Imu: con la proposta del PD 80% di esentati

IMU. Stradiotto e Filippin (PD): con la proposta PD 80% di propietari esentati

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“Abolire l’Imu come promette Berlusconi è insensato e impossibile in questo momento: la proposta del PD di renderla più progressiva è l’unica proposta seria e i numeri lo dimostrano – commenta Rosanna Filippin, segretario del PD Veneto, analizzando i dati elaborati dal senatore Marco Stradiotto.
Per Berlusconi in campagna elettorale tutto diventa possibile, salvo poi rimangiarsi la parola. E’ ora di smetterla di raccontare balle agli italiani.
Con la proposta del PD sull’Imu l’80% dei proprietari di prima casa saranno esentati da questa tassa – prosegue il senatore Marco Stradiotto.
La  proposta del PD -prosegue Stradiotto – è semplice: prevedere una detrazione del pagamento dell’imposta fino alla soglia dei 500 €.
Quindi, i proprietari di prima casa che dovrebbero pagare questa imposta saranno esonerati fino al raggiungimento di tale soglia. La misura interesserebbe ben 16 milioni di italiani, l’80% dei proprietari di prima casa. Non si tratta di una generica abolizione, ma di una redistribuzione commisurata alla reale ricchezza.7
Così il sistema diventerebbe molto più equo. Le detrazioni operative nel 2012, infatti, hanno interessato solo il 30% dei proprietari di prime case, e non necessariamente i meno abbienti, come non ha mancato di farci notare persino l’Europa – sostiene Stradiotto.
Dall’analisi dei numeri emerge come sia necessario introdurre alcune misure per rendere il sistema fiscale sia più equilibrato, ad esempio l’adeguamento delle rendite catastali, l’inserimento del contrasto d’interesse, la possibilità di scaricare le spese sostenute, e altri interventi per limitare eventuali abusi di diritto e dare maggiori garanzie dei cittadini contribuenti. Queste misure erano già previste nella delega fiscale, approvata alla Camera e in Commissione Finanze al Senato, ma tutto è stato bloccato dal PDL, che non ha permesso fosse approvata prima della fine della legislatura.
Come sostiene Bersani la prima casa può essere un piccolo appartamento oppure la Reggia di Caserta –  ricorda Filippin –  quindi vanno introdotti elementi di progressività.
Il Partito Democratico avanza proposte serie anche in campagna elettorale, sono sicura che gli Italiani lo capiranno e lo riconosceranno al momento del voto.

Cliccando qui è disponibile lo studio del Senatore Stradiotto in merito alla proposta PD sull’Imu.




Stop al femminicidio

da www.pdverona.it

 

Stop al femminicidio: io ci metto la faccia

La Conferenza Donne Democratiche di Verona aderisce alla campagna di sensibilizzazione sul tema del femminicidio promossa dalla Rete degli Studenti Medi del Veneto, Studenti Per UDU Padova, UDU Venezia e UDU Verona. Per farlo è sufficiente inviare alla Rete una propria foto accompagnata dallo slogan “stop femminicidio: #iocimettolafaccia”. Per poi diffondere e mantenere alta l’attenzione.

Il termine femminicidio non nasce per caso, né perché mediaticamente d’impatto nè tantomeno per ansia di precisione.

Oggi sembra quasi una banalità ripetere i dati dell’OMS: la prima causa di uccisione nel Mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute). Negli anni Novanta il dato non era noto, e quando alcune criminologhe femministe verificarono questa triste realtà, decisero di “nominarla”. Fu una scelta politica: la categoria criminologica del femmicidio introduceva un’ottica di genere nello studio di crimini “neutri” e consentiva di rendere visibile il fenomeno, spiegarlo, potenziare l’efficacia delle risposte punitive.
Dietro questa parola c’è una storia lunga più di venti anni, una storia in cui le protagoniste sono le donne.

Il termine “femicide” (in italiano “femmicidio” o “femicidio”) nacque per indicare gli omicidi della donna “in quanto donna”, ovvero gli omicidi basati sul genere, ovvero la maggior parte degli omicidi di donne e bambine. Non stiamo parlando soltanto degli omicidi di donne commessi da parte di partner o ex partner, stiamo parlando anche delle ragazze uccise dai padri perché rifiutano il matrimonio che viene loro imposto o il controllo ossessivo sulle loro vite, sulle loro scelte sessuali, e stiamo parlando pure delle donne uccise dall’AIDS, contratto dai partner sieropositivi che per anni hanno intrattenuto con loro rapporti non protetti tacendo la propria sieropositività, delle prostitute contagiate di AIDS o ammazzate dai clienti, delle giovani uccise perché lesbiche.

Anche l’Unione Europea ha riconosciuto che il femminicidio riguarda tutti gli Stati del mondo, non solo quelli latinoamericani. L’attuale situazione politica ed economica dell’Italia non puo’ essere utilizzata come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne e bambine in questo Paese.

Un triste primato che porta le Nazioni Unite a parlare di femminicidio per l’Italia: rimane costante è la violenza in generale esercitata dagli uomini sulle donne.
Secondo l’Istat infatti una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita, nell’arco della propria vita, dall’aggressività di un uomo, e nel 63% dei casi alla violenza hanno assistito i figli. Le donne più colpite sono quelle comprese nella fascia 16-24 anni.

Le vittime sono considerate oggetti di proprietà e nel momento in cui cercano di spezzare questo legame, scatta la furia.
Intanto nel nostro Paese sono cento le donne vittime di femminicidio nel 2012, e chissà quante di cui non conosciamo i nomi.

Per quanto ancora l’Italia permetterà tutto questo?
Chiediamo e vogliamo vivere in una società che tuteli i diritti di tutti e non permetta più di lesionare la dignità altrui.

Stefania Bozzi – Portavoce Donne democratiche di Verona

 

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