Ignazio Marino: Urgente tavolo di lavoro per soluzioni

Dopo un’informativa del ministro della Salute Balduzzi al Senato sulla situazione del pronto soccorso

 

“E’ urgente l’istituzione di un tavolo di lavoro, non possiamo più rimandare l’individuazione di soluzioni per decongestionare i pronto soccorso. Nel nostro Paese registriamo circa 23 milioni di accessi ogni anno, l’80% dei quali sono codici bianchi o verdi. Ciò significa che le persone sentono la necessità di ricorrere al pronto soccorso anche per problemi che potrebbero essere affrontati molto più rapidamente nello studio del proprio medico. Un’altra criticità che appare necessario affrontare è il basso numero di dimissioni che avvengono nei nostri ospedali sede di pronto soccorso durante il fine settimana, mediamente inferiore al 5% del totale (includendo anche i decessi). E’ necessaria ed urgente, quindi, una valorizzazione del ruolo dei medici di famiglia con una organizzazione che renda disponibile l’accesso alle loro cure almeno 12 ore al giorno 6 giorni a settimana.
Lavoriamo, inoltre, per un incisivo ammodernamento tecnologico che consenta agli operatori del 118 di conoscere le disponibilità dei vari ospedali senza mandare e ricevere fax, come avviene nel Lazio, ma con mezzi più moderni.
E, infine, la questione dei piani di rientro non può gravare sui pronto soccorso. Il blocco del turn over, infatti, penalizza pesantemente medici e pazienti. E’ il caso, per esempio, dell’unità operativa di emergenza pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma, che fa fronte ogni anno ad un terzo delle emergenze della capitale e il cui organico è costituito per il 90% da camici bianchi con contratto a termine.”



Quale futuro per l’impresa in Italia?

Intervista a Matteo Colaninno, deputato, imprenditore ed ex presidente dei giovani industriali, a cura di Antonino Leone pubblicata su Sistemi e Impresa n. 2 – febbraio 2012

 

Quale futuro per l’impresa in Italia?

L’impresa italiana può dare un notevole contributo per uscire dalla crisi economica e finanziaria. Occorre utilizzare i fattori più adeguati  per migliorare la posizione competitiva delle imprese italiane nel panorama internazionale. Di questo argomento ne abbiamo parlato con Matteo Colaninno, il quale è parlamentare e membro della commissione attività produttive e possiede una rilevante esperienza nel mondo imprenditoriale.

Peter Drucker asseriva negli anni ‘70 che l’obiettivo dell’impresa non è la massimizzazione dei profitti. Nel terzo millennio qual è  la funzione sociale dell’impresa?

Drucker, unanimemente riconosciuto come un guru del management, aveva una straordinaria capacità di visione. Oggi possiamo considerare il suo messaggio ancora attuale, poiché la massimizzazione dei profitti o la creazione di valore per gli azionisti non possono essere obiettivi unici e assoluti nel tempo e la crisi che stiamo attraversando lo dimostra. L’approccio dello “shareholder value” che ha dominato il mondo manageriale negli anni più recenti si è infatti dimostrato inadeguato rispetto alla crisi, perché attribuendo un’enfasi eccessiva ai risultati (finanziari) di breve periodo mette in discussione il pilastro fondamentale della continuità aziendale, che certamente poggia anche sulla redditività e sulla solidità aziendale. Lo scenario del dopo crisi richiederà una gestione aziendale orientata alla capacità di adattamento e di innovazione, alla responsabilità sociale. Un’attenzione non più focalizzata esclusivamente sugli interessi degli azionisti, ma diffusa a tutti gli “stakeholders” rappresenta il passaggio decisivo per una rinnovata funzione sociale dell’impresa.

Nel periodo della rivoluzione industriale bastava produrre per conseguire il successo dell’impresa. Oggi invece il successo di un’impresa deriva da tanti fattori interni ed esterni.  Quali sono i fattori più rilevanti per il successo di un’impresa?

La capacità competitiva di un’impresa dipende da un “mix” di fattori, il cui peso può variare sensibilmente nel tempo o da settore a settore. Certamente, guardando anche alle imprese capaci di reagire alla crisi non solo in chiave di resistenza passiva, ma addirittura invertendo la tendenza, molto rilevanti appaiono la capacità di investire in innovazione, la qualità del capitale umano e la proiezione sui mercati globali.

Il sistema economico e sociale di un paese influisce sulla posizione competitiva dell’impresa. Quali sono i punti di forza e di debolezza del nostro sistema che influenzano la vitalità e la crescita delle imprese?

