Chi ha votato no all’arresto di De Gregorio ha screditato il Parlamento

di Anna Finocchiaro (7 giugno 2012)

 

Chi ha votato contro l’arresto del senatore De Gregorio coprendosi con il voto segreto ha assunto su di sé la responsabilità di contribuire, proprio in questo momento, a screditare e umiliare il Parlamento e la politica.
L’esito del voto e’ chiaro: il voto segreto ha dato la possibilità di saldare una maggioranza occulta. L’intervento del senatore Quagliariello può aver impressionato qualcuno, ma non serve a spiegare perché il PDL ha imposto al proprio gruppo di respingere la richiesta di arresto.
Mi auguro con tutto il cuore che in occasione del voto sulla vicenda che riguarda il senatore Lusi non ci sia nessuna richiesta di voto segreto.
Il modo migliore per onorare il mandato parlamentare e la politica e’ quello di assumersi pubblicamente la responsabilità delle proprie scelte.


Finanziamento ai partiti

Da subito dimezzamento e controlli rigorosi: 160 milioni di risparmio ai terremotati

 

E’ stato approvato a larga maggioranza il provvedimento per dimezzare immediatamente i finanziamenti pubblici ai partiti politici e mettere in campo rigorosi controlli sulle gestioni e sulle spese sostenute. Le nuove disposizioni introducono un sistema misto di finanziamento per cui alle forze politiche andranno, d’ora in poi, 91 milioni di euro all’anno: il 70 per cento dei quali (pari a 63.700.000 euro) come rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l’attività politica; il restante 30 per cento (pari, al massimo, a 27.300.000) a titolo di cofinanziamento. I partiti riceveranno cioè 50 centesimi per ogni euro ricevuto da parte delle persone fisiche o enti. Chi vorrà finanziare la politica potrà inoltre godere di agevolazioni fiscali sull’importo donato per un massimo di 10 mila euro. E le campagne elettorali non potranno sforare precisi tetti di spesa. E’ stato inoltre previsto l’obbligo di sottoporre i bilanci ad un doppio sistema di controllo. Il primo, quello interno, prevede che i bilanci siano certificati da società di revisione iscritte all’albo della Consob. Il secondo, quello esterno, affida il controllo di tutte le spese sostenute ad una Commissione ad hoc composta da 5 magistrati designati dai vertici delle massime magistrature (uno dalla Cassazione, uno dal Consiglio di Stato, tre dalla Corte dei conti). Un meccanismo rigoroso, coerente al dettato costituzionale, non più di mero accertamento della regolarità formale e da cui consegue un articolato sistema di sanzioni che possono arrivare fino alla decurtazione dell’intero importo dei contributi. Nel corso dell’esame parlamentare, su nostra proposta è stata introdotta una importantissima norma di civiltà per cui i 160 milioni di euro che si risparmieranno con l’attuazione di queste nuove norme nei prossimi due anni saranno interamente destinati alle zone e alle popolazioni colpite dal terremoto.


Passi avanti sulla riforma del lavoro: evitati gli abusi, aumentate le tutele

di Tiziano Treu (24 maggio 2012)
La riforma del mercato del lavoro è arrivata questa settimana all’esame dell’aula del Senato e c’è da essere soddisfatti. Il lavoro della Commissione è stato molto costruttivo e ha perfezionato e migliorato il testo iniziale del governo. Inoltre il consenso tanto vasto in una materia così tradizionalmente conflittuale è un dato eccezionalmente positivo, soprattutto in un momento di grande tensione sociale come è l’attuale.
E’ una riforma equilibrata che tiene conto di posizioni diverse e che porta il mercato del lavoro italiano più vicino alle migliori pratiche europee. Sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori si è confermata la validità del buon compromesso raggiunto tra governo, partiti e parti sociali. È stata poi valorizzata la flessibilità ‘buona’, prevedendo strumenti che evitino gli abusi e misure per regolarla al meglio anche con il rinvio alle parti sociali. Si è attribuito un ruolo centrale all’apprendistato, nella convinzione che esso debba diventare la via principale per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, assorbendo molte delle eccessive forme precarizzanti.
La parte della riforma che riguarda gli ammortizzatori sociali, realizza un parziale progresso verso l’estensione delle tutele. Ma essa presenta ancora un limite, soprattutto per quel che riguarda le protezioni dei lavoratori precari. Purtroppo, a causa della carenza di risorse, in questa fase non è stato possibile estendere gli ammortizzatori come avremmo voluto. Ma, su questo punto, il Pd tornerà al più presto per ulteriori integrazioni. In Commissione sono state poi introdotte rilevanti innovazioni per promuovere forme di partecipazione dei lavoratori all’impresa e di democrazia economica, secondo le direttive europee.
Sono innovazioni che favoriranno relazioni di lavoro più partecipative e più produttive. Il che è necessario per rilanciare la nostra competitività e il valore del lavoro.


Il PDL si aggrappa all’ultima mossa mediatica di Berlusconi

Il Pdl in caduta libera alle amministrative e nei sondaggi si ri-aggrappa a Silvio Berlusconi, che resta saldamente in campo e, come previsto, non molla affatto: la proposta di riformare l’intero assetto istituzionale italiano con un emendamentino di poche righe alla riforma costituzionale già all’esame del Senato spiega molte cose.
Il Pd non ha tabù nella discussione sulla riforma, né sul tema del semipresidenzialismo, ma una riforma di questa portata avrebbe bisogno anche di altri cambiamenti nell’assetto del paese e di un tempo congruo per l’esame e la discussione dei diversi punti.
Che sia solo una mossa mediatica, che prepara una campagna elettorale, lo pensano in molti. Ma sta anche per arrivare il momento della verità: se nel confronto sulla riforma elettorale il Pdl si opporrà a cambiamenti del porcellum, in attesa di salvifiche “grandi” riforme a venire, la vera natura della proposta berlusconiana sarà evidente: scongiurare il cambiamento di una legge che consentirebbe al vecchio presidente del Consiglio di continuare a nominare i parlamentari. E dunque di continuare ad essere il dominus del centrodestra al di là di ogni cambiamento e rinnovamento ostentato di fronte a telecamere e giornali.


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