Lusi espulso dal gruppo PD

NON TORNANO I CONTI NEI BILANCI DELLA MARGHERITA. LUSI ESPULSO DAL GRUPPO PD. MISIANI: PD E’ L’UNICO CHE HA BILANCI CERTIFICATI.
Tutti i giornali raccontano oggi la vicenda del bilancio della Margherita e del tesoriere Lusi.
Particolare approfondimenti li si possono trovare su La Repubblica (articolo di Carlo Bonini), su Il Corriere della Sera (articolo di Fiorenza Sarzanini), su Il Fatto quotidiano.
Lusi è stato espulso dal gruppo del Pd al Senato. Lunedì 6 si riunirà la Commissione nazionale di garanzia del Pd.
Il Pd, anche se nulla c’entra con questa storia del senatore Lusi, uno dei dieci parlamentari ad aver firmato ad ottobre scorso l’appello di sostegno al Big-Bang di Matteo Renzi, rischia di subire pesanti ripercussioni da questa brutta vicenda. Più in generale il tema del finanziamento pubblico dei partiti sta in questi giorni sul tavolo degli imputati.

Da ricordare: il Pd è l’unico partito che ha da sempre il bilancio certificato da una primaria società di revisione; il Pd, attraverso il suo gruppo dirigente e in particolare il segretario Pier Luigi Bersani, ha da tempo posto il tema di una legge applicativa dell’articolo 49 della Costituzione per rendere obbligatoria la trasparenza e le regole democratiche in tutte le forze politiche del paese; i bilanci del Pd si possono leggere su internet, basta cliccare su www.partitodemocratico.it; il Pd ha uno statuto e norme interne rigorose, come dimostra il comportamento concreto del partito nei casi in cui sono emersi problemi su dirigenti Pd.
Da L’Unità. Articolo di Antonio Misiani, tesoriere del Pd. “ L`inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il senatore Luigi Lusi, tesoriere nazionale della Margherita, mette in luce con crudezza alcuni nodi politici che vanno affrontati a viso aperto. Prima di parlarne credo che sia necessario chiarire che l`altra sera, nella sua performance, Maurizio Crozza, apprezzato da un vasto pubblico (tra cui il sottoscritto), ha lasciato intendere e detto cose sbagliate. È satira, ma c`è il rischio che per far ridere si incida nelle convinzioni di molte persone. Alcune cose vanno dunque precisate. Primo: il Partito Democratico e la Margherita sono soggetti del tutto distinti, politicamente, giuridicamente ed economicamente. Il Pd, perciò, non ha alcun titolo per determinare indirizzi e fare controlli sul bilancio della Margherita, il cui presidente (Francesco Rutelli) è peraltro il leader di un`altra formazione politica. I 13 milioni di euro al centro delle indagini della magistratura sono stati sottratti alla Margherita, non al Pd. E il Pd non ha mai girato rimborsi elettorali alla Margherita: gli unici rapporti economici sono il pagamento da parte del Pd della sublocazione della sede di Sant`Andrea delle Fratte e il rimborso di alcune spese di gestione della sede e del personale distaccato. Secondo punto da precisare e ricordare: il bilancio nazionale del Pd, sin dalla nascita nel 2007, è controllato fino all`ultima fattura da una società di revisione indipendente (PriceWaterhouse Coopers, gli stessi che certificano il bilancio della Banca d`Italia). Siamo gli unici a farlo, sulla base dì una precisa scelta politica di trasparenza. Terzo: il Pd ha reagito all`indagine che ha coinvolto un suo parlamentare senza alcuna timidezza, seguendo con rigore le regole che ci siamo dati. Tutto questo, naturalmente, non toglie in alcun modo dal campo i riflessi politici della vicenda, perché il punto di fondo è la necessità di una profonda riforma del sistema dei partiti, in attuazione dell`articolo 49 della Costituzione. Uno snodo cruciale della più complessiva riforma della politica, che chiama in causa tutte le forze politiche, Pd compreso. I rimborsi elettorali, di gran lunga la principale fonte di finanziamento dei bilanci nazionali dei partiti, negli anni più recenti sono stati drasticamente ridimensionati: è stato cancellata la prosecuzione dei rimborsi anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura e sono stati ridotti del 30 per cento gli stanziamenti. Nel 2010 i rimborsi elettorali ammontavano a 290 milioni. Nel 2011, con la fine dei rimborsi relativi alle politiche 2006, questa cifra è scesa a 189 milioni. Con la progressiva entrata in vigore dei tagli già decisi le risorse si ridurranno ulteriormente a 143 milioni: è un livello inferiore, in termini pro capite, a quanto viene destinato ai partiti in Germania, Francia e Spagna. Ciò che invece è rimasto invariato è il sistema dei controlli interni ed esterni sui bilanci dei partiti. Secondo la normativa vigente ogni partito che riceve
00187 Roma  Via Sant’Andrea delle Fratte, 16  Tel. 06/695321
i rimborsi elettorali deve redigere un rendiconto, che viene esaminato dai revisori dei conti interni. Il rendiconto è trasmesso al Presidente della Camera e un collegio di revisori, nominato d`intesa tra i Presidenti di Camera e Senato, verifica la regolarità formale del rendiconto. I bilanci dei partiti sono pubblicati su due quotidiani e sulla Gazzetta Ufficiale. Punto. È un sistema chiaramente insufficiente, che va radicalmente cambiato guardando alle migliori esperienze europee. Il Pd ha da tempo detto come la pensa: proponiamo che i rendiconti siano sottoposti obbligatoriamente alla certificazione di organismi esterni, siano essi società di revisione o un`autorità indipendente o la Corte dei Conti. Chi sgarra, deve perdere il diritto ai rimborsi elettorali. I rendiconti dei partiti vanno pubblicati non solo sui giornali ma anche su Internet, a disposizione dei cittadini che hanno il diritto di vedere e capire come i partiti si procurano le risorse e come le spendono. La trasparenza non è uno slogan, abbiamo scritto nelle pagine Internet in cui abbiamo messo online i conti del Pd. Oggi è una questione vitale, se vogliamo che i partiti riconquistino la fiducia e il rispetto dei cittadini”.