Tradizionalmente, l’impresa italiana ha potuto contare su punti di forza come lo spirito di iniziativa, la grande operosità delle persone e il forte legame con il territorio di appartenenza, che hanno determinato la nascita e il successo di un modello imprenditoriale unico. Un risultato eccezionale, raggiunto nonostante i grandi limiti evidenziati dal sistema Italia nel suo complesso: burocrazia eccessiva, carico fiscale e contributivo elevato, deficit infrastrutturale, una finanza per l’impresa del tutto inadeguata. Non possiamo sottovalutare oggi la fragilità del nostro sistema industriale dinanzi alla crisi, né tantomeno le ristrutturazioni aziendali necessarie per ritrovare competitività in uno scenario profondamente diverso rispetto a quello ante 2008.

L’imprenditore a quali fattori interni all’impresa deve porre attenzione per adattare l’impresa ai cambiamenti del mercato?

Non vi è dubbio che i cambiamenti vadano possibilmente anticipati, per evitare pericolosi effetti di spiazzamento rispetto alle previsioni. Se ci riferiamo a cambiamenti di mercato comparabili a quelli devastanti fatti segnare dalla crisi in corso, allora diventano determinanti una dose di flessibilità del ciclo produttivo rispetto a bruschi cali della domanda da un lato e una gestione attenta del capitale circolante per prevenire la “sofferenza” finanziaria, come purtroppo è invece avvenuto per tantissime imprese finite poi in “default”.

Le imprese italiane fanno molto ricorso alle assunzioni precarie per abbassare i costi del personale ed adattare con facilità il proprio organico alla congiuntura. Nel contesto globale la competitività di una impresa può essere realizzata diversamente e con quali elementi?

Una corretta dose di flessibilità del lavoro è essenziale per l’impresa, ma trovo illusorio che un certo abuso di questa leva possa condurre a qualcosa di differente dal rischio di precarizzazione dell’impresa stessa e della società intera. Al contrario, un’impresa che voglia competere seriamente nel contesto globale non può prescindere da un capitale umano di qualità. Ma altrettanto determinanti sono le risorse finanziarie a servizio degli investimenti – sempre più funzionali a una strategia di internazionalizzazione sotto forma di insediamenti produttivi nei Paesi a più alta crescita – e una costante attenzione al rapporto qualità-prezzo del prodotto, a causa di un consumatore medio divenuto molto esigente nei Paesi occidentali.

In questo momento di crisi non è facile per lo Stato trovare risorse ingenti da investire a favore del sistema imprese e nello stesso tempo non è facile attrarre investimenti esteri. Quali sono i motivi che non favoriscono gli investimenti esteri in Italia rispetto agli altri paesi?

La bassa attrattività dell’Italia rispetto agli investimenti esteri è un dato ormai acquisito, che potrebbe risentire anche della decisione di alcuni gruppi stranieri di abbandonare – a torto o a ragione – il nostro Paese nel corso di questi ultimi anni. Le cause dello scarso “appeal” italiano sono numerose e ampiamente analizzate ogni anno dai report elaborati da istituzioni finanziarie e “think tank” di indubbio prestigio e affidabilità. L’Italia è percepita in media come un Paese difficile per “fare business”, a causa di un sistema costoso, poco flessibile e scarsamente efficiente. Sarà difficile rovesciare questa idea fino a quando, ad esempio, non verranno drasticamente ridotti i tempi necessari a tutelare un contratto (1.210 giorni, a fronte dei 518 giorni della media OCSE) e i costi legali, pari al 30% del valore di una causa (in Germania sono la metà).

Quali sono i provvedimenti più efficaci adottati del governo Monti a favore delle imprese?

Il governo Monti già nel “salva Italia” ha previsto alcuni interventi molto utili: la deducibilità dell’Irap dall’Ires, l’irrobustimento dei fondi di garanzia per le PMI e la misura dell’ACE (allowance for corporate equity) per incentivare una maggiore capitalizzazione delle imprese, storicamente caratterizzate da una “leva” eccessiva rispetto al capitale di rischio. Le prime indicazioni in tema di riforma fiscale vanno nella giusta direzione e dobbiamo augurarci che, dopo le persone fisiche, arrivino provvedimenti funzionali all’abbassamento della pressione fiscale e contributiva che grava sulle imprese e sul lavoro.

Quali prospettive di riforma per il mercato del lavoro?

