Interpellanza e comunicato sul Pat

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Ieri, mercoledì 28 settembre, tutti i consiglieri di minoranza del Comune di Sona hanno presentato un’interpellanza (il cui testo potete trovare a questo link) sull’invito che l’Amministrazione Comunale ha fatto ai cittadini per la presentazione delle manifestazioni di interesse per il Piano degli Interventi. E’ stato inoltre diffuso il seguente comunicato stampa.

 

COMUNICATO STAMPA: DOPO IL GRAVE RITARDO, NON SONO AMMESSI PASTICCI E OPACITÀ’.

A fine estate è giunta la notizia che finalmente, con oltre tre anni di ritardo rispetto alle promesse, anche il Comune di Sona avrebbe avuto il proprio PAT (Piano di Assetto del Territorio).

Questo importante strumento urbanistico che, insieme al Piano degli Interventi, andrà a sostituire il vecchio PRG, non è però ancora efficace. Infatti, formalmente, mancano ancora la delibera di ratifica del Presidente della Provincia e la pubblicazione sul BUR della Regione Veneto e, nella sostanza, molti elaborati tecnici dovranno essere ulteriormente modificati.

Diciamo quindi che non possiamo dire di essere in dirittura di arrivo in quanto manca ancora qualche metro al traguardo.

Nonostante ciò l’Amministrazione Comunale ha invitato i cittadini a presentare osservazioni al PAT e proposte (c.d. manifestazioni di interesse) per l’elaborazione del Piano degli Interventi. Tutto ciò entro fine ottobre.

La fretta però è cattiva consigliera: come si può pensare che i cittadini presentino nuove proposte senza conoscere il PAT definitivo ed efficace e soprattutto senza conoscere le controdeduzioni alle osservazioni già presentate oltre un anno fa?? Si potrebbe chiamare partecipazione a senso unico o di mancata partecipazione.

Con queste premesse, si va poco lontano. Senza conoscere veramente i contenuti finali del PAT l’interesse dei cittadini non può che essere relativo e si rischia seriamente di creare trattamenti particolareggiati o false aspettative. Tutti devono conoscere il quadro completo e, solo dopo, tutti potranno presentare le proprie proposte urbanistiche al Comune.

In questo quadro, infine, si delineano comportamenti che destano già sussurri e malumori.

Si tratta dell’iper-protagonismo del geometra Merzi, Presidente del Consiglio Comunale, che lo porta ad essere attivo nella discussione e nella comunicazione del PAT e del Piano degli Interventi. Comprendiamo la dedizione ma le aspettative del territorio e dei cittadini sono troppo alte per dare adito, attraverso condotte opache, ai cattivi pensieri.

Il Sindaco si faccia garante della massima trasparenza della grande trasformazione urbanistica di Sona impedendo a chi esercita attività professionale nell’edilizia/urbanistica di occuparsi materialmente delle scelte urbanistiche del Comune di Sona.

Non si può essere allo stesso tempo arbitro e giocatore. Ne va della legalità ma anche dell’immagine del nostro bel territorio.

 

I Consiglieri.

Enrico Cordioli – Flavio Bonometti – Maurizio Moletta – Vittorio Caliari – Matteo Boschi – Gianluigi Furri

 

Nella foto il Sindaco Mazzi a destra ed il Presidente del Consiglio Merzi al centro (fonte www.ilbacodaseta.org)


Una nuova mozione per Ca’ di Capri

Nella mattinata di oggi è stata protocollata una nuova mozione per chiedere alla Giunta Comunale di Sona ed a tutta l’Amministrazione di prendere una posizione chiara contro la delibera della Giunta Regionale con la quale la stessa, incurante della sentenza del Consiglio di Stato dello scorso anno, riapprova il progetto di ampliamento della discarica.

La mozione, redatta dal nostro gruppo, è stata condivisa e sottoscritta anche dai consiglieri di minoranza Flavio Bonometti (Progetto Comune), Virginio Moletta (Lista Tosi) e Vittorio Caliari (Pdl).

