Restyling per Umberto

Bossi, per ora ancora leader della Lega Nord, non sa più che pesci pigliare per recuperare la visibilità di un tempo e per consolidare la propria leadership.

Quindi si ritorna alle sane e vecchie abitudini, cioé spararle il più grosse possibili, che tanto qualche consenso nel suo elettorato lo trova di sicuro.

Scopriamo quindi che ha intenzione di fondare una moneta padana e che Berlusconi non è più un alleato della Lega perché “sta con i comunisti”.

E tutto questo solo per ricostruirsi una propria immagine, una propria “verginità” politica sperando che così facendo la gente scordi che è colpa innanzitutto della Lega e del Pdl se la manovra che a breve verrà approvata richiederà sacrifici a tutti gli Italiani, e tra questi anche coloro che, anche per protesta, hanno dato la propria preferenza proprio al partito del Carroccio. Rimanendo delusi.


Giorno decisivo per gli Emendamenti

Premessa: se l’Italia ha dovuto fare una manovra drammatica per dimensioni e ripercussioni lo dobbiamo all’incapacità e alla volontà politica del governo di Bossi e di Berlusconi, che prima hanno tolto di mezzo le norme di equità, trasparenza ed efficienza approvate dal precedente governo Prodi, poi hanno fatto di tutto per nascondere la crisi e infine hanno tentennato, senza sapere che cosa fare, portando l’Italia sull’orlo del baratro mentre i mercati ci facevano a pezzi. Questo è meglio ricordarlo e sottolinearlo sempre, nel caso qualcuno lo scordasse.

Detto questo, non possiamo non negare che la manovra del governo Monti manca ancora di equità. Vanno almeno rivisti alcuni punti, a cominciare dalla rivalutazione delle pensioni e dalla fascia di esenzione dall’Ici sulla prima casa.

Il Partito Democratico sta cercando di fare il possibile. Con le proprie proposte ha ottenuto in sede di stesura che nella manovra fossero inseriti alcuni interventi, come il prelievo sugli scudati (che il Pd ha chiesto da tempo anche con gli emendamenti alle manovre del governo Berlusconi) e come la tracciabilità.

Inoltre arriveranno in Commissione Bilancio gli emendamenti per alzare la soglia entro la quale le pensioni saranno indicizzate e la soglia di esenzione dall’Ici sulla prima casa.

Non dimentichiamo però che, volenti o nolenti, in Parlamento la maggioranza è ancora rappresentata dal centro-destra e che quindi molte delle proposte che il PD vorrebbe sostenere (come ad esempio la patrimoniale) troverebbero il voto contrario del PDL che aggiunto a quello demagogico delle Lega Nord e, forse, di Italia dei Valori causerebbero la bocciatura della manovra e di conseguenza la condanna dei conti statali. Cosa che l’Italia non può assolutamente permettersi.


Memoria troppo corta

Girando per Sona, Palazzolo, Lugagnano e San Giorgio, entrando nei bar, nei negozi, si sentono le più disparate critiche alla manovra appena approvata dal governo Monti.

Manovra che sicuramente ha delle pecche, alcune a nostro avviso anche gravi, così come scriviamo negli altri articoli presenti sul nostro sito, ma che si sapeva sarebbe stata “lacrime e sangue” perché le condizioni in cui Monti ha trovato il bilancio statale erano disastrose e, come ha dichiarato lo stesso Presidente del Consiglio, il rischio non era quello di venire esclusi dall’Europa, il rischio era quello di non riuscire più a pagare stipendi ai dipendenti pubblici e pensioni a tutti i cittadini. Quindi una situazione a dir poco drammatica.

La stragrande maggioranza di chi la critica, come è ovvio trovandoci in un territorio fortemente di centro destra, costituisce l’elettorato di PDL e Lega.

Dispiace fare la parte dei pignoli, ma vogliamo far notare che negli ultimi 10, l’accoppiata PDL e Lega ha governato per ben 8 anni. Cinque di questi hanno visto la partecipazione anche dell’Udc e per qualcuno in più ex AN ora FLI.

Quindi cari concittadini che vi lamentate, vi facciamo presente che la colpa di questa situazione è soprattutto di Berlusconi & Co. e della Lega che lo ha sostenuto in tutto e per tutto. Ma la responsabilità, duole dirlo, è anche vostra che lo avete e li avete votati.


