Fondi dei partiti alle vittime del sisma: dal PD una promessa mantenuta

di Anna Finocchiaro (5 luglio 2012)

 

Una promessa del Pd mantenuta. Ci siamo battuti in Parlamento perchè davvero – e non solo a parole come in molti facevano – la rata di luglio del finanziamento ai partiti fosse dimezzata per essere destinata alle vittime del sisma in Emilia. Un risultato che abbiamo ottenuto grazie alla nostra caparbietà che è riuscita a superare le sotterranee resistenze e il tortuoso iter parlamentare a cui è stato sottoposta la norma.
Devo dire una cosa a tutti coloro che hanno strumentalmente agitato lo spauracchio che i partiti promettevano e non mantenevamo: ora avranno qualche difficoltà a scontrarsi con la oggettività dei fatti e della vicenda parlamentare così come si è svolta.
E’ una legge che però va completata perché c’è un pezzo che manca, ed è quello che riguarda l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. Restiamo convinti che non si può parlare di una vera moralizzazione della spesa del finanziamento pubblico ai partiti se prima non si dota ciascun partito di norme interne che stabiliscano la democrazia interna, la controllabilità e la trasparenza dei bilanci.
Riteniamo di non dover prendere lezioni da nessuno perché dal 2007 il bilancio del Pd è su Internet ed è certificato dalla stessa società che certifica la Banca d’Italia. E’ però giusto che le due questioni siano collegate. Un successo che mi auguro venga completato in tempi brevi con l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione


Riforma del lavoro

Meno precarietà e flessibilità senza regole. Ora correzioni su esodati, ammortizzatori e partite Iva

Come garantito al presidente del Consiglio, abbiamo approvato la riforma del mercato del lavoro prima del Consiglio europeo, dopo aver contribuito a migliorarla. Adesso Monti deve rispettare l’impegno preso in Aula a risolvere alcune criticità, come dare una prospettiva ai lavoratori che non hanno più stipendio e che non possono però andare in pensione a causa dell’innalzamento dell’età prevista dalla riforma previdenziale e sui nuovi ammortizzatori sociali. Per quanto riguarda la nuova Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi) abbiamo chiesto di posticiparne l’entrata in vigore di un anno a causa del prolungarsi della crisi. La riforma riconosce l’esistenza di un eccesso di precarietà nel nostro Paese e che non si crea crescita e sviluppo con la flessibilità senza regole. E’ stato introdotto, poi, un salario minimo di riferimento per i lavoratori a progetto e l’obbligo di un compenso minimo per chi fa stage o tirocini, ponendo così fine a una forma di sfruttamento molto diffusa. Altro nodo irrisolto, infine, riguarda la mancanza di ammortizzatori sociali, maternità e malattia per le partite Iva.


Arresto per Lusi

Il Senato ha autorizzato l’arresto dell’ex tesoriere della Margherita.

In questa triste vicenda i fatti sono chiari e i senatori del Partito Democratico hanno votato per l’arresto di Luigi Lusi che dopo la scoperta dei fatti era stato immediatamente allontanato dal Partito.

L’utilizzo di fondi pubblici per finalità personali è una vergogna senza precedenti e chiunque ne è responsabile va punito severamente.

Contro chi commette reati la tolleranza non è ammessa.


Riforme: il PDL non le vuole, fa solo propaganda

di Anna Finocchiaro, 14 giugno 2012

 

Sulle riforme costituzionali non è possibile agire con leggerezza, nè fare giochetti per pura strategia politica. Il testo uscito dalla Commissione Affari Costituzionali sulle riforme istituzionali (e arrivato questa settimana in aula) risponde ad aspettative manifestate in forma più o meno appariscente dall’opinione pubblica: dalla maggiore efficienza del Parlamento alla riduzione degli effetti del bicameralismo perfetto, dalla riduzione del numero dei parlamentari all’attribuzione di maggiori poteri al Presidente del Consiglio. Tutto ciò risponde anche ad un’aspettativa popolare. E l’approvazione del testo sulle riforme costituzionali era stata posta dal Pdl come precondizione per arrivare a una nuova legge elettorale. La proposta improvvisamente presentata da Berlusconi e Alfano sul semipresidenzialismo ha avuto come effetto di mettere pericolosamente in discussione tutto il lavoro fatto fin ad ora.
Per questo ho chiesto con fermezza che si ritirasse la proposta sul semipresidenzialismo o che si tornasse a discuterne in Commissione lavorando ad una legge costituzionale che introduca un referendum di indirizzo sul sistema semipresidenziale. Il semipresidenzialismo non è la scelta del Pd, ma se se ne deve discutere credo sia meglio chiedere ai cittadini cosa pensano di un cambiamento così radicale. Io comunque, continuo a pensare che la priorità sia una nuova legge elettorale che cancelli il Porcellum. Ho paura che se continueremo a perdere tempo non riusciremo ad ottenere questo risultato.


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