni di Berlusconi e la formazione di un governo di transizione

“Oggi è un giorno importante perché pone al centro la valorizzazione del ruolo delle donne, che è uno dei pilastri della nostra linea politica, delle nostre proposte concrete, e rispetto al quale in tutto il mondo e anche in Italia c’è ancora moltissima strada da fare.
Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, attraverso il sostegno all’occupazione e alle possibilità di avanzamenti economici e nelle carriere, il rispetto della dignità femminile, dei diritti sociali, la parità nella composizione dei gruppi dirigenti nei diversi ambiti, dalla politica alle aziende: sono obiettivi decisivi per lo sviluppo e la crescita sui quali siamo fortemente impegnati. Il grado di civiltà di un paese si misura dal modo con il quale vengono considerate e trattate le donne.

In questo stesso contesto desidero ricordare che oggi è un giorno importante anche per un altro motivo: esattamente l’otto marzo dello scorso anno, quando tutto l’establishment economico, amministrativo e dell’informazione italiano sosteneva a spada tratta Berlusconi e Tremonti che con le loro scelte ci stavano portando al disastro, una delegazione di donne del Partito Democratico consegnò a Palazzo Chigi una parte dei milioni di firme raccolte tra gli italiani per chiedere che Berlusconi se ne andasse e consentisse così la formazione di un governo di transizione. Fu uno dei momenti, non l’unico, in cui le donne italiane, non solo quelle che si riconoscono nel Pd, hanno saputo sostenere il risveglio del civismo e dell’impegno nel nostro paese”.

Pier Luigi Bersani
8 marzo

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