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Sulle sale pubbliche decisione rimandata

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Nel corso del Consiglio Comunale di martedì 26 luglio è stata discussa la mozione presentata dal nostro gruppo con la quale abbiamo proposto ai consiglieri di maggioranza e di minoranza di modificare il regolamento per l’utilizzo delle sale comunale (link ad articolo).

Il regolamento in vigore prevede il pagamento di una quota per l’utilizzo delle sei sale pubbliche adibite ad incontri/riunioni pubblici: Sala Consiliare, sala al terzo piano dell’ex canonica e Sala Affreschi a Sona, sala riunioni presso gli impianti sportivi a Palazzolo, sala riunioni presso centro civico a San Giorgio in Salici e aula magna delle Suole Medie a Lugagnano. E’ previsto per le associazioni l’utilizzo gratuito delle suddette sale solo in caso di incontri o eventi patrocinati dal Comune di Sona.

Abbiamo proposto che la gratuità venga estesa a tutte le riunioni o eventi organizzati da qualsiasi associazione del Comune di Sona purché iscritta all’albo comunale delle
libere forme associative.

Ne è scaturita una discussione a tratti fumosa, a tratti costruttiva. La maggioranza si è presentata con un emendamento che in parte accetta la nostra proposta ma ne limita l’effetto a soltanto una riunione annuale per associazione, dal nostro punto di vista una modifica troppo ristrettiva.

Sempre dai banchi della maggioranza poi, il consigliere Corrado Busatta ha avanzato una valida proposta, quella di rimandare la discussione una volta aver sentito e discusso la stessa in una riunione del forum delle associazioni. Verrà fissato un incontro dove il nostro consigliere Enrico Cordioli esporrà la proposta.

Abbiamo accettato questa soluzione, anche se avremmo preferito che il Consiglio Comunale deliberasse assumendosi la responsabilità della scelta, perché la consideriamo sicuramente più efficace rispetto a quella che sarebbe emersa in caso di votazione dove sarebbe passato l’emendamento della maggioranza.

Inoltre nel corso della discussione alcuni assessori hanno più volte ripetuto che ai cittadini deve essere fatto capire il concetto che tutto ha un costo e che “non esiste la gratuità”. Come ha replicato Enrico Cordioli a questa affermazione però, siamo d’accordo sul principio generale ma siamo dell’idea che anche se un’associazione non dovesse pagare per l’utilizzo della sala per il Comune non si potrebbe parlare di un costo in quanto ci sarebbe comunque un ritorno per la comunità considerato che molte volte tali associazioni operano nel sociale o nella cultura e la loro attività va a coprire attività che altrimenti dovrebbero essere gestite dal Comune stesso, senza dimenticare poi il valore aggiunto per il cittadino che è insito nell’associazionismo.

Ma nel corso del dibattito un concetto è sfuggito ai più o perlomeno non è emerso: si è continuato a parlare di far comprendere il rispetto per la cosa pubblica tramite il pagamento di un contributo seppur simbolico, dimenticando però che chi presta la sua opera, gratuitamente, per un’attività di volontariato di tutto ha bisogno fuorché di lezioni di “civismo”.


Acrobazie di Giunta: una poltrona per Forante

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Sulla vicenda legata alle quote rosa all’interno della Giunta di Sona, negli ultimi mesi abbiamo letto di tutto e di più. Ancora oggi, in riferimento alle nuove vicende, l’Amministrazione ha relegato la questione ad un attacco personale evitando abilmente la sostanza dei fatti.

Per chiarezza e maggior completezza, li riepiloghiamo brevemente.

All’esito delle elezioni comunali del 2013 il neoeletto sindaco Gianluigi Mazzi nominò quali assessori della Giunta Comunale quattro uomini (Caltagirone, Bianco, Dalla Valentina e Forante) ed una donna (Dal Forno). All’epoca, la normativa richiedeva che entrambi i sessi fossero rappresentanti negli organi di governo senza però stabilire la quota obbligatoria.

