Articolo pubblicato su www.ilbacodaseta.org in data 09/01/2014, a firma di Mario Salvetti.
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Un nostro concittadino, Alfredo Forlin (nella foto dello Studio Pachera), è entrato a far parte dell’Assemblea Nazionale del PD, dopo l’elezione (anche a Sona) di Matteo Renzi a Segretario del partito. Forlin, residente a Lugagnano, formatore e poi direttore per oltre vent’anni dell’agenzia dell’Enaip Veneto di Verona, e stato presidente del circolo di Lugagnano, presidente provinciale dal 1981 al 1990 e poi dirigente regionale e nazionale delle Acli. Ha fatto parte nel 1992 nel gruppo che a Verona, sotto la guida di Gozzi, ha fondato il Partito Popolare di Martinazzoli. E’ stato inoltre Segretario provinciale della Margherita negli ultimi otto mesi, transitandola nel Partito Democratico. E’ da sempre vicino all’area politica del Presidente del Consiglio Letta. Alle ultime amministrative di Sona della primavera 2013 è risultato il quarto più votato di tutto il Comune con 152 preferenze.
Incontriamo Alfredo Forlin proprio al ritorno dall’Assemblea nazionale del Pd. “Se devo sintetizzare la mission che Renzi ha dato al partito – ci dice subito – è la ‘pacificazione tra politica e gli italiani’. Impresa difficilissima ma prioritaria”.
Cosa significa per lei entrare a far parte dell’Assemblea Nazionale del PD?
Certamente essere stato eletto assieme a tredici veronesi e quasi mille italiane e italiani nel parlamentino del Pd, attraverso la partecipazione di quasi tre milioni di persone, iscritte o che hanno versato 2 euro per partecipare alle primarie, è molto bello e carico di speranza per recuperare la dignità dell’impegno al bene comune e contribuire ad affermare una nuova stagione che porti persone a dedicare liberamente e con entusiasmo il proprio tempo alla politica.
Continuità o rinnovamento, quale la parola d’ordine nel PD a seguito dell’elezione di Renzi come nuovo Segretario?
L’elezione di Renzi mi ricorda la vicenda di oltre vent’anni or sono quando i laburisti inglesi furono umiliati elettoralmente e spianarono la strada al decennio Thatcheriano. Blair allora poco più che trentenne impresse un grande rinnovamento che poi lo porto alla guida dell’Inghilterra per oltre un decennio. La discontinuità della classe dirigente che è stata impressa già con la presidenza di Letta, con Renzi fa indubbiamente un passo ulteriore oltre la storia politica del novecento.
Come cambia ora il suo impegno politico sul territorio del nostro Comune?
Già da due anni sono ritornato a dedicare più tempo a Sona anche con la mia candidatura a Consigliere nelle recenti comunali. Prima con la segreteria del Circolo del Pd di Mirko Ambrosi e ora con l’elezione di Lucia Corona Piu stiamo vivendo una rinnovata partecipazione di giovani che si sono affermati negli studi, alcuni dei quali anche a livello internazionale e si sono avviati nelle professioni, che fanno ben sperare per l’affermazione di classe dirigente capace di rinnovare e consolidare la politica anche a Sona. Per andare oltre il puro civismo che per sua natura è costruito su un pensiero politico “liquido” tanto di moda in questi 20 anni.
Quanto ritiene che il PD debba incidere nel dibattito politico a Sona? Su quali linee programmatiche deve muoversi?
E’ evidente che il panorama e la consistenza delle rappresentanze delle formazioni politiche a Sona è modesto. Il primo partito in termini di voti alle recenti comunali è risultato il Partito Democratico con quasi mille voti. Penso che aver avuto il coraggio di presentarci col nostro nome alleandoci alla civica Nuove Prospettive sia una base per incominciare a chiamare la gestione della cosa pubblica col nome proprio: politica. Possiamo quindi contribuire anche a Sona col dialogo a riportare la gente alla discussione concreta e alla responsabile partecipazione. Oggi l’idea diffusa, quando va bene, e che la politica non sia importante per la vita delle persone. In questi anni, in modo diffuso, è stata preferita la delega, osservando le vicende politiche da tifosi televisivi, piuttosto che dedicarsi con l’impegno diretto. Per quando riguarda l’impegno programmatico rimando al nostro programma delle recenti elezioni consultabile sul nostro sito. Evidenzio però in particolare, l’urgenza di approvare il Piano dell’Assetto del Territorio che è lo strumento principe per la riqualificazione del nostro territorio e se permettete in particolare la necessità di porre mano in modo deciso alla vivibilità a Lugagnano che, a fronte di quasi diecimila abitanti, presenta tratti veramente poveri di infrastrutture.