Ritardi P.A. nei pagamenti alle imprese

Quali sono le linee che il Governo intende seguire e in quali tempi al fine di garantire il superamento della situazione dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione?

Con un interrogazione di cui è il primo firmatario Francesco Boccia, il gruppo del Pd alla Camera chiede al Governo che linea intende seguire per trovare una soluzione ai ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.

La questione – si legge nel testo dell’interrogazione a risposta immediata – ha assunto da tempo dimensioni preoccupanti. Secondo quanto si è appreso in questi giorni, il dl sulle liberalizzazioni contiene misure finalizzate alla parziale estinzione dei debiti pregressi della PA. Tuttavia, l’esigenza di rilanciare la crescita e, contemporaneamente, gli stringenti vincoli di bilancio, rendono prioritarie le riforme a costo zero, tra le quali la regolamentazione dei pagamenti nelle transazioni commerciali riveste un ruolo centrale.

La risposta dovrebbe arrivare durante il question time di domani.


Confronto sul tema “lavoro” in salita ma siamo fiduciosi

fonte: www.enricoletta.it

 

Il blocco messo in atto dagli autotrasportatori è “molto grave, il livello di tolleranza è eccessivo per adesso”. Lo ha detto, a ‘la telefonata’ su Canale 5 Enrico Letta. “Si tratta di uno sciopero strano, né annunciato né contrattato dalle categorie. Anzi, le associazioni sono contrarie”, ha spiegato.

“Questa serrata sta bloccando l’Italia con la violenza. Invito il governo a essere molto attento: ci sono ragioni da rispettare, e infatti nel decreto ci sono interventi sulle accise, ma il Paese non può essere messo i ginocchio”. L’esponente del Pd ha aggiunto: “Stamattina la situazione sta migliorando, potrebbe essere evitata la linea dura. Ma chi ha la forza dalla sua non può permettersi di mettere in ginocchio il Paese”. Letta ha anche sottolineato il fatto che “giornate come queste, in cui si bruciano decine di milioni di euro, sono giornate che peseranno perché cala la crescita”.

Sul tema del confronto sul mercato dal lavoro tra governo e sindacati, aggiunge: “Sono un po’ preoccupato perché l’inizio del confronto mi è sembrato in salita, su metodo e merito. E invece il Paese ha bisogno di una buona discussione, rapida, tra persone che vogliono arrivare a obiettivi importanti “.

“È importante riformare gli strumenti di tutela per chi perde il lavoro – ha sottolineato -. Noi in Italia abbiamo una cultura che difende il posto di lavoro, invece dobbiamo difendere il lavoratore. Servono ammortizzatori sociali diversi che tutelano il lavoratore ovunque si trovi e serve che i giovani abbiano un abbiano un canale privilegiato di ingresso”.Letta ha parlato anche dell’articolo 18: “Sono fiducioso che si troverà una buona intesa, che governo e parti sociali trovino l’accordo. Ragioneremo, abbiamo le nostre proposte. Oggi la mia impressione è che la questione non sia rendere più facile il licenziamento ma tutto il resto. Di questo bisogna parlare”.

Le forze politiche che sostengono il governo Monti devono, inoltre, avere “responsabilità fino in fondo”, devono “consultarsi di più e fare il loro dovere: cambiare la legge elettorale”. Con la riforma elettorale “la credibilità’ della classe politica sarebbe diversa. Un fatto decisivo per far uscire la politica dalla situazione di disprezzo in cui purtroppo si è calata”.

Infine, sulle liberalizzazione e sulle possibili modifiche al Dl ha concluso: “Ci sono cose che possono essere migliorate, metteremo in campo alcune proposte”. “Faccio un esempio: il mutuo per la casa. L’assicurazione non deve essere quella offerta obbligatoriamente dalla banca che stipula. Chi accende un mutuo può portare una assicurazione presa dove il mercato lo consente. È un esempio, ce ne sono altri”. Letta ha parlato anche delle proteste annunciate dai professionisti: “Ci sarà la consapevolezza che il provvedimento del governo è  sostanzialmente in linea con i precedenti governi . L’abolizione delle tariffe minime è iniziata due governi fa, confermata dal governo Berlusconi. L’idea di fare sciopero per questo mi pare sopra le righe. Ci ripensino”.


