Agsm-Amia, senza una strategia

Agsm-Amia alla conquista del mondo. Ma partono in ritardo, senza una strategia e con tanta zavorra.
A parte la propaganda e le chiacchiere estive di questo e quell’assessore, gli unici obbiettivi scritti e dichiarati dell’aggregazione Agsm-Amia parlano della possibilità, per Agsm, di espandersi all’interno del mercato provinciale sfruttando la più capillare presenza di Amia sul territorio.

Oggi però veniamo a sapere che l’amministrazione e il presidente leghista di Agsm Paternoster sono pronti a partire alla conquista del mondo con un aggregazione che più che una corazzata assomiglia ad un carrozzone: tre consigli di amministrazione (se confermata l’ipotesi di farne un altro per la holding), due direttori generali, doppio sistema di fatturazione, doppioni in tutti gli uffici e i servizi, rappresentano infatti una rilevantissima zavorra.

Il vero colpo l’hanno già fatto padovani e triestini di Acegas e Aps che aggregandosi con Hera (186 comuni azionisti tra cui Bologna e Modena) hanno dato vita al secondo gruppo nazionale dopo A2Am, con un valore della produzione di 4,5 miliardi, Ebitda di 750 milioni (contro i 100, a regime, di Agsm-Amia) e utile netto di 140 milioni. Sicuramente in grado di dire la sua sui mercati europei.

L’attenzione di Verona per il territorio metropolitano e alle sinergie con i territori limitrofi arriva invece con notevole e colpevole ritardo. Dell’amministrazione Tosi è la responsabilità di avere sospeso per anni ogni ipotesi sulle alleanze tra multiutility nordestine e chiuso dentro a un cassetto il progetto di fare di Verona un vasto e influente territorio metropolitano in grado di interagire con Vicenza, Mantova e Trento per quanto riguarda logistica, turismo, trasporti e valorizzazione delle produzioni locali. Ora la si ritira fuori in modo strumentale, più per cercare di nascondere le mancanze che per convinzione. Intanto abbiamo perso altro tempo prezioso in un periodo di forte crisi.

 

Michele Bertucco



Leave us a comment


Comments are closed.