Mozione anti-mafia, Provincia sottovaluta

Bocciata mozione anti-mafia, la Provincia sottovaluta il pericolo di infiltrazioni nelle opere pubbliche

Lega e PDL in Provincia di Verona si confermano ancora una volta distanti mille miglia dalle reali problematiche del territorio. Lo dimostra, di nuovo, il voto contrario di ieri sera sulla mozione anti-mafia e contro il pericolo di infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche presentata dal Partito Democratico.

Una mancanza di ragionevolezza inspiegabile dal momento che l’allarme è stato lanciato e ribadito dallo stesso Procuratore Nazionale antimafia Piero Grasso durante un recente incontro pubblico a San Bonifacio. Secondo Grasso l’intrecciarsi di alcuni fattori, tra cui la crisi economica e la scarsa disponibilità di liquidità delle imprese locali rappresentano terreno fertile per le organizzazioni criminali, che al Nord e in particolare nel Veneto cercano di ripulire i soldi derivanti dalle attività illecite.

Ragion per cui il Pd ha chiesto di non limitare l’attività del Gruppo Interforze istituito presso la Prefettura di Verona alle sole opere comprese nella Legge Obbiettivo (esempio il Traforo delle Torricelle e la Tav) ma di allargare il monitoraggio anche ad altre importanti opere pubbliche, come il Motorcity, il Centro Agroalimentare di Trevenzuolo, il Centro Logistico di Isola della Scala, la Nogara-Mare e altre opere.

Risibile la giustificazione data dall’assessore alla Sicurezza della Lega Codognola secondo il quale una richiesta in tal senso potrebbe suonare come un segnale di sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. L’obiettivo della mozione è anzi quello di dare a Polizia e Carabinieri strumenti ulteriori, in analogia a quanto già accade per le opere rientranti nella Legge Obiettivo che devono venire obbligatoriamente monitorate. La richiesta va dunque nella direzione di tutelare la legalità, le imprese oneste e il corretto funzionamento dell’economia. Ma questo sembra che a qualcuno sfugga.

 

Diego Zardini, capogruppo Pd in Provincia


Riceviamo e pubblichiamo

Pubblichiamo il testo della mail inviataci da un cittadino di Sona presente all’incontro di venerdì 24 febbraio presso la sala consiliare di Sona. Lo ringraziamo sia per i complimenti ma anche e soprattutto per le osservazioni e le critiche, che terremo sicuramente in considerazione per i prossimi incontri che andremo ad organizzare.

Ciao,
volevo farti i complimenti per l’ottimo incontro che avete organizzato e per il buon livello degli oratori. L’argomento era talmente vasto che una serata è sembrata troppo stretta specialmente per la parte dedicata al pubblico. Spiace che nonostante l’importanza degli argomenti, non ci sia stata una risposta di partecipazione adeguata. Io penso che ieri sera si sia sentito un linguaggio politico di analisi socio economico finalmente un pò diverso rispetto ad un  passato recente.
Devo dire che gli interventi del pubblico mi sono molto piaciuti perchè toccavano con concretezza la realtà, con tutte le preoccupazioni e le difficoltà che ci aspettano. Peccato che le risposte siano state frettolose, penso per l’orario, e talvolta superficiali. Devo dire che anche alcune affermazioni  dei relatori (es. sulla finanza) sembravano fatte più per giustificare una certa passata politica che ha fatto finta di non vedere, ma che invece tutti sapevano, eccome!..(Erano stati scritti libri e fatto film anni prima che questa crisi iniziasse! )
Non dimentichiamo che tutti i controllori (Consob, S.E.C. Governatore Banca D’Italia ecc.) sono di nomina politica… e le Fondazioni quasi.
L'”allergia alla vecchia politica” è palpabile molto spesso in tutti i settori dai giovani agli anziani (logica conseguenza è l’assenteismo dalla politica). Sarà difficile riprendere il consenso specialmente dopo questa recessione che prevediamo sarà pesantissima nei prossimi mesi … e non solo per le Banche come ha detto invece Giorgetti… Prevediamo un cambio significativo del tenore di vita.
Purtroppo ho verificato che talvolta il linguaggio, i progetti e gli obiettivi sono ancora quelli della “vecchia politica”.
Non si è ancora capito che non si tornerà più indietro!.
Bisognerà progettare e ideare cose nuove, partendo da una nuova cultura che sarà da  insegnare e poi condividere per poter dare speranze e nuove prospettive di crescita  per uscire da questa crisi che non è solo economica.
Questo incontro a mio parere ha mosso i primi passi verso questa nuova cultura.
Coraggio ed Auguri!


