Con il pareggio di bilancio in Costituzione facciamo la nostra parte nell’Europa al bivio

di Luigi Zanda (Senatore del PD)

Nell’approvazione della modifica dell’articolo 81 della Costituzione c’è, implicita, la richiesta al Governo italiano di fare del progetto di unificazione politica dell’Europa la sua prima battaglia.
È giunto il momento di aprire un grande dibattito su come e quando levarci dalle spalle l’incubo degli interessi sul debito. Per farlo non possiamo escludere la possibilità di abbatterne subito una parte consistente con ampie dismissioni e con una imposizione patrimoniale straordinaria e progressiva, che si rivolga prioritariamente ai grandi patrimoni e non ai cittadini che stanno ancora pagando il mutuo della prima casa che abitano.
Per uscire dalla crisi servono l’unificazione politica dell’Europa, una vera Banca europea prestatrice di ultima istanza e una governance capace di guidare il continente nella sua interezza, tenendo conto anche delle ragioni degli Stati più deboli come la Grecia e il Portogallo. L’Europa è a un bivio. Se completa rapidamente il processo di integrazione può diventare una grande potenza globale. Oppure può restare così com’è, una vasta regione di libero scambio e libera circolazione, con una moneta unica, ma priva di guida politica. Nel primo caso l’Europa Unita sarà uno dei grandi del pianeta. Nel secondo caso l’Europa dei nazionalismi sarà terra di conquista della speculazione finanziaria.


Sul finanziamento della politica bisogna correggere le regole

di Anna Finocchiaro

La vicenda che ha coinvolto la Lega ha riportato al centro dell’opinione pubblica la questione del finanziamento della politica. Sulle questioni del bilancio del Carroccio dico solo che sarà la magistratura a chiarire le responsabilità. Per quello che ci riguarda, abbiamo chiesto le dimissioni di Rosy Mauro da vice presidente di Palazzo Madama per difendere la credibilità del Senato e per il bene delle istituzioni. Ma è evidente quanto sia urgente e necessario rivedere le norme che regolano il finanziamento dei partiti. Dobbiamo fare presto, prestissimo. Se non interveniamo, a rischio non sono solo i partiti ma la democrazia come l’abbiamo conosciuta.
Bisogna operare su due versanti. Serve la certificazione dei bilanci dei partiti da parte di una autorità riconosciuta e terza. E poi c’è anche la fondamentale questione della democrazia interna ai partiti: il tema è quello del loro funzionamento, della loro trasparenza. In Parlamento si approvino a breve nuove regole. Ma facciamo attenzione a non illuderci che la democrazia viva senza risorse pubbliche: se si abolissero potrebbero vivere solo i partiti di miliardari, ovviamente a impronta personalistica, o i partiti finanziati illecitamente.
Il tema non è l’abolizione delle risorse pubbliche per la politica (ci sono in tutti i paesi occidentali), ma la loro razionalizzazione (e ricordo che sono state di recente tagliate di molto) e la trasparenza dei bilanci.


Pensioni

Chiediamo subito una soluzione per le 350 mila persone intrappolate dalla riforma

Il Pd non lascerà soli i 350mila lavoratori intrappolati dalle nuove norme previdenziali e che ora si trovano a dover affrontare i prossimi anni senza lavoro, pensione o sostegno al reddito. Abbiamo riproposto le nostre richieste, già avanzate con numerosi atti parlamentari, durante una conferenza stampa tenuta a Montecitorio per dire al ministro Fornero che l’emergenza creata dalla riforma previdenziale deve trovare risposte: il governo ha promesso una soluzione entro giugno ma le risorse stanziate dal dl Milleproroghe – circa 245 milioni – sono sufficienti solo per risolvere i casi di 65mila lavoratori. Perciò noi chiediamo che le risorse siano triplicate: basta conoscere le storie concrete di alcune persone vittime di questo cappio giuridico – noi abbiamo raccontato 18 casi (che trovate qui allegati) in altrettante interrogazioni – per capire che una soluzione va trovata e subito. Così come non è accettabile la ricongiunzione onerosa dei contributi, costosa, ingiusta e sbagliata: noi non vogliamo consentire che si paghino due volte i contributi per la stessa pensione. Per questo chiediamo che la nostra proposta di legge sia discussa quanto prima dall’Aula e vogliamo dal governo cifre documentate sui risparmi della riforma e sulle coperture necessarie per venire incontro a questi lavoratori.

 

Documento elaborato dai deputati Pd della commissione Lavoro


Ddl anticorruzione

Rafforzare lotta alla corruzione deve essere priorità per governo

Ogni anno oltre 60 miliardi di euro vengono scippati agli italiani per colpa di un inadeguato sistema di prevenzione e repressione della corruzione. Un dato enorme, un vero e proprio cancro per la nostra economia che, come ha giustamente sottolineato il presidente del consiglio Monti, si trova penalizzata sia sulle potenziali di crescita sia sul grado di competitività del Paese. Per questo siamo convinti che su un tema come questo non ci possono essere ambiguità da parte della politica. Tutti i partiti che sostengono il governo devono dare il proprio contributo per rafforzare il ddl anticorruzione e garantirne la rapida approvazione. Il Pd ha presentato un corposo pacchetto di misure per adeguare il codice penale alle novità del fenomeno corruttivo e aggredire i patrimoni dei corrotti. La proposta del Pd riscrive i reati di corruzione e concussione, raddoppia i tempi di prescrizione ed estende a tutte le forme di corruzione la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Si tratta di norme che non incideranno sui processi in corso e non lasceranno aree di impunità: non permetteremo che lo Stato abbassi la guardia su condotte e comportamenti che colpiscono al cuore la gestione della cosa pubblica.


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