La perdita di memoria volontaria dei grandi commentatori…

Nella foga di voler dimostrare che la politica va buttata al macero per far posto a qualche nuovo demiurgo proveniente dall’industria, dalla finanza, comunque dai salotti del potere, alcuni quotidiani hanno cancellato la storia d’Italia in questi ultimi giorni, inneggiando alle liberalizzazioni del governo come alla prima iniziativa di questo genere nel paese…
Da L’Unità. Articolo di Bianca Di Giovanni. “Non sappiamo se si tratti di innocenti amnesie, o di una studiata «damnatio memoriae». Sta di fatto che da quando il decreto liberalizzazioni è stato varato venerdì scorso, sui mass media si ripete lo stesso ritornello: finalmente l`Italia ha fatto cose mai viste prima. Qualche ministro (sottaciamo il nome) si attribuisce anche altisonanti primati: queste misure aspettavano da 20 anni. Tutto bene, per carità. Meglio agire che restare fermi come Berlusconi. Male però che si racconti una storia «addomesticata». Dalle cosiddette lenzuolate del governo Prodi non è passato molto tempo: difficile che tutti le abbiano dimenticate. E altrettanto poco credibili appaiono questi inni, dopo un triennio di silenzio assordante su tutti i tentativi, spesso riusciti, di ammorbidire quelle norme. Vale la pena abbozzare un confronto sull`impatto delle misure di allora, rispetto a quelle che ora affronteranno l`esame parlamentare. Tutti ricorderanno i costi di ricarica che i grandi gruppi telefonici imponevano ai clienti. Sono scomparsi con un tratto di penna, consentendo immediatamente un risparmio complessivo valutato in due miliardi di curo. Nessun rinvio a prossimi decreti. Tra le nuove norme si fa fatica a rintracciare una misura tanto vantaggiosa per i bilanci familiari. Da notare che durante la discussione sempre gli stessi giornali erano pieni di fosche previsioni (che non si sono avverate) sul conseguente taglio di posti di lavoro da parte delle compagnie telefoniche.
Sui farmaci non c`è partita: l`apertura di nuovi punti vendita per quelli da banco ha ottenuto il calo dei prezzi di circa il 18%. Prima di allora nel Lazio avevano invitato le farmacie a fare sconti, con risultati molto deludenti. E oggi sui farmaci di fascia C si fa retromarcia, e si rafforza il potere dei farmacisti. Mentre il centrodestra accusava Bersani di prendersela con i poveri parrucchieri, le banche subivano un colpo durissimo: niente spese di chiusura conto, niente penali per la rinegoziazione dei mutui, niente ricorso al notaio per estinguere l`ipoteca. Nel solo 2008, con la crisi che fece schizzare le rate a livelli mai visti prima, sono stati 408mila i cittadini che hanno rimborsato il prestito evitando spese per la cancellazione dell`ipoteca. Sulla mobilità dei correntisti si è fatto un balzo in avanti che ha portato l`Italia ai primi posti in Europa, con il 13,1% che nel 2009 ha cambiato banca (dati Ue). In media sono 2 milioni i clienti che decidono di cambiare istituto, senza versare l`obolo di chiusura conto. Tutto questo è entrato in vigore immediatamente, portando vantaggi economici sostanziosi per le famiglie. Oggi le banche sono assenti dagli
interventi. Che dire? Non si affronta neanche il tema delle commissioni per il pagamento via bancomat. Interessante il confronto sulle assicurazioni. Quella è stata forse la partita più complicata (dopo quella – persa – sui taxi che sembrano vincere anche stavolta), ma ricca di proposte innovative.
Come quella dell`agente plurimandatario. L`Ania ha lavorato di fino per lasciare la norma inattuata, tanto che oggi ci si presenta un`ipotesi più debole: cioè che sull`Rc auto si presentino almeno tre ipotesi di diverse compagnie. Peccato che la legge, per l`appunto, già c`era. Come già esiste la possibilità di sconti in caso di istallazione della scatola nera. Dei risarcimenti diretti, arrivati a circa 5 milioni, non si è saputo più nulla, a parte il fatto che Berlusconi ha accontentato le compagnie nel ridimensionarli. Sempre durante il governo Prodi entrò in vigore anche la possibilità per i titolari di vecchie e onerose polizze di cambiare compagnia. E infine, quella di comparare le offerte on-line. Tutto questo è stato sostanzialmente «oscurato». Oggi invece si spaccia come risultato rivoluzionario quello sulle polizze legate ai mutui: la banca dovrà presentare almeno due ipotesi. Ebbene, finora la sottoscrizione della polizza non era obbligatoria: con quella disposizione la si legalizza. Tanto per far spendere di più i cittadini”.


Per non dimenticare. Verona e le deportazioni.

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”

Per non dimenticare. Verona e le deportazioni.
Mercoledì 25 gennaio ore 20,30
Sala da Lisca. Via Interrato dell’Acquamorta, 54. Verona. (vicino Piazza Isolo).

Introduzione di Vincenzo D’Arienzo – Segretario Provinciale PD Verona
Roberto Bonente – Istituto Veronese per la storia della Resistenza e dell’età Contemporanea
Carlo Rimini – Presidente della Comunità Ebraica di Verona – Vicenza e testimone diretto
Gino Spiazzi – Presidente della sezione veronese dell’Associazione Nazionale ex Deportati
Musiche di Andrea Testa, violinista


1 103 104 105 106 107 144