Ritardi P.A. nei pagamenti alle imprese

Quali sono le linee che il Governo intende seguire e in quali tempi al fine di garantire il superamento della situazione dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione?

Con un interrogazione di cui è il primo firmatario Francesco Boccia, il gruppo del Pd alla Camera chiede al Governo che linea intende seguire per trovare una soluzione ai ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

La questione – si legge nel testo dell’interrogazione a risposta immediata – ha assunto da tempo dimensioni preoccupanti. Secondo quanto si è appreso in questi giorni, il dl sulle liberalizzazioni contiene misure finalizzate alla parziale estinzione dei debiti pregressi della PA. Tuttavia, l’esigenza di rilanciare la crescita e, contemporaneamente, gli stringenti vincoli di bilancio, rendono prioritarie le riforme a costo zero, tra le quali la regolamentazione dei pagamenti nelle transazioni commerciali riveste un ruolo centrale.

La risposta dovrebbe arrivare durante il question time di domani.


Sulla giustizia c’è aria nuova

Verrebbe da dire che il cielo si è finalmente rasserenato. Sul tema della giustizia siamo di fronte a tratti di novità, di realismo e di responsabilità, rispetto agli ultimi anni, che ci fanno ritenere che sia stata intrapresa una nuova strada.
Nelle parole del ministro Severino non ci sono nè trionfalismi, nè promesse di riforme epocali, palesemente foriere di contrasti e comunque irrealizzabili.
C’é invece una apprezzabile consapevolezza del grave stato di dissesto in cui versa, in cui continua a versare, l’amministrazione della giustizia in Italia.
E c’è soprattutto la consapevolezza di doversi muovere in ambiti temporali ristretti, certamente insufficienti rispetto a qualsiasi pur necessaria riforma in profondità.
E’ giunta l’ora di affrontare con proposte concrete l’enorme mole di arretrato (sia civile che penale), la lentezza inaccettabile dei processi, la vergogna di una situazione carceraria non da Paese civile.
Invece di parlare di processo breve o di processo lungo, bisognerà ora discutere di informatizzazione e digitalizzazione del sistema giudiziario, di lotta alla criminalità, di misure alternative alla detenzione, degli ospedali psichiatrici giudiziari, del garante per i detenuti, del la tutela delle vittime dei reati, della sicurezza sui luoghi di lavoro e i delitti ambientali, della depenalizzazione dei fatti socialmente irrilevanti, della rivisitazione delle norme sulla prescrizione, della situazione dei tossico-dipendenti, oltre alle norme in materia di corruzione e di reati contro il bene pubblico e la pubblica amministrazione.
Le strade per rimediare alle patologie e alle disfunzioni ormai croniche del sistema-giustizia esistono, sono chiare, anche se non semplici da percorrere. Il governo dimostri di avere la volontà e la capacità politica di percorrerla questa strada.

Sen. Felice Casson (PD)



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