È purtroppo facile ipotizzare che il lavoro almeno per quest’anno sarà ancora in sofferenza, con rischi di ulteriore perdita di occupazione, non solo a causa della recessione economica, ma anche delle ristrutturazioni aziendali a cui ho fatto cenno in precedenza. Guardando alla trattativa in corso sulla riforma del mercato del lavoro, la priorità spetterebbe dunque agli ammortizzatori sociali e alle tutele per i lavoratori. Il dibattito, invece, si è finora concentrato in maniera esagerata sull’articolo 18, che non pare in realtà rivestire un ruolo così determinante perché una maggiore libertà di licenziamento non si traduce affatto in un rilancio dell’occupazione. L’auspicio è che le parti sociali e il governo trovino una sintesi equilibrata, per approvare una riforma certamente utile e importante in un clima di coesione oggi ancor più essenziale del passato per il nostro Paese.


Decreto crescitalia

Tutti gli emendamenti PD approvati al Senato
Ecco come si rafforzano le liberalizzazioni

 

Il contributo del Pd al Decreto Crescitalia esaminato dal Senato, evidenziati in verde gli emendamenti accolti, evidenziati in giallo quelli parzialmente accolti e evidenziati in rosso i non accolti in Commissione.

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1. BANCHE
Mutui e conti correnti
a) si prevede che, nella stipula di un mutuo, le banche, gli istituti di credito e gli intermediari finanziari non possano offrire o vendere contratti assicurativi in forma individuale o collettiva di cui siano contemporaneamente beneficiari o vincolatari (come richiesto da Antitrust e Isvap);
b) qualora le banche condizionino l’erogazione di un mutuo bancario alla stipula di un’assicurazione sulla vita, il cliente può autonomamente reperirla sul mercato;

c) viene prevista la restituzione (che finora è stata disattesa) dei premi delle polizze vita relativi al periodo residuo del mutuo, in caso di estinzione anticipata o portabilità del mutuo stesso;
d) viene stabilita la cancellazione automatica (senza oneri per il cittadino) delle cosiddette ipoteche perenti, che rimangono formalmente iscritte nei registri immobiliari pur non essendo state rinnovate dal creditore, ovvero dopo la decadenza ventennale;
e) le banche non possono condizionare l’erogazione di un mutuo bancario all’apertura di un conto corrente presso la medesima banca, pena l’applicazione di una sanzione come pratica commerciale scorretta;

Costi transazioni elettroniche
a) il ripristino del limite dell’1,50% come limite soglia per eventuali incrementi delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti, coerentemente con il comma che ha proprio come obiettivo la riduzione di tali commissioni;
b) riduzione dei tempi previsti per la riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti;
c) l’eliminazione della sospensiva della gratuità delle transazioni con carta di credito fino a 100 euro dei pagamenti presso gli impianti di distribuzione dei carburanti;
d) la gratuità dei conti correnti di base destinati esclusivamente all’accredito della pensione fino a 1.500 euro.

2. ASSICURAZIONI – RCAUTO
a) si elimina la norma che prevede la riduzione del 30% del risarcimento dei danni per la riparazione del veicolo danneggiato, penalizzante per l’assicurato che si rivolge alla propria autocarrozzeria di fiducia;
b) si vincola la compagnia di assicurazione a dichiarare, in sede di preventivo e in sede di stipula del contratto, la diminuzione del premio assicurativo relativo all’anno successivo a quello assicurato nel caso in cui il cliente non abbia incidenti, per garantire un’efficace applicazione della formula bonus-malus. Il cliente rimane comunque libero di scegliere, nell’anno successivo a quello assicurato, la polizza assicurativa RC Auto;
c) si affida all’Isvap il compito di riformare, entro sei mesi, la formula bonus-malus per collegare la riduzione del premio delle polizze assicurative anche al comportamento dell’assicurato, rilevabile dal sistema della patente a punti;
d) si propone la correzione dell’articolo 34 sul confronto delle tariffe con una stesura che renda effettivamente praticabile la presentazione di più offerte da parte dell’agente, attraverso la collaborazione con altri agenti allo scopo comunque di fornire al cliente una soluzione contrattuale immediatamente stipulabile;
e) si prevede una sanzione a carico delle imprese di assicurazione che non provvedono a trasmettere la relazione all’Isvap sull’attività svolta per il contrasto alle frodi;
f) si rende efficace e meno onerosa l’installazione e la disinstallazione della scatola nera, prevedendo anche la portabilità senza costi per l’assicurato del dispositivo in caso di cambio della compagnia assicurativa;
g) si reintroduce la disciplina favorevole all’assicurato sulla disdetta delle polizze pluriennali, introdotta dalla legge n. 40 del 2007 e successivamente modificata dalla legge n. 99 del 2009 che ne ha ridotto portata ed efficacia.