Ad inizio del 2014, a causa di una vertenza con l’Università di Verona che gli imponeva di scegliere tra il ruolo di dirigente e quello nella Giunta Comunale, il sig. Bianco si dimise dalla carica di assessore per poi ricorrere contro il provvedimento della stessa Università.

Il Tribunale di Verona stabilì che non vi fosse incompatibilità tra i due incarichi perciò, dopo pochi giorni, il Sindaco nominò nuovamente Bianco Assessore del Comune di Sona.

Nel frattempo, però, era entrata in vigore la Legge n. 56/2014 che ha introdotto, tra le altre, la seguente norma: “Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico“.

In sostanza, la nuova nomina violava la rappresentanza del genere femminile nella Giunta Comunale di Sona. La questione è stata immediatamente sollevata dai consiglieri comunali di minoranza, chiedendo al Sindaco di rivedere la propria decisione. Il Gruppo PD-NP ha scelto di limitarsi ad evidenziare il problema giuridico e politico. Altri consiglieri (Gualtiero Mazzi, Federico Zanella) e l’associazione “Donna & Futuro” hanno invece proposto ricorso avanti il TAR Veneto.

Con sentenza n. 224/2015, il Giudice Amministrativo ha accolto il ricorso rilevando la violazione della legge, annullando la nomina dell’assessore Bianco e condannando il Comune di Sona al pagamento delle spese legali dei ricorrenti.

Al netto degli isterismi della maggioranza, il risultato è molto chiaro: la nomina era illegittima ed il prezzo della cocciutaggine molto salato (circa 6.000 per l’avvocato del Comune e circa 3.000 per l’avv. Mazzi che comporterà il riconoscimento di un debito fuori bilancio!) per non parlare della figuraccia rimediata.

Ci si sarebbe dunque aspettati meno clamore e molto buon senso.

Invece, per evidenti ragioni di equilibrio interno, si è cercato di mascherare l’accaduto e si è ricercata una soluzione politica per far rientrare l’assessore Bianco.

In breve tempo si è infatti dimesso l’assessore Forante creando così due posti vacanti in Giunta, uno per Bianco e l’altro per Catalano.

La norma prevede però che il tetto minimo di rappresentanza è del 40% che, in una giunta di sei componenti (5 assessori più il sindaco), può dirsi rispettata solo con tre componenti di ogni genere.

Ancora una volta il Gruppo PD-NP ha scelto di limitarsi ad evidenziare il problema giuridico e politico associandosi ad una raccomandazione con la quale è stato richiesto di rivedere la decisione per evitare ulteriori ricorsi.

Così non è avvenuto perciò alcuni degli altri consiglieri di minoranza hanno presentato un nuovo ricorso al TAR Veneto.

Alla luce del primo ricorso perso, forse sarebbe stato meglio serbare un decoroso silenzio stampa… quanto meno per scaramanzia. Invece si è scelto ancora una volta di attaccare le minoranze tacendo delle nuove “acrobazie” di Giunta che fanno accapponare la pelle.

Stiamo parlando della delibera n. 96/2016, con la quale la Giunta ha ritenuto fondamentale istituire la figura del portavoce del Sindaco.

A due anni dalle elezioni, l’amministrazione del moralismo civico, autoproclamatasi paladina degli sprechi e dell’antipolitica, fa rientrare dalla finestra l’ex assessore Forante e gli garantisce una poltrona a 6.600 Euro all’anno.

C’era proprio bisogno di questo portavoce? E l’Assessore alla “Comunicazione” che fine ha fatto? Quali sarebbero le competenze “giornalistiche” del portavoce Forante? E’ proprio sicura la Giunta che questa nomina sia legittima?

Il punto centrale della vicenda è a nostro avviso l’incredibile sfacciataggine con cui l’Amministrazione Comunale è avvezza a piegare le norme per i propri interessi politici. E’ infatti evidente che questa operazione è il prezzo per le dimissioni di Forante da assessore.

Rammarica enormemente vedere che tutto ciò avviene per logiche ed interessi personali a spese dei cittadini e dell’interesse pubblico.

Chissà cosa avrebbe detto l’ex consigliere di minoranza Bianco…


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