Le iniziative del PD sulla manovra

Il presidente Napolitano ed il presidente Monti confermano che la manovra era necessaria per evitare una situazione alla greca, con lo Stato che non è più in grado di pagare gli stipendi e le pensioni o addirittura costretto, appunto come in Grecia, a licenziare gli statali.
Ricordiamo chi ci ha portato a un passo dal disastro: Berlusconi e Bossi.
Il Partito democratico, che da anni dice che c’è la crisi e bisogna intervenire, ha deciso responsabilmente di evitare il ricorso alle elezioni e sostenere il governo di transizione e di impegno nazionale. Ma la manovra approvata, oltre che durissima, non è equa. Il Pd lavora per apportare modifiche.
Dalle agenzie di stampa. Dichiarazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. (DIRE) Roma, 6 dic. – “Dobbiamo dirci con tutta franchezza” che le misure “stanno arrivando giusto in tempo per evitare, veramente, sviluppi in senso catastrofico della nostra situazione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Mantova, in merito alle misure anticrisi adottate dal governo con la manovra. “Quando certe riforme, certe decisioni, certe misure arrivano in ritardo – prosegue Napolitano – allora è maggiore l’impatto, anche l’impatto di insoddisfazione, di preoccupazione o di dissenso”. Il capo dello Stato, però, si dice “convinto che riusciremo, tutti insieme, a fare ciascuno la propria parte con senso di giustizia, ma anche con alto senso di responsabilità e spirito di sacrificio”.
Dalle agenzie di stampa. Dichiarazioni del presidente del Consiglio Mario Monti. Roma, 6dic. (Adnkronos) – “Con questa operazione che è di rigore, di equità e di crescita, io ho chiesto agli italiani molti sacrifici, ma l’alternativa non era andare avanti come se niente fosse senza i molti sacrifici. Ma era il rischio, molto concreto, che lo Stato non potesse più pagare, che gli stipendi non potessero più essere pagati, che le pensioni non fossero più pagate. Non abbiamo da guardare molto lontano: la Grecia è la rappresentazione di che cosa sarebbe potuto accadere in Italia”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Mario Monti, intervistato da Bruno Vespa per ‘Porta a porta’.”
Posizione pubblica del Partito democratico (sito, volantino, lanci di agenzia di stampa). “Berlusconi ci ha portato a un centimetro dal fallimento, con il rischio di restare senza stipendi, senza pensioni e con le imprese e le famiglie al collasso. La manovra d’emergenza per evitare questo esito è inevitabilmente dura. Ma poteva essere più equa. Il Partito Democratico ha già imposto alcuni temi, come la tassazione dei capitali scudati, la tracciabilità nei pagamenti, l’abbassamento di un anno dei contributi previsti per le pensioni di anzianità (prima la manovra prevedeva 43 e 42) , la copertura fino alla pensione dei lavoratori in mobilità. Ma non basta. Il Pd garantirà responsabilmente il proprio sostegno per evitare il fallimento, ma lavora per mettere, per quanto possibile, più equità nell’intervento deciso dal governo di emergenza presieduto da Mario Monti. Quattro sono i temi sui quali intervenire, sia pure nel contesto di un iter parlamentare che si presenta come un sentiero molto stretto:
 Pensioni. Innalzare l’ammontare della pensione che sarà rivalutata in base al costo della vita; rallentare l’applicazione della riforma sulle pensioni di anzianità e tenere in debito conto la
situazione dei lavoratori che hanno cominciato l’attività da giovanissimi e dei lavoratori anziani che hanno perso il lavoro.
 Casa. Innalzare la soglia di esenzione per l’Ici sulla prima casa, in modo da favorire i meno abbienti.
 Evasione. Misure più concrete di lotta all’evasione fiscale.
 Investimenti. Uno spazio nel patto di stabilità interno per permettere ai comuni di fare alcuni lavori, per esempio la messa in sicurezza e l’adeguamento ambientale ed energetico delle scuole.
Le risorse per fare questi interventi si possono trovare con interventi strutturali e una tantum: irrobustire il prelievo sui capitali scudati (ora è appena l’1,5 per cento); fare rapidamente un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali italiani nelle banche elvetiche, seguendo l’esempio di Usa e Germania; vendere le frequenze tv invece di regalarle; reintrodurre almeno una o due delle misure contro l’evasione fiscale approvate dal governo Prodi e abolite subito da Berlusconi.
