Chi ha votato no all’arresto di De Gregorio ha screditato il Parlamento

di Anna Finocchiaro (7 giugno 2012)

 

Chi ha votato contro l’arresto del senatore De Gregorio coprendosi con il voto segreto ha assunto su di sé la responsabilità di contribuire, proprio in questo momento, a screditare e umiliare il Parlamento e la politica.
L’esito del voto e’ chiaro: il voto segreto ha dato la possibilità di saldare una maggioranza occulta. L’intervento del senatore Quagliariello può aver impressionato qualcuno, ma non serve a spiegare perché il PDL ha imposto al proprio gruppo di respingere la richiesta di arresto.
Mi auguro con tutto il cuore che in occasione del voto sulla vicenda che riguarda il senatore Lusi non ci sia nessuna richiesta di voto segreto.
Il modo migliore per onorare il mandato parlamentare e la politica e’ quello di assumersi pubblicamente la responsabilità delle proprie scelte.


Con quale faccia chiedono nuovi sacrifici?

Nel ricordare che le tariffe di Verona sono tra le più basse d’Italia, il Presidente Atv Bettarello dimentica di dire che i bus veronesi presentano anche la velocità commerciale tra le più basse del Paese, frutto di una cattiva gestione della mobilità cittadina che vede i bus perennemente bloccati nel traffico, e della mancanza di programmazione.

Da cinque anni, ma senza risultati, l’amministrazione Tosi annuncia il Piano generale del traffico urbano. Da altrettanto tempo annuncia l’integrazione tra linee urbane e linee extraurbane, ma le sovrapposizioni rimangono. L’azienda di trasporto pubblico continua a macinare debiti mentre crescono le spese di gestione e quelle accessorie come sorveglianza e pulizie.

Il buco di tre milioni non dovrebbe stupire più di tanto i dirigenti Atv, che spesso sono anche militanti della Lega, visto che già nel 2010 il bilancio dell’azienda dei trasporti era stato portato a pareggio soltanto negando il pagamento dei premi di produzione ai dipendenti. Con quale faccia, dunque, vengono ora a chiedere ai cittadini ulteriori sacrifici? La verità è che, malgrado la corrispondenza politica con il governatore Luca Zaia e la maggioranza che siede in Regione, la giunta Tosi porta a casa meno finanziamenti delle altre città venete.

E mentre tra Padova, Treviso e Venezia si sta lavorando all’integrazione del trasporto pubblico su gomma con quello ferroviario su rotaia, la nostra città in questo campo è ancora all’anno zero. E’ evidente che il trasporto pubblico non è tra le priorità di questa amministrazione ma la situazione è diventata ormai insostenibile: a partire da questa estate si rischia l’azzeramento del servizio.

Si metta dunque da parte la demagogia con la quale si è governato finora e si cominci a lavorare seriamente facendo pressione sulla Regione affinché sblocchi i finanziamenti. Si metta poi mano, in città, al miglioramento del servizio partendo dalle misure più semplici e meno costose: più corsie preferenziali, semafori intelligenti, multare le auto che occupano gli stalli di fermata, facendo così in modo che i bus siano più regolari e il servizio più appetibile per i cittadini.

Michele Bertucco, capogruppo Pd in Comune
Vincenzo D’Arienzo, consigliere comunale Pd


Agsm-Amia: “Giova ai cittadini o alla politica?”

da www.pdverona.it

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“La presidenza di Miglioranzi vale il rischio per 500 dipendenti e la perdita di una società ancora oggi in utile?”

E’ la questione posta dalla consigliera comunale Pd Elisa La Paglia, che interviene sulle recenti dichiarazioni del neo-riconfermato assessore alle Partecipate Enrico Toffali, chiamato dal Sindaco a realizzare la “fusione a freddo” tra Agsm e Amia.

“Una fusione fatta soltanto per indebitare Agsm di ulteriori 30 milioni da riversare nel bilancio del Comune – continua La Paglia – il che equivale a nascondere la polvere sotto al tappeto. Infatti non si spostano soldi, si muovono soltanto debiti!

La domanda a cui l’amministrazione deve rispondere è: l’operazione produrrà nuove sinergie? Consentirà di ridurre i costi e di tagliare i doppi incarichi dirigenziali? Di sicuro aprirà un nuovo fronte di problemi: dove verranno collocati i dipendenti delle aree doppione che inevitabilmente si creeranno? Verranno mantenuti, espulsi o ricollocati?”.

“Amia in questo momento deve concentrarsi sull’evitare di diventare preda del mercato privato ai sensi della legge 133/2008, potrebbe farlo grazie a una nuova modifica del Codice Ambiente (dlgs 152/2006) approvata al Senato e che ora deve tornare alla Camera, ma allo stesso tempo, l’affidamento diretto di Amia rappresenterebbe un tallone d’Achille per Agsm, la quale, incorporando una azienda che riceve un affidamento diretto, verrebbe automaticamente esclusa da alcune gare che si svolgono sul libero mercato. Che cosa ha intenzione di fare in questo caso il Sindaco, mandare a gara Amia? In breve – conclude La Paglia – questa operazione solleva molti più problemi di quanti non ne risolva e mi domando se essa non sia piuttosto rivolta a trovare una sistemazione per il coordinatore della lista del Sindaco”.


Finanziamento ai partiti

Da subito dimezzamento e controlli rigorosi: 160 milioni di risparmio ai terremotati

 

E’ stato approvato a larga maggioranza il provvedimento per dimezzare immediatamente i finanziamenti pubblici ai partiti politici e mettere in campo rigorosi controlli sulle gestioni e sulle spese sostenute. Le nuove disposizioni introducono un sistema misto di finanziamento per cui alle forze politiche andranno, d’ora in poi, 91 milioni di euro all’anno: il 70 per cento dei quali (pari a 63.700.000 euro) come rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l’attività politica; il restante 30 per cento (pari, al massimo, a 27.300.000) a titolo di cofinanziamento. I partiti riceveranno cioè 50 centesimi per ogni euro ricevuto da parte delle persone fisiche o enti. Chi vorrà finanziare la politica potrà inoltre godere di agevolazioni fiscali sull’importo donato per un massimo di 10 mila euro. E le campagne elettorali non potranno sforare precisi tetti di spesa. E’ stato inoltre previsto l’obbligo di sottoporre i bilanci ad un doppio sistema di controllo. Il primo, quello interno, prevede che i bilanci siano certificati da società di revisione iscritte all’albo della Consob. Il secondo, quello esterno, affida il controllo di tutte le spese sostenute ad una Commissione ad hoc composta da 5 magistrati designati dai vertici delle massime magistrature (uno dalla Cassazione, uno dal Consiglio di Stato, tre dalla Corte dei conti). Un meccanismo rigoroso, coerente al dettato costituzionale, non più di mero accertamento della regolarità formale e da cui consegue un articolato sistema di sanzioni che possono arrivare fino alla decurtazione dell’intero importo dei contributi. Nel corso dell’esame parlamentare, su nostra proposta è stata introdotta una importantissima norma di civiltà per cui i 160 milioni di euro che si risparmieranno con l’attuazione di queste nuove norme nei prossimi due anni saranno interamente destinati alle zone e alle popolazioni colpite dal terremoto.


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