Verona si stringa attorno alla sua fiera

Verona si svegli. Dopo l’aeroporto, la Fiera è in pericolo se non ci saranno gli investimenti necessari. Le politiche sbagliate di Tosi, fatte di propaganda e vendite, stanno venendo al pettine. Sulla Fiera avevamo visto giusto ancora un anno fa: la crisi economica e la trasformazione che le mutate condizioni economiche delle imprese impongono all’intero sistema fieristico sposta, di fatto, l’interesse dalla sola messa a disposizione di aree espositive alla fornitura di servizi e all’accompagnamento delle imprese e, soprattutto, per reggere nel mercato sempre più globale e agguerrito, occorrono investimenti sull’attività internazionale e per consolidare i prodotti simbolo nel mondo, come Vinitaly.

In questo ultimo anno la risposta alle nostre proposte è ben nota a tutti: un parcheggio e la vendita delle quote del Comune che, come era ed è evidente, non hanno aiutato la ricapitalizzazione della Fiera, ma solo le casse esangue del Comune.

E’ una visione minoritaria che Tosi ha ben applicato in giro: dissanguare le casse altrui per riempire le proprie ha immediati benefici per lui, ma il sistema Verona ne perde in prospettiva. Il prossimo bottino sarà la cessione di AMIA ad AGSM…stesso percorso culturale, medesimo danno alle casse di una società pubblica.

Adesso servono 15 milioni. Non potevano essere ricavati dalla vendita delle medesime quote a soci privati? No, Tosi ha pensato solo a se stesso e il resto può andare a remengo.

La fiera ha bisogno di un partner internazionale del settore che ne favorisca lo sviluppo e porti capitali freschi. La semplice redistribuzione delle quote all’interno dell’attuale compagine sociale e le caratteristiche esclusivamente finanziarie dei nuovi soci (Cattolica e Popolare di Vicenza) non hanno favorito né la ricapitalizzazione né la spinta necessaria per affrontare le difficoltà.

Se la Fiera non riuscirà ad attuare il proprio piano industriale nel quale sono previsti nuovi ingressi, un nuovo padiglione e più rassegne in contemporanea, questa grossa opportunità per Verona, si fermerà lì e regredirà in un mercato di squali.

Quali prospettive strategiche ha Tosi per la nostra fiera? Possiamo permetterci di perderla?

All’indomani della decisione scellerata di vendere le quote solo per far soldi e senza un progetto, Tosi pubblicamente si impegnò per la ricapitalizzazione dell’Ente. Bene, è venuto il momento. Caro Tosi, con quali soldi?

Il danno è grosso e penso che dopo la scoppola dell’Aeroporto, Verona debba svegliarsi da torpore e dal timore di contraddire il principe. Ci sta portando giù.

E’ il momento che le forze sane di questa città capiscano che solo gli Stati Generali dell’economia e della politica, che chiediamo da anni, possono portare beneficio perché è l’unico modo per metterci tutti insieme e dalla stessa parte in un fase in cui le poche risorse in giro e l’elevata concorrenza sono nemici comuni. Infatti, non si tratta solo di una questione economica, qui bisogna creare una lobby positiva a tutela dello sviluppo di Verona.

Bene, quindi, l’appello della Fiera che rende centrale il tema. Credo che solo Tosi non l’abbia capito.

Rimandarlo ancora negherebbe a Verona un’occasione di crescita.

 

Vincenzo D’Arienzo – segretario provinciale del Partito Democratico


Come stiamo migliorando il decreto liberalizzazioni

di Anna Finocchiaro – 23 febbraio 2012

Certamente la via per rendere il nostro Paese più moderno attraverso le liberalizzazioni e’ accidentata e difficile ma non e’ vero che in Parlamento, come si legge in giro, si stia facendo retromarcia e ci stia arrendendo alle lobby.
Sicuramente si potrebbero fare meglio tante cose, ed e’ vero che le pressioni di contrasto sono fortissime, ma il PD rivendica di aver contribuito a migliorare il provvedimento.
Soprattutto in materia di banche e assicurazioni possiamo dire, senza paura di essere smentiti, di aver ottenuto molto di quello che chiedevamo dall’inizio attraverso i nostri emendamenti.
Sono state accettate le nostre proposte su questioni davvero importanti per tanti cittadini come le stipule di mutuo e la vendita di contratti assicurativi.
Le banche non potranno più vincolare l’erogazione di un mutuo alla stipula di una assicurazione sulla vita presso lo stesso istituto e non potranno più condizionare l’erogazione di un mutuo all’apertura di un conto corrente.
E lo stesso vale per la riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti e per la gratuità dei conti correnti di base destinati esclusivamente all’accredito delle pensioni fino a 1500 euro.
Sul versante delle assicurazioni, ad esempio, su nostra proposta si elimina la norma che prevede la riduzione del 30% del risarcimento dei danni per la riparazione del veicolo danneggiato, penalizzante per l’assicurato che si rivolge alla propria autocarrozzeria di fiducia.
Ho citato solo alcune questioni che riguardano però una ampia platea di cittadini e credo sia giusto che il Pd rivendichi il merito di aver reso piu’ incisivo il provvedimento.


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