Da Il Messaggero. Intervista alla presidente del Pd, Rosy Bindi. “Cambiare, anzi migliorare, si può. Meglio: si deve. «Perché noi l`Italia la conosciamo, e se la manovra viene corretta nel senso di una maggiore equità è meglio per tutti. Anche per il presidente Monti». E` il pensiero di Rosy Bindi, presidente del Pd. Ma se comincia il giochino incrociato delle modifiche, non si rischia che le misure vengano svuotate e perdano d`effetto? Anche perché Monti ha detto: o così o finiamo come la Grecia. «Se il problema è questo, nulla esclude che governo metta la fiducia su emendamenti concordati tra tutte le forze che lo sostengono. Chiariamo subito: non abbiamo alcuna intenzione di mettere in atto maggioranze variabili per far passare modifiche. Il nostro appoggio convinto al governo c`era e rimane e i saldi non si toccano». Sto aspettando il ma. «Dico che abbiamo pure la consapevolezza della necessità dei sacrifici, accompagnata dall`intenzione di migliorare le misure. Il Pd è fermo alle tre priorità del capo del governo: rigore, equità e crescita. Che significa? «non c’è bisogno di entrare nei dettagli per comprendere quanto costerà la manovra per una famiglia con reddito medio-basso. Le persone sono disposte a rimanere a lavorare se il lavoro c`è: non vorrebbero rimanere senza lavoro e senza pensione. La riforma delle pensioni è razionale ma irrompe nella vita delle donne in modo così irruento che forse è immaginabile qualche forma di gradualità maggiore». E la riforma previdenziale è sistemata. Poi? «L`Ici sulla prima casa potrebbe essere modulata con più attenzione alle condizioni delle famiglie. Ma ciò che a noi convince meno non è tanto quello che c`è quanto quello che non c`è. La lotta all`evasione fiscale è troppo lieve e a quel dieci per cento di italiani che ha accumulato il cinquanta per cento delle ricchezze ci pare non venga chiesto quanto potrebbero e dovrebbero dare. Se l`Italia va in Europa con l`innalzamento dell`età pensionabile, deve andarci con più concorrenza, magari rivedendo l`asta delle frequenze tv e con più fermezza contro l`evasione fiscale. Al sodo: innalzare la tassazione sui capitali scudati e maggiore tracciabilità? «Trattandosi di una misura una tantum che andrebbe a coprire un`altra una tantum come la sospensione delle indicizzazioni, si può anche chiedere di più. Ma noi pensiamo a vere e proprie misure strutturali contro l`evasione fiscale. La tracciabilità può essere rafforzata, bisogna colpire di più i redditi altissimi». Ma questo ridisegno come va fatto: ogni partito dà le sue indicazioni a Monti oppure si deve realizzare una coordinamento tra Pdl, Pd e Terzo Polo? «Il coordinamento si può fare. Alcune modifiche sono frutto di puro buon senso e comunque l`equità è una questione macroeconomica: un Paese con meno diseguaglianze mette meglio a posto i conti e cresce di più. Mi auguro che ne faccia parte anche Di Pietro». Proprio ieri Bersani gli ha lanciato un avvertimento: l`alleanza, se continua ad attaccare l`esecutivo, è a rischio. «Di Pietro dopo aver votato la fiducia non può tirarsi indietro. E` una questione di responsabilità». Ma il governo rischia qualcosa o no? «Scherziamo? Non vogliamo che rischi l`Italia. Ricordo che questo governo di impegno nazionale noi l`abbiamo voluto con grande senso di responsabilità. Se si andava ad elezioni le avremmo vinte perché la responsabilità di questa situazione è tutta del centrodestra. Detto questo, è decisivo che Monti faccia valere le responsabilità della Ue nel Consiglio europeo di
questo fine settimana». In che senso? «Nel senso che l`Italia ci arriva avendo fatto la sua parte: l`Europa farà lo stesso? Perché in caso contrario gli effetti dei sacrifici chiesti agli italiani sono fortemente compromessi. Non si può andare vanti con le conferenze stampa a due di Merkel e Sarkozy. Bisogna dare più potere alla Bce, tassare le transazioni finanziarie e insistere sugli eurobond anche se Francia e Germania dicono no. E poi la Ue e gli Usa devono mettere regole per impedire alla speculazione di mordere. Senza, non sarà mai sazia».
Dalle agenzie. Il segretario Pier Luigi Bersani. (DIRE) Roma, 6 dic. – “C’è spazio per cambiare la manovra. Ci deve essere”. Lo dice Pier Luigi Bersani al tg3. “Non possiamo fare in modo che tutto finisca nella confusione – dice Bersani – perché siamo sull’orlo della catastrofe. Ma se siamo razionali è possibile inserire elementi di equità. Deve esserci spazio per farlo”. (AGI) – Roma, 6 dic. – Per il Pd è “inaccettabile” la parte della manovra relativa al blocco dell’indicizzazione delle pensioni. Intervistato dal Tg3, il segretario Pierluigi Bersani afferma infatti: “è una manovra durissima che vorremmo più equa, la prima modifica è sulle pensioni”. La mancata “rivalutazione delle pensioni non è accettabile e non è possibile” così come è prevista ora dal provvedimento. “Ci vuole la rivalutazione delle pensioni per una soglia più alta di quella attuale – scandisce Bersani – Non è accettabile perché 970 euro lordi fanno 700 euro netti. Non è possibile non rivalutare oltre”. (AGI)
Quanto alle dichiarazioni di Antonio Di Pietro, Bersani ha affermato: “Sono affermazioni che non condivido – dice Bersani al Tg3 – se questa è la sua posizione, andrà per la sua strada”. “Non ci interessa vincere sulle macerie del paese, l’Italia prima di tutto – sottolinea Bersani – se uno vuole mettere i suoi interessi personali prima dell’Italia, credo che ci saranno problemi nei rapporti”.


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