3. ENERGIA E CARBURANTI
a) si sostituisce la norma sulla separazione della rete di trasporto del gas per definire un perimetro e tempi certi e brevi all’operazione di scorporo di Snam da Eni, da avviarsi con l’adozione del DPCM entro il 31 maggio 2012;
b) si rafforzano le norme per rendere più liberi i rapporti tra i gestori d’impianti di vendita e le fasi di approvvigionamento dei carburanti, anche con interventi di regolazione del mercato all’ingrosso da parte del Ministero sviluppo economico e dell’Acquirente unico;
c) si prevede l’eliminazione dei vincoli e degli obblighi alla vendita contestuale di diverse tipologie di carburanti e all’apertura di impianti self service anche nei centri abitati;
d) si sopprime la norma che cambia le attuali modalità di calcolo del prezzo medio praticato in Italia allo scopo di abbassare il divario del prezzo industriale con l’Unione europea. La sola rilevazione del prezzo praticato nei self service, infatti, altera la validità della rilevazione statistica.

4. TRASPORTI
a) si rende subito operativa una specifica Autorità indipendente per i trasporti (eliminando l’assegnazione temporanea delle funzioni all’Autorità per l’energia e il gas);
b) si rivedono le disposizioni riguardanti il rispetto del contratto collettivo nazionale per tutti gli operatori del settore ferroviario;
c) si introduce una più rigorosa scansione temporale per la separazione tra l’impresa ferroviaria e quella che gestisce l’infrastruttura.

5. AUTORITA’ DI REGOLAZIONE
Si introducono misure sull’incompatibilità degli incarichi per coloro che hanno ricoperto ruoli di governo o sono stati componenti di altre autorità di regolazione o vigilanza nei quattro anni precedenti (al fine di evitare passaggi diretti dei componenti dei collegi da un’Autorità all’altra anche durante l’esercizio del mandato).

6. TUTELA DEI CONSUMATORI
Si integrano le disposizioni sulla class action volte a semplificare e rendere meno oneroso l’accesso a questo strumento di tutela collettiva da parte dei cittadini.

7. TRIBUNALE DELLE IMPRESE
Si rivedono l’organizzazione, prevedendo un Tribunale per le imprese presso ciascun tribunale avente sede nel capoluogo del distretto della Corte di Appello (al posto delle attuali 12 sezioni specializzate), e le competenze in materia di controversia tra imprese.

8. PROFESSIONI
a) si ripristina l’equo compenso per i tirocinanti (già previsto nel decreto 138/2011);
b) si prevedono nuovi principi per la modernizzazione del ruolo e dell’assetto degli ordini professionali assicurando pari opportunità per i giovani;
c) si prevede la costituzione di libere associazioni nel campo delle professioni non regolamentate;
d) si propone di limitare la partecipazione al capitale delle società professionali da parte dei soci non iscritti all’albo.

9. FARMACIE
a) si rimuovono le limitazioni alla piena liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C (come richiesto da relazione Antitrust) contenute nell’articolo 32 del DL 201/2011 (Salva Italia), estendendola anche ai medicinali veterinari, al fine di ampliare la concorrenza a vantaggio dei cittadini;
b) si propone che siano i comuni ad individuare entro 60 giorni il numero e le zone delle nuove farmacie in base al quorum di 3.000 abitanti per farmacia;
c) si semplificano le procedure per i concorsi straordinari per soli titoli delle nuove sedi disponibili, stabilendo tempi perentori sia per l’adozione dei bandi che per l’espletamento dei concorsi;
d) ai soli fini del concorso straordinario si prevedono tre diverse graduatorie, distintamente per titolari di farmacie rurali, farmacisti non titolari e farmacisti operanti presso le parafarmacie ai fini dell’assegnazione delle nuove sedi;
e) si sopprimono le disposizioni vigenti sull’ereditarietà della farmacia a familiari non farmacisti;
f) si stabilisce che la direzione della farmacia privata non può essere mantenuta oltre il compimento del sessantasettesimo anno di età dai farmacisti iscritti all’albo.

10. NOTAI
a) si prevedono tempi certi di espletamento dei nuovi concorsi per coprire tutte le sedi vacanti (le attuali più quelle risultanti dall’aumento della pianta organica).


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